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Tensione alla scuola Balsofiore di Forio d’Ischia: obbligo della mensa e proteste dei genitori

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Mattinata di alta tensione ieri presso la scuola elementare Balsofiore di Forio, dove è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per garantire il regolare svolgimento delle attività scolastiche. A scatenare il caos è stata la decisione della direzione scolastica di rendere obbligatoria la mensa per tutti gli alunni, comunicata sabato scorso al termine di un consiglio di istituto straordinario.

Dirigente scolastica colta da malore

L’introduzione dell’obbligatorietà della mensa, integrata nell’ora di educazione alimentare, ha provocato l’ira di molti genitori. Questa mattina diversi di loro si sono recati presso la direzione scolastica per chiedere l’esenzione dei propri figli, presentando in alcuni casi certificati medici. Di fronte al rifiuto della scuola, le tensioni sono sfociate in proteste animate, culminate con il malore della dirigente scolastica, successivamente trasportata in ospedale in ambulanza.

Mensa troppo costosa e tensione tra genitori e scuola

I genitori contestano principalmente il costo del servizio mensa, fissato a 6,24 euro per pasto per alunno, ritenuto troppo oneroso. In passato, il servizio era facoltativo e consentiva ai bambini di tornare a casa per pranzare e rientrare a scuola nel pomeriggio. Ora, invece, la frequenza è stata resa obbligatoria per tutti.

La situazione ha richiesto l’intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri, che hanno presidiato la scuola per diverse ore. Solo dopo un lungo confronto, grazie alla mediazione delle forze dell’ordine, è stata trovata una soluzione temporanea: gli alunni non iscritti alla mensa potranno tornare a casa per il pranzo e rientrare per le lezioni pomeridiane.

Situazione ancora incerta

Nonostante la momentanea risoluzione, la situazione resta incerta. Domani, agenti del commissariato di Polizia presidieranno nuovamente la scuola, in attesa di ulteriori determinazioni da parte della direzione scolastica.

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Arsenale e 60 kg di droga sequestrati dalla polizia a Catania

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Un arsenale e circa 60 chilogrammi di droghe sono stati sequestrati dalla polizia nel rione Picanello di Catania. Erano nascosti in un garage a cui gli agenti della squadra mobile sono arrivati grazie al fiuto dei cani Ares e Maui dell’unità cinofile delle Volanti della Questura. Occultati all’interno di valigie e di fusti in plastica la polizia ha trovato due fucili d’assalto del tipo Kalashnikov, calibro 7.62×39, un fucile semiautomatico Beretta, calibro 12 con matricola abrasa e con la canna mozzata, una pistola mitragliatrice Skorpion calibro 7.65 e altre nove pistole, tra rivoltelle e semiautomatiche, alcune delle quali prive di matricola, e anche ‘penna pistola’ calibro 6.35. Le armi sequestrate erano munite di silenziatori e di munizionamento di vario calibro. Nel nascondiglio sono stati trovati anche circa 60 chilogrammi di sostanze stupefacenti e materiale normalmente utilizzato per confezionare la droga. Nel dettaglio sono stati sequestrati 11 chili di hashish, 190 grammi di cocaina 48,218 chilogrammi di marijuana. Nel garage sono stati anche trovati anche due motocicli risultati rubati, che sono stati sequestri. Indagini sono in corso per identificare a chi era in uso il deposito

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Uccide la compagna a coltellate e tenta il suicidio

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Ha accoltellato a morte la convivente e poi ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra della palazzina dove la coppia viveva, insieme al figlio di un anno e mezzo, a Rufina in provincia di Firenze. Una famiglia apparentemente senza problemi, lui architetto, lei impiegata in un’azienda che si occupa di energie rinnovabili. Secondo quanto ricostruito, Lorenzo Innocenti, 37 anni, stamani prima delle 7, avrebbe colpito con numerose coltellate Eleonora Guidi, 34, mentre la donna era in cucina a preparare il caffè. In casa, in un’altra stanza, anche il loro figlio, che dopo la tragedia è stato affidato a familiari.

