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Cronache

Strage inarrestabile,4 donne uccise in sette giorni

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L’ultima in ordine di tempo e’ una donna di 38 anni, Donatella Miccoli, uccisa dal marito con una coltellata nel corso della notte scorsa mentre i loro bambini erano a casa dei nonni. Solo sei giorni fa nella campagna di Castelfranco Emilia (Modena) Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 69 anni, aveva ucciso a colpi di pistola la moglie e la figlia di lei, Gabriela Trandafir 47 e la giovane Renata, di soli 22 anni. Mentre il 15 giugno Filomena Galeone, medico di 61 anni, e’ stata uccisa con trenta coltellate dal figlio 17enne nel loro appartamento nel cuore di Napoli. Il ragazzo avrebbe ucciso la madre dopo un rimprovero legato alla ricarica della playstation. Una scia di sangue che non accenna a diminuire e che solo nell’ultima settimana ha visto la morte di quattro donne per mano di uomini. Nei primi sei mesi del 2022 sono 42 i femminicidi, uno ogni quattro giorni. Numeri alti, una scia di sangue infinita che ha lasciato senza vita mogli, ex, sorelle, figlie, madri, tutte morte per mano di un uomo, nella maggior parte dei casi un partner o un ex. Comunque uno di famiglia. Ripercorrendo a ritroso questi mesi di sangue del 2022 queste le donne uccise per mano di uomo. Il 20 maggio Maximo Aldana De La Cruz, 54 anni, ha confessato il femminicidio di Noelia Rodriguez, 46 anni, colpita ieri a Rimini con 21 coltellate. L’11 maggio Miranda Pomini di 91 anni e’ stata uccisa dal figlio 56enne che poi si e’ suicidato. Era il 4 maggio quando i corpi di Stefania Pivetta, 56 anni, e di sua figlia di 16 anni Giulia sono stati trovati senza vita a Samarate (Varese). Ad ucciderle il marito Alessandro Maja, 57 anni. Il 3 maggio, in una spiaggia di Sabaudia, Pietro Ialongo ha ucciso la sua ex Romina De Cesare di 36 anni che pochi giorni prima aveva scritto un post contro la violenza sulle donne. Sempre il 3 maggio Alice Scagni di 34 anni di Genova e’ stata uccisa dal fratello Alberto, 42, con 17 coltellate. Il 27 aprile Viviana Farolfi, 71 anni, viene ammazzata dal marito Alvaro Strocchi, 77 anni che poi si sucida a Ravenna. Il 26 aprile Sonia Solinas, 49 anni, e’ stata uccisa da Filippo Ferrari, poi suicida, di 37 anni nel Novarese. Romina Vento e’ stata fatta annegare nell’Adda dal compagno Carlo Fumagalli il 22 aprile. In Brianza Fabiola Cornaghi viene uccisa dal figlio 23enne il 21 aprile. A Rimini, il 23 aprile, Raffaele Fogliamanzillo, 62enne e’ reo confesso dell’omicidio della moglie Angela Avitabile. Il 3 aprile il 73enne Gaetano Notargiacomo e’ indagato per la morte della moglie 45enne Inirida Roa Sierra. Dopo due mesi di depistaggi Davide Fontana, Rescaldina, confessa l’omicidio i Carol Maltesi, 26 anni. Il 29 marzo Viviana Micheluzzi viene uccisa dal marito a Trento con un’arma da fuoco. Il 23 Maria Begona Gancedo viene accoltellata e uccida dal figlio. Il 21 marzo a Reggio Emilia Tiziana Gatti viene uccisa dal compagno della figlia. Il 15 per il femminicidio di Naima Zahir viene arrestato il marito. Il 13 Giuseppe Frigerio, 95 anni, ha soffocato a Genova con un sacchetto Alda Pivano, un anno meno di lui. Il 23 per il femminicidio di Anastasia Bondarenko, arsa viva, viene accusato il compagno. A Ravenna il 10 Mario Claudio Cognola, 77 anni, uccide la moglie Maria Ballardini, 83 anni. Nel giorno della festa della donna Vincenza Ribecco e’ uccisa dall’ex marito in Calabria. Alessandra Frati, 46 anni, e’ stata uccida dal compagno il 3 marzo in Corsica. L’1 marzo Alfredo Erra entra in un salone di parrucchiere nel Napoletano e spara uccidendola a Anna Borsa, 29enne. Sempre nel Napoletano viene preso l’assassino di Rosa Alfieri, 24 anni. A Biella il 26 gennaio Albertina Creola di 69 anni viene uccisa dal compagno. A Roma il 18 gennaio Simona Michelangeli viene uccisa dall’ex. Il 16 gennaio a Catanzaro un 49enne soffoca la moglie. Nadia Bergamini, 70enne viene uccisa dal genero il 16 a Latina che le fracassa il cranio. A Livorno il 9 gennaio Franca Franchini, 76 anni viene accoltellata a morte dal marito. Il 10 gennaio a Rovigo un uomo uccide sua moglie Guglielmina Pasetto, 71 anni, soffocandola.

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Cronache

Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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