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Economia

Tav, avanti con i bandi. Il premier Conte: nessun onere a carico Stato

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Tutto come previsto: il consiglio d’amministrazione di Telt, in videoconferenza tra Roma e Parigi, da’ il via libera all’unanimita’ alla pubblicazione degli ‘avis de marche’s’, (bandi in francese), relativi agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base della Torino-Lione. Serafico il commento di Giuseppe Conte: “La Telt – evidenzia il premier – quest’oggi ha dato il via libera alla mera attivita’ di presentazione delle candidature da parte delle imprese, senza oneri a carico dello Stato italiano”. Di diverso tono la reazione di Lega e i Cinque Stelle: in un clima di campagna elettorale, i due alleati interpretano questa decisione in modo diametralmente opposto. In questo clima di fragile tregua raggiunta nel fine settimana, c’e’ da registrare, sul fronte ‘siTav’, il pressing della Confindustria e il monito di Bruxelles. La rilevanza di un’opera come l’alta velocita’, ammonisce il centro studi di Confindustria, “va oltre il mero calcolo economico e include anche aspetti legati alla sostenibilita’ ambientale, alla competitivita’ territoriale, agli effetti di agglomerazione sulle economie locali, all’impatto reputazionale”. Insomma, per gli industriali italiani, la bocciatura dell’analisi costi benefici non puo’ bastare per fermare la Tav. Netto anche l’avvertimento della Commissione europea, secondo cui “la pubblicazione degli ‘avis de marche’ e’ un primo passo necessario”. Ma “altri ne serviranno” per scongiurare il rischio di perdere i fondi Ue. In questo contesto, nella maggioranza ognuno va dritto per la sua strada, guardando gia’ alla sfida delle prossime europee del 26 maggio, senza esclusione di colpi.

Uno di questi lo ha messo a segno la Lega, proprio ai danni dell’alleato: il partito verde ha appena nominato come nuovo responsabile esteri Marco Zanni, europarlamentare, eletto dai Cinque Stelle. Matteo Salvini ribadisce sicuro che “la Tav andra’ avanti”. “Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni e’ evidente che la Tav non si fara’”, replica il sottosegretario Cinque Stelle Manlio Di Stefano. E piu’ tardi, ambienti pentastellati, vanno oltre. “La nota ufficiale di Telt – fanno sapere fonti 5S – sottolinea l’impegno a verificare le volonta’ dei due governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all’invio dei capitolati di gara alle imprese. Ergo appare evidente che i bandi sono stati rinviati. Ma se la Lega vuole che diciamo che i bandi sono partiti, lo facciamo. Se li fa stare meglio ok, basta che chiudiamo questa farsa”. Anche il premier Giuseppe Conte, oggi all’inaugurazione di uno stabilimento di Fincantieri nel veronese, osserva che la Tav non deve essere “un’ossessione”. “Io – osserva Conte molto rilassato – ho un problema piu’ grande: la ripresa dell’Italia, lanciare il sistema delle infrastrutture in Italia, magari con la Tav avessimo risolto il problema…”. Nicola Zingaretti, segretario del Pd, invece e’ sicuro che alla fine la Tav si fara’, perche’, spiega: “il vero capo del governo si chiama Matteo Salvini”. Archiviato, almeno al momento, lo scontro sulla Torino-Lione, M5s e Lega sembrano divise anche sul dossier delle Olimpiadi invernali del 2026. Anche su questo terreno, la Lega spinge in avanti e i Cinque Stelle frenano. Tuttavia, Salvini ostenta ottimismo, dicendosi “straconvinto che le Olimpiadi del 2026 saranno un’occasione eccezionale, una vetrina per le incredibili bellezze italiane e lombarde”. “Per quel che riguarda l’impegno del governo – spinge Salvini – penso che questo debba esserci. Ci sarebbe un ritorno economico vero, senza analisi costi-benefici di un miliardo di euro almeno”.

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Economia

Confesercenti: “Col dazio sui piccoli pacchi extra-Ue 1 miliardo l’anno per la rigenerazione urbana”

Il presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, plaude al dazio sui pacchi extra-Ue sotto i 150 euro: “Scelta giusta, può portare un miliardo di euro l’anno e finanziare la rigenerazione urbana e le microimprese”.

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L’introduzione di un dazio sui piccoli pacchi provenienti da Paesi extra-Ue è un “passo nella direzione giusta”. Lo afferma Nico Gronchi (foto in evidenza di Imagoeconomica), presidente nazionale di Confesercenti, commentando l’accordo raggiunto in sede Ecofin per eliminare l’esenzione dai dazi sui pacchi sotto i 150 euro.

