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Televisione, a gennaio finalmente la serie sul Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

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Nel 2021 il palinsesto della Rai ci regalerà due serie molto attese: “Il Commissario Ricciardi” e la terza stagione dei “Bastardi di Pizziofalcone”, entrambe tratte dai lavori letterari di Maurizio De Giovanni.
Il Commissario Ricciardi è ambientata negli Anni ’30 nella Napoli fascista e narra delle attività investigative del Commissario  (interpretato da Lino Guanciale), un investigatore fuori del comune che risolve casi intricati grazie alle sue doti innate di leggere e percepire le anime delle persone decedute per morte violenta, in altre parole lui ‘vede’ i fantasmi delle vittime e risolve casi che sembrano impossibili.
La seria nasce dalla coproduzione di Rai Fiction e Clemart e sarà diretta da Alessandro D’Alatri.
Approderà in prima serata su Rai 1 a partire da gennaio e sarà composto da sei episodi.


Nel cast anche Serena Iansiti (Livia), Maria Vera Ratti (Enrica), Antonio Milo (Maione), Enrico Ianniello (il dottor Bruno Modo), Fabrizia Sacchi (Lucia Maione), Nunzia Schiano (Rosa), Peppe Servillo (Don Pierino), Mario Pirrello (Garzo), Adriano Falivene (Bambinella), Massimo De Matteo (il padre di Enrica), Susy Del Giudice (la madre di Enrica) e Marco Palvetti (Falco).


Oltre a Ricciardi, il prossimo anno vedremo anche l’altro successo nato dalla penna di Maurizio De Giovanni, “I bastardi di Pizzofalcone” giunto alla terza stagione.
L’ultima puntata della scorsa edizione è terminata in modo cruento, con la bomba che esplode nel ristorante di Letizia dove era riunita tutta la squadra di Pizzofalcone, per festeggiare la conclusione di un’importante indagine sulla criminalità organizzata. L’esplosione ha provocato morti e feriti e i sopravvissuti dovranno affrontare i sensi di colpa, le angosce e lo sconforto causati dell’evento drammatico. Tutta la squadra sarà ossessionata da un’unica domanda: chi sarà stato il mandante?


Nella serie oltre al cast già rodato nelle precedenti stagioni ( Alessandro Gassman, Massimo Gallo, Carolina Crescentini e Tosca d’Aquino) ci sarà Maria Vera Ratti, che interpreterà il nuovo commissario Elsa Martini.
Le opere di Maurizio De Giovanni, un grande successo, nelle librerie adesso sono disponibili anche nella versione a fumetti, grazie alla collaborazione fra lo scrittore e la Sergio Bonelli Editore.

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Le pagelle della prima serata del Festival di Sanremo 2025

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Le pagelle della prima serata del festival di Sanremo (secondo l’ordine di uscita dei cantanti in gara):

Gaia – “Chiamo io chiami tu” – Voto 5

Apre il Festival, ma sparisce subito dopo. Il brano tenta di essere accattivante, ma non centra l’obiettivo.

Francesco Gabbani – “Viva la vita” – Voto 7,5

L’Ariston è il suo regno. Con l’orchestra si esalta e dà il meglio di sé, un pezzo coinvolgente e ben costruito.

Rkomi – “Il ritmo delle cose” – Voto 6,5

Ben ritmato, ma servirebbe un corso di dizione. Il torso nudo ha agitato le signore della prima fila.

Noemi – “Se t’innamori muori” – Voto 7

Voce graffiante, esibizione intensa e un look sofisticato. Dal vivo meglio che su disco.

Irama – “Lentamente” – Voto 6,5

Il tocco di Blanco si sente, ma l’identità di Irama rimane intatta. Sanremese fino in fondo.

Coma_Cose – “Cuoricini” – Voto 7

Look e performance fanno parte dello show. California in versione Sposa Cadavere si fa notare.

Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola” – Voto 8

Commozione pura. Un pezzo che tocca il cuore e porta alle lacrime. Standing ovation.

Marcella Bella – “Pelle diamante” – Voto 5,5

Storica della musica, ma il tempo è andato avanti. Una metà di pubblico apprezza, l’altra meno.

Achille Lauro – “Incoscienti giovani” – Voto 8

Elegante e convincente, lontano dagli eccessi del passato. Una metamorfosi riuscita.

Giorgia – “La cura per me” – Voto 8,5

Autotune bandito, solo talento puro. Si gioca la vittoria in un campionato senza rivali.

Willie Peyote – “Grazie ma no grazie” – Voto 6,5

Meno incisivo del solito, ma sempre ironico e dissacrante. Un festival con la sua quota sociale.

Rose Villain – “Fuorilegge” – Voto 5,5

Troppo simile a sé stessa. Funziona, ma rischia di diventare ripetitiva.

