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Tensione Italia-Russia: Mosca accusa Mattarella di “frasi d’odio”, Roma compatta col Capo dello Stato

Mosca inserisce Mattarella in una “lista nera” per le sue dichiarazioni sull’Ucraina. Tajani convoca l’ambasciatore russo. Meloni: “Inaccettabile provocazione”.

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Le relazioni tra Roma e Mosca toccano un nuovo punto di crisi. Il Cremlino ha inserito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una “lista nera” di personalità straniere accusate di aver pronunciato frasi d’odio contro la Russia. Tra i nomi figurano anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz.

La risposta italiana: “Una provocazione alla Repubblica”

Il Quirinale ha evitato repliche dirette, ma Mattarella ha ribadito la propria linea: “L’aggressione all’Ucraina ha cancellato l’equilibrio che garantiva la pace in Europa”. Netta la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito la mossa russa “un’inaccettabile provocazione”, accusando Mosca di distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità.

Tajani ha convocato l’ambasciatore russo a Roma, parlando di “una provocazione alla Repubblica e al popolo italiano”, mentre Crosetto è finito nella lista per aver denunciato la visione espansionistica del Cremlino.

Le frasi sotto accusa: da Marsiglia a Hiroshima

Nel mirino russo c’è soprattutto il discorso tenuto da Mattarella a Marsiglia il 5 febbraio, in cui ha paragonato “il progetto del Terzo Reich in Europa” all’attuale aggressione russa all’Ucraina.

Mosca ha reagito duramente anche a quanto detto a Hiroshima, quando il Capo dello Stato ha denunciato “una pericolosa narrativa nucleare promossa dalla Russia”. Critiche erano già arrivate in passato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha definito le parole di Mattarella “menzogne” e “invenzioni blasfeme”.

Un Parlamento compatto col Quirinale

La pubblicazione della lista ha provocato una reazione unitaria in Parlamento. Dall’opposizione, il presidente del M5s Giuseppe Conte ha parlato di “liste di proscrizione degne della peggiore tradizione autoritaria”. La segretaria del Pd Elly Schlein ha definito l’attacco “grave e inaccettabile”.

Anche nella maggioranza non sono mancati attestati di solidarietà, seppure la Lega si sia espressa con toni più prudenti. Il leader Matteo Salvini non ha commentato, ma il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo ha ribadito la vicinanza al Quirinale.

L’ambasciata russa: “Stupiti dalla reazione italiana”

In serata l’ambasciata russa a Roma ha espresso “stupore” per le reazioni italiane, sostenendo che “non c’è nulla di nuovo” e che i politici citati “si sono distinti per affermazioni inappropriate”. Un commento che conferma il clima di scontro sempre più marcato tra i due Paesi.

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Esteri

Cena di gala alla Casa Bianca: Musk e Ronaldo tra gli ospiti di Trump e del principe saudita Mohammed bin Salman

Elon Musk e Cristiano Ronaldo tra i cento ospiti della cena di gala organizzata da Donald Trump alla Casa Bianca in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Presenti anche Infantino, Tim Cook e David Ellison.

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Elon Musk e Cristiano Ronaldo figurano nella lista dei cento ospiti selezionati per la cena di gala organizzata alla Casa Bianca dal presidente statunitense Donald Trump in onore del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un evento di grande visibilità politica e mediatica che ha riunito alcune delle figure più influenti del mondo dello sport, della tecnologia e dell’economia globale.

La presenza dei big della tecnologia e dell’economia

Tra gli invitati anche David Ellison, nuovo presidente della Paramount, e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. La loro partecipazione testimonia l’interesse delle grandi corporation statunitensi nei rapporti tra Washington e Riyad, soprattutto sul fronte tecnologico e delle produzioni industriali.

Sport e diplomazia nella stessa sala

Accanto ai magnati della Silicon Valley e ai vertici dell’industria americana erano presenti anche personalità di primo piano dello sport mondiale. Oltre a Cristiano Ronaldo, ha preso parte alla cena Gianni Infantino, presidente della FIFA, in un momento di intensi rapporti tra Arabia Saudita e mondo del calcio internazionale.

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Esteri

Trump annuncia: “L’Arabia Saudita sarà maggior alleato non-Nato degli Stati Uniti”

Durante una cena di gala alla Casa Bianca, Donald Trump annuncia che gli Stati Uniti designeranno l’Arabia Saudita come “maggior alleato non-Nato”, un titolo concesso finora a soli 19 Paesi.

