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Cronache

Strage in discoteca “Lanterna Azzurra”, la Procura di Ancona vuole sentire anche il trapper Sfera Ebbasta

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Anche Sfera Ebbasta tra i testimoni nell’inchiesta sulla tragedia della discoteca ‘Lanterna Azzurra’ di Corinaldo in cui morirono cinque ragazzi e una madre 39enne schiacciati dalla calca la notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi. Il trapper che quella sera avrebbe dovuto esibirsi in un dj set nel locale verra’ probabilmente chiamato dalla Procura di Ancona a riferire sull’organizzazione dell’evento che poi non si tenne. Le notizie della tragedia, innescata forse da spruzzi di sostanza urticante nella discoteca, raggiunsero il cantante prima di arrivare a Corinaldo, dove avrebbe dovuto ‘suonare’ dopo l’una per i tanti ragazzi che lo attendevano. “Tutto quello che e’ successo mi ha stravolto, sapere che tutte quelle persone erano li’ per me, per divertirsi insieme a me, non mi da’ pace”, aveva detto Sfera rompendo un lungo silenzio mantenuto dopo quella sera. Intanto prosegue l’inchiesta. La procura ha chiamato in causa nove persone tra proprietari, gestori, un dj e un addetto alla sicurezza. Un decimo indagato dalla procura minorile per gli spruzzi di sostanza urticante e’ un 17enne che dice non essere andato alla Lanterna quella sera. Gli inquirenti stanno completando accertamenti tecnici per ricostruire la dinamica della strage. La serata, fanno sapere, era ritenuta dagli organizzatori di “programmazione ordinaria”, senza ulteriori richieste per motivi di ordine pubblico. Tra le verifiche ci sono l’esame degli impianti (sistemi d’aerazione, ventilazione, emissione di fumi per esigenze coreografiche, frigo del bar), il campionamento delle sostanze presenti, i controlli sui dispositivi di sicurezza (luci, scritte) e sulle uscite di emergenza e sulla struttura compresa la rampa esterna in cui si consumo’ la tragedia per il crollo di una balaustra. Atti irripetibili, affidati a due consulenti, che termineranno il 12 gennaio: oggi c’e’ stato il secondo sopralluogo. Gli esperti del Ris dei carabinieri hanno completato la ricostruzione 3D con il laser scanner che potrebbe permettere anche di quantificare le presenze nel locale incrociando le immagini dei video girati dai ragazzi: sarebbero state molto superiori alla capienza della Lanterna e ai biglietti staccati. Un quesito chiave riguarda la sostanza che causo’ fastidi e irritazioni ai presenti alcuni dei quali assistiti e ‘refertati’ in ospedale. La bomboletta spray al peperoncino trovata nel locale potrebbe far pensare a quella sostanza ma i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai coordinati dal procuratore Monica Garulli “indagano a 360 gradi”. Un capitolo a parte verra’ riservato alla presenza dei requisiti dell’immobile per le autorizzazioni all’attivita’ di pubblico spettacolo.

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Uccisa con una mazza da baseball, fermato il marito

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Una donna di 66 anni è stata uccisa a colpi di mazza da baseball questa mattina intorno alle 9.30 in centro a Salsomaggiore Terme, paese della provincia di Parma. La vittima, di nazionalità straniera, è stata aggredita dal marito che l’ha colpita più volte al corpo e alla testa. Soccorsa dal 118, la donna sarebbe morta sul posto. Il marito è stato fermato dai carabinieri e si trova in caserma a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il presunto autore del femminicidio è stato fermato da una carabiniera libera dal servizio. La militare, richiamata dalla richiesta di aiuto della vittima, è intervenuta da sola. Ha bloccato l’uomo, poi è stata coadiuvata dalla pattuglia del radiomobile di Salsomaggiore immediatamente sopraggiunto. Il tempestivo intervento non è bastato a salvare la vita della 66enne.

Si chiama Meena Kumari, 66 anni, di nazionalità indiana, la donna uccisa dal marito questa mattina intorno alle 9.30 nel centro di Salsomaggiore Terme (Parma). Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe aggredito la donna in casa, di fronte anche ad alcuni familiari, e la vittima, nel disperato tentativo di salvarsi, sarebbe poi scesa in strada per chiedere aiuto. L’uomo l’avrebbe però raggiunta e continuato a colpirla sino a ucciderla.

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Interrogatorio di Filippo Turetta, dichiarazione spontanea di conferma dell’omicidio di Giulia

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Primo interrogatorio in carcere per Filippo Turetta che all’inizio si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è messo a piangere poi ha confermato quanto aveva detto alla polizia tedesca sull’omicidio di Giulia Cecchettin rendendo dichiarazioni spontanee al gip di Venezia Benedetta Vitolo. A spiegarlo ai giornalisti è stato il legale di Turetta, l’avvocato Giovanni Caruso: Turetta ha detto, ha “ritenuto doveroso rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”. Cioè aveva ammesso sostanzialmente di aver ucciso Giulia e di non avere avuto il coraggio di togliersi la vita. Si tratta di dichiarazioni di conferma come le ha chiamate il legale di Turetta.

 

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Cronache

Due agenti della Polfer feriti con un coltello a Napoli

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Due agenti della Polfer aggrediti e feriti con un coltello da un extracomunitario nei pressi della stazione di piazza Garibaldi a Napoli. L’episodio risale a ieri sera e viene riferito dalla Federazione Sindacale di Polizia che esprime solidarietà ai colleghi vittime dell’aggressione. “Gli agenti – rende noto Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato – sono stati allertati perché l’uomo stava creando problemi fuori da un locale e, quando sono intervenuti, ha improvvisamente tirato fuori un coltello scagliandosi contro di loro”. Uno dei due agenti ha riportato ferite lievi a una mano, l’altro è stato raggiunto alla spalla e ne avrà per una ventina di giorni dato che il fendente ha interessato il muscolo. L’aggressore ha tentato di fuggire allontanandosi dalla stazione ma è stato rintracciato poco dopo dai poliziotti della Squadra Volante e arrestato.

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai due colleghi rimasti feriti ieri sera a Napoli – prosegue il sindacalista – e auguriamo loro una pronta guarigione. Un ennesimo grave episodio che testimonia l’assoluta centralità del lavoro degli operatori in uniforme, sempre presenti e sempre pronti a fronteggiare pericoli subdoli e continui cui, senza di loro, sarebbero esposti i cittadini”. “La funzione delicatissima e assai pericolosa a difesa della sicurezza e dell’incolumità altrui – prosegue – continua a richiedere ai colleghi in ogni parte del territorio e in qualsiasi contesto sacrifici importanti in termini di impegno, professionalità e salute, che meritano il fondamentale riconoscimento della collettività e soprattutto della politica”.

“Ora confidiamo in un giudizio rapido e severo – commenta Mauro di Giacomo, segretario Fsp Napoli -, perché non si vanifichi il valido intervento dei colleghi e, soprattutto, perché non rimanga impunita una condotta gravissima. Perché questo significherebbe sottovalutare, per non dire ignorare, il sacrificio di quelli che, per garantire la sicurezza altrui, mettono continuamente la propria vita a rischio”.

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