A dare l’allarme al 118 sarebbe stato il padre dell’uomo, che vive insieme alla moglie sullo stesso pianerottolo di via Cesare Pavese, dove la giovane coppia si era trasferita con l’arrivo del figlio. Avrebbe sentito dei rumori sordi provenire dall’appartamento, allarmandosi. Una volta bussato alla porta, si sarebbe trovato davanti il figlio con il coltello in mano e sporco di sangue. Nei momenti concitati che sono seguiti avrebbe prima disarmato il 37enne e poi, quando il figlio ha cercato di scappare e di raggiungere un ballatoio, sarebbe riuscito a fermarlo una prima volta.

Lorenzo Innocenti però è riuscito a fuggire nuovamente e si è lanciato nel vuoto dal secondo piano. Soccorso e trasportato in codice rosse con l’elicottero Pegaso all’ospedale fiorentino di Careggi, ha riportato gravi lesioni e si trova ricoverato in prognosi riservata in rianimazione. Sono stati quindi gli stessi sanitari ad allertare i carabinieri. Sul posto, insieme agli investigatori e alla scientifica dell’Arma, anche la pm Ornella Galeotti che ha poi sentito i familiari della coppia. Ancora da chiarire cosa possa aver scatenato la furia del 37enne: è stata ordinata una serie di accertamenti mentre lunedì sarà disposta l’autopsia sul corpo della vittima. La coppia viene descritta come tranquilla, serena, non sarebbero emersi contrasti o problemi; due giovani riservati, poco presenti sui social. A Rufina nessuno riesce a darsi una spiegazione.

A partire dal sindaco Daniele Venturi: “Era una coppia normalissima, non c’è niente che potesse far presagire una cosa del genere. Li conoscevo, il paese è piccolo, io sono poco più grande di loro. Lorenzo, che è architetto e ha delle proprietà immobiliari, mi aveva parlato di alcune idee che voleva sviluppare su Rufina”. Anche i vicini sono increduli: “Si vedevano poco, anche se lui abitava in zona praticamente da sempre, sicuramente non li abbiamo mai sentiti litigare”, dicono da un negozio nei pressi della palazzina. “Non solo non li ho mai visti litigare, ma neanche adirati. Proprio non me lo spiego”, dice scuotendo la testa Vasco, che abita a pochi metri dall’edificio di via Pavese e lì accanto ha anche la ditta di pelletteria.

“L’ultima volta li avevo incontrati due giorni fa. Quando erano insieme, con il bambino in carrozzina, erano sempre i primi a salutare. Davvero non riesco a capire cosa sia successo. Lorenzo era una persona eccezionale, non litigava mai, non alzava mai la voce”, ripete. “Conosco bene il nonno, Alessio, babbo di Lorenzo – aggiunge – Il bambino era spesso con lui, quando invece era insieme alla mamma mi diceva sempre che andava a mangiare uno yogurt al bar Galletto” dove aveva lavorato fino a poco tempo fa la mamma di Eleonora, oggi in pensione. Anche qui poca voglia di parlare e tanta incredulità. “Cristina è stata con noi per tanti anni ed era come una di famiglia – racconta Fabrizio – conoscevamo anche Eleonora e quando la vedevamo sembrava la persona più felice del mondo. E’ un qualcosa di inspiegabile”.

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Napoli: picchia la compagna e sperona auto giovane intervenuto, arrestato

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Picchia la compagna, poi aggredisce un giovane che ha provato a soccorrerla speronando la sua auto. È successo a Torre del Greco, in provincia di Napoli, dove i Carabinieri hanno arrestato un 34enne di Boscotrecase, già noto alle forze dell’ordine. Il 20enne intervenuto ha notato l’uomo mentre in auto prendeva a schiaffi la donna seduta al suo fianco; il giovane ha chiamato il 112 chiedendo l’intervento dei Carabinieri ma nel frattempo ha gridato al conducente dell’auto di fermarsi. Il 34enne ha ingranato la marcia e ha speronato l’auto nella quale era rientrato il giovane intervenuto, poi ha perso il controllo del veicolo e ne ha tamponato un altro parcheggiato. Sul posto sono arrivati i Carabinieri della sezione radiomobile di Torre del Greco che, dopo una breve colluttazione, hanno arrestato il 34enne, risultato in permesso premio, appena uscito dal carcere di Eboli (Salerno) per qualche ora.Il 34enne, che è stato portato nel carcere di Poggioreale a Napoli, dovrà rispondere di maltrattamenti, danneggiamento, violenza privata, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.

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