Secondo le stime dell’associazione, la misura potrebbe generare fino a 1 miliardo di euro l’anno di gettito fiscale, ponendo un freno a un fenomeno che da anni altera la concorrenza e penalizza il commercio di prossimità.


Un fondo per la rigenerazione urbana e le piccole imprese

Gronchi sottolinea che l’Italia ha sempre sostenuto questa misura a livello europeo, ma ora è necessario che una parte del gettito venga destinata a un fondo stabile per finanziare la rigenerazione urbana e l’innovazione delle micro e piccole imprese.

“La rigenerazione urbana è una delle vere urgenze del Paese – spiega –. Nelle città e nei centri minori si moltiplicano aree svuotate di attività economiche e di servizi di prossimità, con effetti diretti sulla qualità della vita, sulla sicurezza e sull’attrattività dei territori. Servono risorse per riportare funzioni economiche nei quartieri dove stanno scomparendo e ricostruire tessuto sociale”.


L’impatto ambientale e infrastrutturale dell’eCommerce

Confesercenti evidenzia anche il peso crescente del commercio elettronico e delle spedizioni di pacchi. Le stime parlano di un miliardo di pacchi movimentati in Italia nel 2025, tra spedizioni standard e pacchi di scarso valore provenienti da fuori Ue.

“Un miliardo di pacchi significa movimentazioni, consegne, percorrenze di mezzi, consumo di suolo ed energia, smog e congestione urbana – osserva Gronchi –. Si tratta di costi ambientali e infrastrutturali che ricadono sui territori, mentre la rete dei negozi continua a sostenere tutte le imposte locali”.


Verso un mercato più equilibrato

Per Confesercenti, il nuovo dazio rappresenta un primo passo per riequilibrare il mercato tra commercio online e tradizionale, garantendo condizioni più eque e sostenendo le realtà economiche locali.

“Un fondo alimentato dal gettito dei pacchi extra-Ue – conclude Gronchi – permetterebbe di intervenire nei territori più colpiti dalla desertificazione commerciale e dagli squilibri generati dall’eCommerce, trasformando una misura fiscale in un’opportunità di rilancio urbano e sociale”.

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Poste Italiane, utile netto a 1,77 miliardi: risultati record e acconto sul dividendo in crescita del 21%

Poste Italiane chiude i primi nove mesi del 2025 con risultati record: utile netto a 1,77 miliardi (+11,2%), ricavi a 9,6 miliardi e acconto sul dividendo a 0,40 euro per azione.

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Poste Italiane chiude i primi nove mesi del 2025 con i migliori risultati dalla quotazione in Borsa, avvenuta nel 2015. L’utile netto sale a 1,77 miliardi di euro, in crescita dell’11,2% su base annua, mentre i ricavi raggiungono 9,6 miliardi, con un incremento del 4% rispetto al 2024.
Il risultato operativo (Ebit) adjusted tocca i 2,5 miliardi (+10%), superando le attese del mercato e confermando la solidità di tutti i segmenti di business.

Dopo cinque trimestri consecutivi di performance record, abbiamo nuovamente raggiunto risultati straordinari”, ha dichiarato l’amministratore delegato Matteo Del Fante (foto Imagoeconomica in evidenza), annunciando anche un acconto sul dividendo record di 0,40 euro per azione, pari a 518 milioni di euro complessivi, in crescita del 21% rispetto all’anno scorso.

Guidance confermata e bilancio solido

Del Fante ha confermato la guidance 2025, che prevede un risultato operativo adjusted a 3,2 miliardi e un utile netto di 2,2 miliardi.
La solidità dei risultati raggiunti conferma la nostra capacità di generare una crescita sostenibile e redditizia — ha spiegato l’ad — grazie a una solida esecuzione commerciale e a un’efficace gestione dei costi”.

Poste mantiene inoltre un bilancio robusto, con un livello di indebitamento contenuto e un coefficiente di solvibilità Solvency II al 312%, ben al di sopra delle ambizioni manageriali e garanzia di una notevole flessibilità finanziaria.

Crescono tutti i comparti del gruppo

Il comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione registra ricavi per oltre 2,8 miliardi, trainati dall’aumento dei volumi dei pacchi e da una maggiore diversificazione della base clienti.

I servizi finanziari crescono del 5% anno su anno, raggiungendo 4,2 miliardi di ricavi grazie alla solida performance del portafoglio di investimenti e a una spinta commerciale costante.

Nel ramo assicurativo, i ricavi salgono del 10% a 1,4 miliardi, con risultati positivi sia nel comparto Investimenti e Previdenza sia nel business della Protezione.

I servizi Postepay confermano la loro spinta innovativa, con ricavi in crescita del 5% a 1,2 miliardi e un Ebit adjusted di 416 milioni (+9%), sostenuti da un aumento del transato del 9,3% e da una crescita delle transazioni dell’ecosistema del 12,8%.