Olly – “Balorda nostalgia” – Voto 6,5

I bookmaker lo danno vincitore, ma Sanremo è imprevedibile. Brano che avrà futuro.

Elodie – “Dimenticarsi alle 7” – Voto 6

Sottotono rispetto alle aspettative. Il brano si perde nel ritmo della serata.

Shablo feat. Guè, Joshua, Tormento – “La mia parola” – Voto 6,5

Un festival improbabile per loro, ma portano energia e divertimento.

Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore” – Voto 6,5

Difende la tradizione tra elettronica e rap. Il sax è una carezza al cuore.

Tony Effe – “Damme ‘na mano” – Voto 7

Si rifà alla tradizione dello stornello romano. Operazione di riposizionamento ben riuscita.

Serena Brancale – “Anema e core” – Voto 7

Energia e buon umore. Una rivelazione per alcuni, una conferma per altri.

Brunori SAS – “L’albero delle noci” – Voto 8

Poesia e ricerca testuale di livello. Non delude mai.

Modà – “Non ti dimentico” – Voto 6

Sempre fedeli a sé stessi, ma Kekko sa cantare e si fa ascoltare.

Clara – “Febbre” – Voto 5

Il debutto di un anno fa aveva sorpreso, ma ora manca l’effetto novità.

Lucio Corsi – “Volevo essere un duro” – Voto 8+

Un marziano all’Ariston. Una ventata di creatività e genialità.

Fedez – “Battito” – Voto 7

Cupo, inquietante, ma convincente. L’autotune è eccessivo, ma resta efficace.

La Tana del Granchio – Voto 5

Rischia di non lasciare il segno nonostante le buone intenzioni.

Sarah Toscano – “Amarcord” – Voto 5-

Forse troppo giovane per cantare di ricordi. Avrebbe avuto bisogno di più esperienza.

Joan Thiele – “Eco” – Voto 7+

Eleganza e stile raffinato. Tra Mina e gli anni ’60, una perla rara.

Rocco Hunt – “Mille vote ancora” – Voto 7,5

Il legame con le radici resta intatto. Tra rap e ritmi mediterranei, sempre autentico.

Francesca Michielin – “Fango in paradiso” – Voto 5

Non il miglior pezzo della sua carriera. Troppo scialbo per lasciare il segno.

The Kolors – “Tu con chi fai l’amore” – Voto 6,5

Fedeli al loro stile. Hit pronta per la radio.

Carlo Conti – Voto 7,5

Esperto, ritmato e perfettamente a suo agio. La macchina è partita bene.

Gerry Scotti – Voto 7

Simpatia e leggerezza. Si diverte e fa divertire, smorzando la tensione.

Antonella Clerici – Voto 7

Sempre autentica. Una presenza familiare e rassicurante per il pubblico.

Noa e Awad – Voto 10

Un messaggio potente contro la guerra. Momento di altissimo livello.

Jovanotti – Voto 10

Energia pura, coinvolgente come sempre. Ha travolto Sanremo con la sua carica.

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Sanremo 2025, i primi cinque artisti secondo la sala stampa dopo la prima serata

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La prima serata del Festival di Sanremo 2025 ha dato i suoi primi verdetti, con la sala stampa che ha espresso le proprie preferenze sui concorrenti in gara. I primi cinque artisti, non in ordine di classifica, sono:

  • Brunori SAS
  • Giorgia
  • Lucio Corsi
  • Simone Cristicchi
  • Achille Lauro

Il voto della sala stampa e le prime impressioni

La sala stampa, composta da giornalisti e critici musicali, ha espresso le sue preferenze basandosi su esibizioni, arrangiamenti e impatto scenico. Questi cinque artisti hanno convinto pubblico e addetti ai lavori, pur senza una graduatoria ufficiale per ora.

Un mix di stili e generazioni

L’elenco dei primi cinque nomi rappresenta una fusione di generi e generazioni. Dai toni raffinati di Brunori SAS e Giorgia, al cantautorato originale di Lucio Corsi e Simone Cristicchi, fino alla forte impronta pop e provocatoria di Achille Lauro. Questa varietà di suoni e linguaggi riflette il carattere eclettico del Festival.

Attesa per le prossime serate

Con ancora molte esibizioni da ascoltare e votazioni da raccogliere, la competizione resta aperta e imprevedibile. Il Festival di Sanremo 2025 continua a regalare emozioni e a stimolare il dibattito tra pubblico e critica.

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Sanremo, il Papa e Jovanotti per il festival ecumenico di Conti

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Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Achille Lauro sono i Big che occupano le prime cinque posizioni – non in ordine di posizione – nella classifica provvisoria dopo la prima serata di Sanremo, frutto della votazione della Giuria della Sala Stampa, Tv e Web. Una serata che consegna il festival alla storia, grazie al videomessaggio di papa Francesco che parla della musica “come strumento di pace”, lingua universale che “può aiutare la convivenza dei popoli”, e del sogno di “vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile”.

