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Spettacoli

Successo a Milano per Alberta Ferretti con abiti vaporosi e i colori della terra

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Alberta Ferretti nella sua Milano Fashion Week  ha riscosso  un gran successo con i suoi abiti e le sue modelle d’eccezione, Kaia Gerber e Bella Hadid. Nel parterre vip ed influencer, italiane e no. C’erano Chiara Ferragni, Kitty Spencer, Caroline Daur, la cantante Ellie Goulding è molti altri.

La nuova collezione è stata un vero e proprio viaggio negli anni ‘70, lo stile Seventies è stato rivisitato in chiave contemporanea pur senza tradire la linea classica.  Elemento dominante della sfilata Ferretti il suede, tante le gonne con inserti in pelle nelle tonalità arancio e rosa e le micro giacche frangiate. In passerella si sono visti anche abiti morbidi di varie lunghezze; molto belle le tinte scelte nelle tonalità calde, da sole o accostate ad altri colori. Tutti gli outfit  si completavano con cappelli a tesa larga realizzati in tessuto tecnico e gioielli etnici composti con macro pietre smaltate.

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Spettacoli

Conti: il primo superospite di Sanremo sarà Jovanotti

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“Il primo superospite del Festival di Sanremo sarà Jovanotti che si esibirà martedì 11 febbraio”. L’annuncio, per la serata inaugurale delle kermesse, è arrivato direttamente da Carlo Conti al Tg1 di questa sera. Il conduttore e direttore artistico ha quindi dato la linea al cantante in collegamento, che ha scherzato facendo finta di credere di essere stato invitato al Festival di Costrocaro. “E’ una bellissima notizia – ha detto Jovanotti -, sarà bellissimo”.

“Ti preparo una cosa fantastica”, ha aggiunto poi rivolgendosi a Conti. Jovanotti era stato in gara al Festival nel 1989 con il brano ‘Vasco’, classificandosi al quinto posto. Poi era andato ospite nel 2000 con il rap, interpretato insieme al brasiliano Carlinhos Brown, ‘Cancella il debito’, che inneggiava alla cancellazione del debito dei paesi poveri e fece molto discutere. Poi nel 2022 l’artista era stato ospite della serata dei duetti con Gianni Morandi, provocando qualche polemica perché per quest’ultimo aveva anche scritto la canzone in gara ‘Apri tutte le porte’. Jovanotti è reduce dalla lunga convalescenza dopo l’incidente in bici di due anni fa a Santo Domingo.

Ha da poco pubblicato il singolo ‘Montecristo’ e ora si appresta ad uscire con il nuovo album ‘Il corpo umano’, fuori il 31 gennaio. Nel frattempo si prepara al supertour Palajova 2025 che partirà a marzo. Il nome di Jovanotti come superospite era nell’aria, come quello di Damiano, ex frontman dei Maneskin, sul quale però non ci sono ancora conferme. Mancano certezze anche sulla possibile presenza di Gerry Scotti, che – secondo Dagospia – arriverebbe come co-conduttore nella serata d’esordio nell’ambito di una sorta di patto di non belligeranza tra Rai e Mediaset.

“La prima serata, molto istituzionale, dedicata ai trenta Big in gara, la condurrò da solo… a meno che non riesca a convincere due amici storici”, aveva detto Conti al Tg1 di qualche sera fa, quando aveva svelato i nomi dei co-conduttori. Stasera però Conti non ha fatto cenno nè a Gerry Scotti, nè ad altri nomi. In un primo momento si era ipotizzato che sul palco dell’Ariston sarebbero potuti arrivare due amici storici del conduttore come Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, ma sulla loro presenza erano arrivate solo smentite. Ora emerge, appunto, l’ipotesi Scotti, insieme ad altre voci che portano ad un altro volto Mediaset come Paolo Bonolis. Sugli altri co-conduttori Conti aveva rivelato a sorpresa l’arrivo a Sanremo di Bianca Balti, confermando poi le indiscrezioni sulla presenza nelle diverse serate di Geppi Cucciari, Katia Follesa, Mahmood, Alessia Marcuzzi. All’Ariston arrivano anche Cristiano Malgioglio, Nino Frassica, Elettra Lamborghini e Miriam Leone.

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In Evidenza

Luca Tommassini, l’operazione a cuore aperto per salvargli la vita e il ‘grazie’ a Fiorello

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Luca Tommassini, coreografo e ballerino di fama mondiale, definisce il 2025 come il suo “anno del cuore nuovo”, una metafora che racchiude non solo la sua recente operazione alla valvola mitrale, ma anche un percorso di rinascita personale e professionale. Dopo giornate difficili, segnate anche da eventi traumatici come un furto nella sua abitazione e l’incendio della sua vecchia casa a Malibu, Tommassini riparte più determinato che mai.

Il cuore e l’intervento salvavita

«Lavoro senza sosta da quando ho 11 anni», racconta Tommassini. Negli ultimi due anni, tra il tour mondiale con Laura Pausini e la trasmissione mattutina con Fiorello, il suo corpo ha lanciato segnali d’allarme. «Fiorello mi guardò e disse: “È il cuore”», ricorda. E aveva ragione. Grazie all’intervento del dottor Piergiorgio Bruno del Policlinico Gemelli, Luca ha affrontato un’operazione a Natale. «Quando mi hanno stubato, il dolore era insopportabile», confessa. Ma la determinazione a evitare farmaci come il Fentanyl, che considera un nemico letale, lo ha aiutato a superare le difficoltà.