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Durante una cena di gala alla Casa Bianca organizzata per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Washington designerà l’Arabia Saudita come “maggior alleato non appartenente alla Nato”, uno status particolare previsto dalla legislazione americana e concesso finora solo a 19 Paesi.

Un titolo che rafforza la cooperazione tra Washington e Riad

Trump ha spiegato che la decisione punta a portare “la cooperazione militare a livelli ancora più elevati”, riconoscendo all’Arabia Saudita un ruolo strategico nei rapporti di sicurezza regionali e nel quadro della politica estera statunitense.
La designazione garantisce al Paese benefici specifici in termini di cooperazione militare, accesso a tecnologie e programmi di difesa, pur non implicando alcun obbligo di difesa automatica come previsto invece per gli alleati Nato.

Le parole del presidente americano

“Stasera sono lieto di annunciare che porteremo la nostra cooperazione militare a livelli ancora più elevati designando formalmente l’Arabia Saudita come maggior alleato non appartenente alla Nato”, ha dichiarato Trump.
Il presidente ha inoltre sottolineato che l’annuncio era stato mantenuto “segreto” fino alla serata: “Ve lo dico solo ora per la prima volta, perché volevano mantenere un piccolo segreto per stasera”.

Il contesto diplomatico

La scelta arriva in un momento di consolidamento dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, con focus su sicurezza regionale, cooperazione energetica e gestione dei dossier mediorientali.
La presenza di Mohammed bin Salman alla Casa Bianca conferma il ruolo centrale della monarchia del Golfo nelle strategie statunitensi.

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Esteri

Argentina, confermati i capi d’accusa per l’ex presidente Alberto Fernández

La Corte federale d’appello argentina conferma i capi d’accusa per Alberto Fernández, accusato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica nella gestione delle polizze del settore pubblico. Embargo da 10 milioni di dollari e divieto di espatrio.

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La Corte federale di appello argentina ha confermato i capi d’accusa nei confronti dell’ex presidente Alberto Fernández, lasciandolo di fatto a un passo dal processo. Il provvedimento riguarda il presunto sistema di gestione irregolare dei contratti assicurativi del settore pubblico durante il suo mandato, tra il 2019 e il 2023.
La Corte ha convalidato il rinvio a giudizio senza detenzione preventiva per il reato di negoziazioni incompatibili con la funzione pubblica, fattispecie che prevede pene da uno a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

L’embargo sui beni e le misure restrittive

I giudici hanno disposto un embargo fino a 10 milioni di dollari sui beni dell’ex capo di Stato e il divieto di lasciare il Paese senza autorizzazione. Misure che rispondono ai ricorsi presentati dalla difesa di Fernández e di oltre venti tra ex funzionari e imprenditori coinvolti nella stessa vicenda giudiziaria.

Il meccanismo contestato nella gestione delle polizze pubbliche

L’indagine riguarda un decreto firmato da Fernández nel dicembre 2021, che obbligava tutte le amministrazioni pubbliche a stipulare polizze assicurative esclusivamente tramite la compagnia statale Nación Seguros. La norma permetteva però anche l’intervento di assicurazioni private in regime di coassicurazione, con la possibilità di assegnare quote dei contratti a intermediari scelti senza gare pubbliche.
Secondo i magistrati, questo sistema avrebbe favorito un circuito di assegnazioni arbitrarie e commissioni elevate, al quale avrebbero preso parte intermediari indicati come vicini al vertice della struttura presidenziale.

Il ruolo di Héctor Martínez Sosa e le accuse sui flussi economici

Tra i principali beneficiari individuati dagli inquirenti figura Héctor Martínez Sosa, marito della segretaria privata dell’ex presidente. È accusato di aver ricevuto circa il 60% delle commissioni generate dal sistema di intermediazione.
Per la Corte, vi sono elementi che indicano una “partecipazione diretta” di Fernández nel meccanismo, motivo per cui autorizza il giudice federale Sebastián Casanello a proseguire verso il dibattimento, con ulteriori approfondimenti richiesti sui flussi di denaro.

Gli sviluppi giudiziari e le altre accuse pendenti

L’ex presidente, che finora non ha commentato la decisione, è imputato anche in un altro procedimento riguardante minacce e lesioni nei confronti dell’ex compagna Fabiola Yáñez. Con la conferma dei capi d’accusa nel caso Nación Seguros, il quadro giudiziario che coinvolge Fernández si fa ora più complesso e potrebbe sfociare in un processo nei prossimi mesi.

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