Sul palco dell’Ariston ci sono Noa e Mira Awad, pronte a intrecciare le loro voci israeliana e palestinese sulle note di Imagine di John Lennon: “Con la speranza che questo inno arrivasse in tutto il mondo, ho voluto mettere al corrente una persona che è nel cuore di tutti noi, che grida a tutto il mondo per chiedere la pace”, dice emozionato Carlo Conti introducendo l’intervento del pontefice. “Penso ai tanti bambini che non possono cantare, non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo, per le tante guerre, le situazioni di conflitto. Le guerre distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta”, sospira Francesco, invocando “un mondo più giusto e fraterno”.

Parole di forte impatto – accolte con “grandissima riconoscenza” dai vertici dell’azienda – che spazzano via il dibattito su un festival intimista, tutto microcosmo e poca attualità. Un momento alto di riflessione incastonato in una serata dal ritmo serratissimo, che regala al pubblico anche la travolgente performance di Jovanotti: per le strade, al porto, sui balconi, i tamburi dei Rockin’1000 accompagnano sulle note dell’Ombelico del Mondo l’artista, che si abbatte come un ciclone sul festival, entra in teatro accompagnato da 10 ballerini di Bollywood, poi con Il più grande spettacolo dopo il Big Bang si lascia abbracciare dal pubblico. Tutto d’oro vestito, canta un medley su I love you baby, Fuorionda, A te. Racconta l’emozione del ‘corpo nuovo’ dopo l’incidente di Santo Domingo e l’operazione (“sono un po’ bionico, titanico e anche un po’ fotonico e soprattutto felice di essere qua”), poi legge un testo di Fausto Bolelli sulla bellezza di essere imperfettamente se stessi.

Lo affianca Gianmarco Tamberi, il campione olimpico di salto in alto, che dopo i mesi “molto duri” di Parigi ha deciso di rimettersi in gioco: “Ci vediamo a Los Angeles 2028”, annuncia. Il festival ecumenico e corale di Conti si apre con l’omaggio a Ezio Bosso e con qualche problema di audio: “Ricordatevi che la musica come la vita si può fare in un solo modo: insieme”, le parole del musicista che pronunciò proprio qui, nel 2016. “Buonasera, benvenuti e ben arrivati all’edizione 75 del festival di Sanremo. I Conti tornano e sono tornato”, esordisce emozionato il direttore artistico. Occhi lucidi anche per Gerry Scotti, al debutto assoluto all’Ariston, che per l’occasione sfoggia la cravatta: “Nonostante io abbia sempre vissuto all’insegna della semplicità, mi avete fatto sentire importante”. E piange Antonella Clerici quando con i due compagni di viaggio ricorda l’amico Fabrizio Frizzi, “che è qui con noi”.

La conduttrice, dopo i mega abiti con cui ha lasciato il segno al festival, stasera punta su luminosità e trasparenze. Si balla subito con Chiara, Chiamo Io Chiami tu. “Qualcuno chiamerà”, chiosa Conti con un sorriso. “Sempre la solita emozione!”, urla Gabbani che convince con la sua Viva la Vita. Con la sua lunga lista di autori (“tutto il condominio”, scherza Scotti) e il petto nudo, Rkomi propone Il Ritmo delle Cose, Noemi intona Se t’innamori muori, Irama canta Lentamente e Scotti gli prende in prestito il mantello: “Questo è della mia misura, pesa 240 chili”.

I Coma_Cose si candidano al tormentone al ritmo di Cuoricini e simulano un cuore tenendosi per mano. La prima standing ovation della serata è per Simone Cristicchi, che toglie il fiato con Quando sarai piccola, dedicata alla madre malata, fra abbracci da non sprecare, sguardi pieni di silenzio e la fatica di doverlo accettare. Si cambia registro con Marcella Bella, che all’Ariston vuole portare un messaggio di empowerment femminile con Pelle di diamante. Alla quarta volta in gara, l’ex provocatore Achille Lauro, frac di velluto nero, camicia bianca e spilla di brillanti, emoziona con Incoscienti Giovani. Giorgia manda l’Ariston in visibilio con La cura per me. Completo candido, guanti di pelle rossi, Tony Effe canta Damme Na Mano con l’inquadratura in bianco e nero.

Decisamente è più se stesso Lucio Corsi: Volevo essere un duro, e il look cita David Bowie. “Vedo nero pure il cielo”: Fedez racconta la depressione, lo sconforto, la “guerra dei mondi” riflessa negli occhi con le lenti a contatto nere in Battito. Brunori Sas dedica alla figlia L’albero delle noci, Francesca Michielin dopo lo scivolone riesce a camminare senza stampelle prima di cantare Fango in Paradiso. In piazza Colombo si balla con Raf, sulle sonorità anni ’80 di Self Control.

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