Un passato tra successi e ombre

La sua carriera lo ha portato a collaborare con leggende come Madonna, Michael Jackson, e Whitney Houston. Ma dietro le luci del palcoscenico si nascondevano ombre: «Fino ai 21 anni ero un atleta sanissimo. Poi, lavorare con Whitney fu un inferno. Cocaina, crack, crystal meth: più della metà di quelle persone non c’è più, compresa lei».

Grazie a Heather Parisi e a uno spettacolo in Italia, Tommassini ha trovato la forza di cambiare rotta. «Tornare da mia madre mi ha fatto chiudere con tutto», afferma. Un legame profondo con Parisi, che è andato oltre il lavoro, ma che non lo ha mai definito con etichette: «Ho amato uomini e donne. La mia lotta per essere libero è iniziata da bambino, con una madre disposta a tutto per proteggermi».

Una famiglia speciale e ricordi indelebili

La sua famiglia, per molti anni, è stata anche Madonna: «Ero il suo ballerino di fiducia. Mi propose di avere un figlio insieme, ma io sognavo una famiglia mia». Alla fine, fu Carlos Leon, personal trainer della pop star, a diventare il padre di Lola.

Luca non ha mai smesso di guardare a Michael Jackson come a una guida: «Era il mio faro. Grazie a Madonna ho potuto ballare anche con lui. Ogni volta che un bambino lo ascolta e sorride, è la prova che Michael è eterno».

Il futuro, tra rinascita e nuovi sogni

Oggi, Tommassini guarda al futuro con ottimismo e una rinnovata voglia di creare. Nonostante le difficoltà, si definisce fortunato: «La mia vita è stata un sogno, con alti e bassi. Il 2025 è l’anno del cuore nuovo, e sono pronto per ogni sfida».

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Cinema

Addio David Lynch, icona del cinema onirico e visionario

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Addio a David Lynch. L’acclamato regista di Velluto Blu, Mulholland Drive e della serie tv Twin Peaks, è morto a 78 anni. Fumatore incallito, Lynch aveva annunciato lo scorsa estate di avere l’enfisema e che non avrebbe più potuto lasciare casa per dirigere nuovi film. “C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma come avrebbe detto: ‘Punta gli occhi sul donut e non sul buco in mezzo'”, ha annunciato la famiglia su Facebook alludendo al dolce fritto, tipico della tradizione americana, simile ai bomboloni. Regista, sceneggiatore, produttore, musicista e artista visivo, Lynch era nato a Missoula, nel Montana. Sposato quattro volte, negli anni ’80 aveva avuto con Isabella Rossellini una relazione sentimentale con risvolti professionali: lei aveva recitato in uno dei film più celebri di David, il thriller psicologico Velluto Blu del 1986.

Tre volte candidato agli Oscar (più un Oscar alla carriera nel 2019), Lynch era famoso per il suo particolare stile cinematografico che fondeva surrealismo, noir e simbolismo onirico: era considerato tra i più influenti maestri del cinema contemporaneo ed era spesso paragonato a Luis Bunuel. Aveva cominciato come pittore e creatore di shot animati e live action, per poi farsi notare nel 1977 con Eraserhead, un’opera dall’umorismo nero diventata preso di casa nel circuito dei film di mezzanotte. Con The Elephant Man del 1980 (la storia della vita tragica di Joseph Merrick) era stato candidato per la prima volta agli Oscar, mentre Mulholland Drive del 2001, una lettera d’amore avvelenata a Hollywood che intreccia mistero e surrealismo, aveva vinto il premio per la miglior regia a Cannes. Negli anni Novanta era tornato alla ribalta per Twin Peaks, la serie rivoluzionaria che ha ridefinito il genere televisivo con narrazioni enigmatiche e atmosfere inquietanti.

Lynch aveva poi girato nel 2006 Inland Empire con Laura Dern, una delle sue attrici preferite. Più di recente aveva lavorato a Twin Peaks: The Return, un reboot in 18 puntate della serie originale, in onda nel 2017 su Showtime con al centro Kyle MacLachlan, un altro dei suoi attori cult. Lo scorso agosto Lynch, che da decenni praticava la meditazione trascendentale, aveva annunciato la malattia al giornale britannico Sight and Sound. L’enfisema lo aveva confinato a casa, incapace di muovere solo pochi passi prima di perdere il respiro. Tre anni fa il regista aveva detto addio alle sigarette: “Il fumo è qualcosa che ho amato moltissimo, ma alla fine ha avuto la meglio. Era parte della mia vita artistica: l’odore del tabacco, accendere una sigaretta, poi tornare a guardare cosa avevi fatto, o a riflettere su varie cose.

Niente al mondo è così bello, ma nel frattempo mi stava uccidendo”. Tornando poi a parlare con i fan su X dopo che le sue frasi erano state riprese da varie pubblicazioni, Lynch aveva precisato che, “enfisema a parte”, era “in ottima forma” e che non aveva “assolutamente intenzione di andare in pensione”. Restano intanto nel cassetto almeno due progetti: la sceneggiatura del film Antelope Don’t Run No More, apparentemente completata nel 2010, e la serie in 13 puntate su Netflix Wisteria/Unrecorded Night che nel 2020 sembrava nelle fasi iniziali di sviluppo.

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