Anche Poste Energia, il marchio dedicato alle forniture di luce e gas, si avvicina all’obiettivo di un milione di clienti entro la fine dell’anno, avendo già raggiunto 950.000 sottoscrizioni.

Partnership strategica con Tim e focus sull’innovazione digitale

Del Fante ha inoltre annunciato un’accelerazione delle sinergie con Tim:

  • nel primo trimestre 2026, Poste Mobile inizierà la migrazione verso l’infrastruttura mobile di Tim come operatore virtuale (Mvno);

  • il 29 settembre è stato lanciato “Tim Energia powered by Poste Italiane” in oltre 750 punti vendita Tim, con risultati commerciali “solidi e promettenti”;

  • è stata firmata una lettera di intenti per una joint venture con Tim Enterprise dedicata ai servizi IT basati sul cloud.

Del Fante ha spiegato che “stiamo lavorando su ulteriori opportunità di cross-selling e ottimizzazione dei costiattraverso attività di procurement congiunto”, sottolineando come innovazione e sinergie industriali rappresentino il motore della crescita futura del gruppo.

Con i numeri migliori dalla quotazione e una strategia di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzata, Poste Italiane conferma il suo ruolo di pilastro economico e industriale del Paese.

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Economia

Generali, utile netto a 3,2 miliardi e premi in crescita: boom del comparto Danni e solidità patrimoniale in aumento

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Il gruppo Generali archivia i primi nove mesi del 2025 con risultati in forte crescita, confermando la propria solidità e la capacità di generare valore anche in un contesto economico complesso. I premi lordi salgono a 73,1 miliardi di euro, in aumento del 3,7%, grazie soprattutto al comparto Danni (+7,2%), mentre la raccolta netta Vita raggiunge i 10,4 miliardi.

L’utile netto si attesta a 3,215 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,962 miliardi dei primi nove mesi del 2024, che includevano la plusvalenza derivante dalla cessione di Tua Assicurazioni (58 milioni al netto delle imposte).

Risultato operativo sopra 5,9 miliardi: +10,1%

Il risultato operativo complessivo tocca i 5,9 miliardi di euro, con un incremento del 10,1%. La performance è trainata dal settore Danni, che cresce del 23,9% a 2,737 miliardi, grazie anche al combined ratio migliorato al 94,2% (96,3% nei primi nove mesi del 2024).

Secondo il gruppo, la limitata incidenza delle catastrofi naturali ha contribuito a consolidare i risultati. Generali sottolinea che le decisioni prese in termini di accantonamenti e gestione prudente rafforzano ulteriormente il bilancio e aumentano le probabilità di superare i target finanziari del piano strategico “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”.

Vita e asset management: crescita più contenuta

Nel segmento Vita, il risultato operativo è in modesta crescita dell’1,8% a 3,091 miliardi, mentre il valore del nuovo business sale a 2,264 miliardi (+3,7%), sostenuto dall’aumento dei volumi e da una migliore redditività.
Per quanto riguarda l’Asset & Wealth Management, il risultato operativo è stabile a 843 milioni (+0,7%), con l’Asset Management in crescita del 9,9% a 429 milioni, includendo un contributo di 57 milioni da Conning.

Escludendo Conning, la crescita organica sarebbe pari al +3,5%. In calo invece l’utile operativo di Banca Generali, che scende del 7,3% a 414 milioni di euro.

Premi Vita e Danni: solidi in tutti i comparti

Nel ramo Vita, i premi lordi aumentano dell’1,8% a 46,2 miliardi, con le linee puro rischio e malattia (+8%) e risparmio tradizionale (+10,3%) in crescita, mentre i prodotti ibridi e unit-linked segnano una flessione del 4,7%.
Il comparto Danni mostra invece una dinamica molto positiva con premi lordi in crescita del 7,2% a 26,8 miliardi: il ramo non auto segna +7,6% (che salirebbe a +8% includendo Europ Assistance), mentre la linea auto cresce del 7,1%.

Solvibilità e capitale in rafforzamento

Generali conferma una solida posizione patrimoniale, con un Solvency II ratio al 214%, in miglioramento rispetto al 210% di fine 2024.
Il dato riflette 51,1 miliardi di fondi propri ammissibili e 23,9 miliardi di requisiti patrimoniali, beneficiando della robusta generazione di capitale e di un effetto di mercato positivo.

La crescita dell’utile netto normalizzato (+14%) porta l’utile per azione a 2,16 euro, in aumento del 16% su base annua.

Con questi risultati, Generali consolida il suo ruolo di leader europeo nel settore assicurativo, dimostrando una gestione prudente ma capace di garantire redditività e solidità patrimoniale in linea con gli obiettivi del piano industriale.

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