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Cronache

Suicida nel suo negozio Umberto Sbrescia, professionista della foto: era oberato di debiti col fisco

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Non amiamo eticamente dare notizie di suicidi. C’è una eccezione. Quella di un uomo che si toglie la vita perchè oberato dai debiti. Ieri mattina Umberto Sbrescia, 66 anni, foto-rivenditore e fotografo professionista amato e rispettato, ha fatto questa scelta. Si è tolto la vita nel suo negozio dopo essersi chiuso dall’interno. Era uscito la mattina di casa per andare a lavoro. Sembrava tutto normale alla famiglia. Ma quest’uomo da oltre un anno non incassava un centesimo di euro per l’emergenza covid e in più aveva il fiato sul collo di debito col Fisco e frase anche di privati.

Non poteva onorare quei debiti. Non  poteva perchè non lavorava, non perchè non voleva. Gli già scarsi guadagni erano diventati nulla con la pandemia,  soprattutto per la chiusura del settore delle cerimonie vietate. L’azienda Sbrescia era nata  nel 1958, ed era un punto di riferimento a Napoli per attrezzatura cine-fotografica professionale ed amatoriale.

Quest’uomo, questo professionista, forse non conoscendo la legge salva debiti o salva suicidi, ha fatto questa scelta estrema. Il suicidio l’ha scoperto la polizia nel pomeriggio, allertata dalla famiglia per il mancato rientro a pranzo di Umberto e perchè non  rispondeva al telefono. Era nel suo negozio.  Dove si era tolto la vita. Ha lasciato un biglietto per la famiglia. Nel biglietto il dramma dei debiti con lo Stato e con privati.

Ugo Pons Salabelle ricorda Umberto Sbrescia, il foto rivenditore che ha deciso di lasciarci togliendosi la vita nel suo negozio

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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