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Strage sull’autobus precipitato in un burrone dopo lo scontro con un tir, decine di morti e feriti

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Un autobus turistico e un semirimorchio si sono scontrati ieri su una strada di montagna nello stato messicano di Veracruz: l’autobus è rotolato e ha preso fuoco, uccidendo almeno 21 persone e ferendone altre 30. Roberto Hernandez, direttore della difesa civile per la cittadina di Nogales, ha detto che l’autobus si girato su un fianco e il terreno ha bloccato le porte d’uscita. Le autorita’ affermano che entrambi i veicoli erano diretti a ovest quando apparentemente si sono scontrati in una zona montuosa nota come Cumbres de Maltrata ed entrambi hanno preso fuoco. Nella stesso luogo nell’aprile del 2006 un autobus che trasportava pellegrini religiosi precipito’ dall’autostrada giu’ per un ripido burrone uccidendo 65 persone.

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Pellegrinaggio Laudato Si’, parte da Pompei il cammino tra i luoghi inquinati della Terra dei Fuochi

Undici diocesi coinvolte per ricordare i 10 anni della Laudato Si’: preghiera, testimonianza e impegno per un futuro senza veleni.

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Sette giorni di cammino, undici tappe, migliaia di passi mossi dalla fede, dalla speranza e dalla denuncia: partirà venerdì da Pompei il pellegrinaggio “Sulle orme della Laudato Si’”, promosso dalla Conferenza episcopale campanaper ricordare i dieci anni dell’enciclica di Papa Francesco. L’itinerario attraverserà Castellammare, Nola, Acerra, Aversa, Caserta, Teano, Capua, Pozzuoli, per arrivare infine a Napoli il 24 maggio, nella piazza del Gesù.

Il grido della Terra e il dovere della Chiesa

«Non è solo una Via Crucis nelle terre inquinate — ha dichiarato monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana — ma un pellegrinaggio di speranza affinché quanto accaduto non si ripeta più». Insieme a lui, nella presentazione tenuta ad Acerra, anche il vescovo ausiliario di Napoli Gaetano Castello e il padre comboniano Daniel Moschetti.

Il messaggio è chiaro: dopo anni di inquinamento impunito e ritardi nelle bonifiche, è tempo di una svolta. Anche la recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha imposto all’Italia di garantire un ambiente sano nella Terra dei Fuochi entro due anni, segna una linea di non ritorno.

Zaino in spalla e fede nei piedi

Un gruppo di 20-30 pellegrini — tra cui sacerdoti, volontari e fedeli — camminerà con zaini e sacchi a pelo, ospitati ogni sera da una diversa diocesi. Ad accompagnarli giorno per giorno, i cittadini dei territori toccati dal cammino, in un percorso che unirà preghiera, penitenza, riflessione e partecipazione civile.

Saranno visitati luoghi simbolo dell’inquinamento campano, come il fiume Sarno, lo Stir di Tufino, l’inceneritore di Acerra, il biodigestore di Gricignano d’Aversa, le discariche di Lo Uttaro e Calvi Risorta, la zona ex Pozzi Ginori, i quartieri est di Napoli e l’area di Bagnoli.

Un cammino per risvegliare coscienze

«Cammineremo tra le terre deturpate dall’uomo per fare soldi, ma lo faremo con la preghiera di Papa Francesco nel cuore», ha detto padre Daniel Moschetti. E il vescovo Castello ha aggiunto: «Questa iniziativa nasce dalla fede ma è anche un’opportunità per scoprire e comprendere la realtà che ci circonda. Sarà un’occasione per tutti, autorità comprese, di confrontarsi su ciò che si è fatto e su quanto ancora resta da fare».

Appuntamento conclusivo a Napoli

La manifestazione finale si terrà venerdì 24 maggio alle 10.30 in piazza del Gesù a Napoli. Insieme ai pellegrini, ci saranno tutti i vescovi campani, il cardinale Domenico Battaglia, i rappresentanti di Regione Campania e Comune di Napoli, e le principali associazioni ambientaliste e della società civile.


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Pellegrinaggio Laudato Si’, parte da Pompei il cammino tra i luoghi inquinati della Terra dei Fuochi

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Parte da Pompei il pellegrinaggio ambientale dei vescovi campani: sette giorni tra i luoghi simbolo della Terra dei Fuochi per denunciare lo scempio e invocare speranza.

