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Svolta della Lego, mattoncini ‘genderless’: basta etichette di genere sui giocattoli

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Mattoncini della Lego ‘genderless’ per superare gli stereotipi che dividono maschietti e femminucce. E’ l’ultima idea del gigante dei giocattoli danese che a maggio aveva lanciato la prima collezione di blocchetti e personaggi arcobaleno in omaggio alla comunita’ Lgbtq. La decisione della Lego di eliminare dalle sue confezioni le etichette “per bambine” e “per bambini” e’ arrivata dopo che una ricerca commissionata al Geena Davis Institute on Gender in Media ha rivelato che la classificazione creava un disagio nei bambini. In pratica mentre le ragazze non sono per nulla bloccate dal fatto che un certo gioco non si rivolga direttamente a loro ma anzi si dimostrano “desiderose di lanciarsi in nuove esperienze”, il 71% dei maschietti intervistati dai ricercatori ha confessato la paura di essere presi in giro qualora giocassero con scatole di costruzioni “per ragazze”. Una paura, ha sottolineato lo studio riportato dal Guardian, condivisa se non ancora piu’ accentuata nei genitori. “Sono piu’ preoccupati per i figli maschi che per le figlie femmine”, ha spiegato al Guardian Madeline Di Nonno, amministratore delegato dell’istituto. La ricerca ha coinvolto 7.000 tra genitori e bambini dai sei ai 14 anni provenienti da tutto il mondo, dalla Cina alla Repubblica Ceca, passando per Giappone, Polonia, Stati Uniti.

“Stiamo lavorando sodo per rendere Lego piu’ inclusiva”, ha dichiarato Julia Goldin, capo del marketing del piu’ grande produttore di giocattoli al mondo. A maggio era stata la volta del primo set Lgbtq+ intitolato ‘Everyone is awesome’, ‘Siamo tutti fantastici’. Undici personaggi su uno sfondo arcobaleno ai quali non e’ stato appositamente assegnato nessun genere specifico. Il designer del set, Matthew Ashton, lo aveva creato per la sua scrivania ma dopo che ha suscitato l’interesse di colleghi membri della comunita’ ha deciso di proporlo per la produzione su larga scala. Adesso e’ guerra alle etichette stereotipate. Al posto del genere sulle confezioni e sul sito Lego d’ora in poi i clienti troveranno semplicemente una divisione per “passioni”. “Vogliamo incoraggiare bambini e bambine a giocare con set che non siano stati disegnati tradizionalmente per loro”, ha sottolineato Goldin. L’idea dei giocattoli “senza genere” era stata lanciata per la prima volta sei anni fa dalla mega catena statunitense Target che aveva anche eliminato il rivestimento rosa e blu dagli scaffali per evitare qualsiasi riferimento a “maschi” e “femmine”.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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