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Ragazza di 22 anni muore investita da un’auto a Genova

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Una ragazza di 22 anni, originaria di Reggio Emilia, è morta la notte scorsa dopo essere stata investita da una macchina in via Buozzi, nel quartiere Dinegro a Genova, mentre attraversava la strada. La ragazza era con una amica, rimasta ferita in modo lieve e trasportata in codice giallo all’ospedale Villa Scassi. Sul posto sono intervenuti il personale del 118 e i vigili del fuoco insieme ai carabinieri. I rilievi per chiarire le cause dell’incidente sono stati affidati agli agenti della sezione infortunistica della polizia locale. L’investitore è un uomo di 51 anni risultato negativo ai test. Le due amiche, secondo le prime informazioni, stavano attraversando fuori dalle strisce pedonali quando è arrivata l’auto che le ha travolte. La vittima è andata a sbattere contro il semaforo. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei medici.

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Referendum 8-9 giugno: quorum lontano, partecipazione in bilico e una campagna che non decolla

Cinque quesiti su lavoro e cittadinanza, ma l’astensione minaccia la validità della consultazione. E il centrodestra spinge per il non voto.

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A poco meno di un mese dal voto, il referendum dell’8 e 9 giugno rischia di naufragare nell’indifferenza. Dei sei quesiti inizialmente promossi, ne sono sopravvissuti cinque, dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile quello sull’Autonomia differenziata, considerato da molti il più mobilitante. I referendum rimasti riguardano quattro quesiti sul lavoro e uno sulla cittadinanza italiana: in particolare, spicca l’abrogazione del contratto a tutele crescenti del Jobs Act, voluto dal governo Renzi nel 2016, e la riduzione del periodo necessario per ottenere la cittadinanza italiana da 10 a 5 anni.

Quorum a rischio: l’incognita della partecipazione

Il nodo, come spesso accade, è il quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Un obiettivo che, guardando ai dati storici, appare quasi proibitivo: negli ultimi 30 anni, solo due referendum su dieci hanno raggiunto il quorum (nel 1995 e nel 2011). Le prime rilevazioni confermano lo scenario critico: solo il 28% degli italiani è certo di votare, mentre un ulteriore 15% lo considera “molto probabile”. Il totale dei potenziali votanti si attesta tra il 32% e il 38%, ben al di sotto della soglia minima necessaria.

Elettori informati a metà

Un ulteriore ostacolo è la scarsa consapevolezza dell’appuntamento elettorale. Solo il 62% degli italiani sa che si voterà, mentre il 32% non ne è a conoscenza e un 6% è convinto che non ci sarà alcun referendum. Una campagna informativa finora flebile che lascia presagire una partecipazione ristretta ai soli elettori più politicizzati.

Il fronte del sì e il peso dei partiti

I dati raccolti mostrano una maggioranza di “sì” su tutti i quesiti, in particolare quelli relativi al lavoro (tra il 79% e l’87% dei voti validi). Più sfumato il consenso sulla cittadinanza, dove il 66% voterebbe sì, ma con forti differenze tra elettori di centrosinistra (favorevoli) e centrodestra (contrari). In effetti, mentre il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si mostrano coinvolti, anche se non compattissimi sul Jobs Act, i partiti di governo – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – sembrano orientati a sostenere l’astensione.

La bizzarria istituzionale: la seconda carica dello Stato contro il voto

A rendere ancora più surreale il quadro c’è il comportamento del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha dichiarato pubblicamente di voler fare propaganda per l’astensione. Una bizzarria istituzionale senza precedenti, che ha suscitato le reazioni indignate delle opposizioni, che parlano apertamente di «gesto eversivo» e «sfregio alla democrazia».

Un quorum (quasi) impossibile

Se si calcolasse il quorum non sull’intero corpo elettorale ma solo su chi ha votato alle politiche del 2022 – come qualcuno propone – bisognerebbe comunque mobilitare almeno il 79% di quei votanti. Uno scenario decisamente in salita, che fotografa l’enorme distanza tra l’importanza dei temi referendari e la capacità di coinvolgere i cittadini.

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