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Cronache

Strage della discoteca, l’ipocrisia di chi riversa tutto sul rapper Sfera Ebbasta e lui che capitalizza con le stelline tatuate

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Quante serate come quella della discoteca Lanterna Azzurra si fanno ogni giorno dell’anno in Italia. Quanti artisti o simili come Sfera Ebbasta arrivano alle 1  di notte, suonano due stronzate, cantano qualche brano, incassano un pacco di soldi in nero e vanno via? Il trapper o rapper stava facendo semplicemente il suo mestiere. Faceva soldi con la sua “musica”. Attribuire ogni responsabilità morale della strage al rapper significa non voler capire quel che è accaduto e non voler affrontare la questione seria delle responsabilità di quanto successo per evitare che accada ancora. Dice: ma i testi della canzoni del rapper sono uno schifo, richiamano alla violenza. E allora? Che c’entrano i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta con i sei morti, i biglietti in più venduti, la balaustra che non regge e il criminale che ha diffuso la spray al peperoncino nell’aria!

La responsabilità oggettiva di Sfera di quanto è accaduto è una idiozia che serve a lavare le coscienze e a fingere che nulla è successo. Si possono continuare a dire scempiaggini del tipo (non è una novità) che anche il jazz e poi il rock sono la musica del diavolo. Ma oltre a essere un’idiozia, è anche un’ottima maniera per sgravare di responsabilità tutti gli altri. Perché il problema vero è l’incoscienza diffusa in questo Paese che in questa vicenda si riverbera sotto tanti aspetti. Ad esempio, qualcuno doveva sapere che uno come Sferaattira tantissima gente (a prescindere dai nostri gusti musicali) e forse quel locale era troppo piccolo?. E certamente ha sbagliato il gestore che accoglie più gente del necessario – prosegue- per fare cassetta, senza avere personale qualificato per far fronte alle emergenze. Anche se le leggi sulla capienza in Italia sono antiquate e surreali e a volte impongono delle restrizioni assurde. Che molti trasgrediscono. Intanto che si fanno i funerale delle sei vittime, sperando che i feriti gravi si possano riprendere presto e che le responsabilità vengano accertate, Sfera Ebbasta prova a capitalizzare quanto accaduto. Questo sì disgustoso. Come? Si fatto tatuare sei stelline, come le vittime di Corinaldo. Una piccola corona di stelle vicino all’attaccatura dei capelli, in modo che tutti possano vedere. Questa è la prima reazione di Sfera dopo la tragedia che ha sconvolto chi, nella notte tra il 7 dicembre e l’8 dicembre, era al club Lanterna Azzurra.

 

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Penalisti Napoli a Gratteri: evitare schemi inadatti a città

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“Comprendere le specificità di ogni singolo territorio e di ogni stagione, evitando di riproporre schemi e visioni che mal si attaglierebbero a una realtà come quella napoletana” ed, evitando di fare “tabula rasa del passato”, “comprendere e governare la complessità, estirpando attraverso un lavoro certosino e chirurgico le sacche di malaffare e delinquenza che ancora impediscono ai cittadini l’esercizio di tutti i loro diritti costituzionalmente garantiti”. E’ quanto la Camera Penale di Napoli chiede al neo procuratore Nicola Gratteri attraverso una nota nella quale viene anche ricordato “l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dai suoi predecessori: il procuratore Giovanni Melillo e la facente funzioni di procuratore Rosa Volpe”.

“Non ci sfugge ovviamente – scrive la Camera Penale in una nota – e sarebbe ipocrita da parte nostra non farne cenno, che la storia e soprattutto talune dichiarazioni pubbliche del neo-procuratore destano qualche perplessità, poiché in taluni casi agli antipodi con quell’idea di diritto penale liberale e democratico di cui i penalisti (e soprattutto le camere penali) sono da sempre strenui sostenitori”. La Giunta della Camera Penale di Napoli, nella nota, ricorda, anche, “il rapporto sovente turbolento che il neo-procuratore ha avuto con gli avvocati calabresi” i quali “in più di un’occasione, sono stati costretti a dar vita a condivisibili iniziative di protesta e di denunzia finalizzate a portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcune innegabili torsioni avvenute, specie nei processi di criminalità organizzata, nei vari Tribunali della Calabria”.

“Vogliamo essere onesti fino in fondo, – dicono i penalisti napoletani – avremmo preferito un profilo diverso alla guida della Procura napoletana” ma “al di là dei nostri desiderata, – spiegano i penalisti – crediamo che, pur nella profonda differenza di vedute e di orientamenti culturali che certamente permarranno e con i diversi ruoli e responsabilità di cui ciascuno è portatore, il dott. Gratteri possa, abbandonando auspicabilmente alcune posture del recente passato non del tutto in linea con il ruolo di ‘capo’ della prima Procura italiana, svolgere egregiamente il suo difficile compito nell’interesse di tutti i cittadini. Noi penalisti – come sempre – vigileremo e ci impegneremo fattivamente perché ciò accada”, concludono i penalisti.

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Bus giù dal cavalcavia a Mestre, il sindaco di Venezia Brugnaro parla di almeno 20 morti

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Un bus è precipitato dal cavalcavia Vempa a Mestre in provincia di Venezia. Ci sono molte vittime, morti e feriti, secondo i primi soccorritori arrivati sul posto. Il sindaco di Venezia Brugnaro ha parlato di “almeno 20 morti”, oltre ai feriti, molti dei quali gravi. Brugnaro ha anche parlato di “immane tragedia” per la comunità e disposto il lutto cittadino. E’ stata interrotta, sempre dalle prime informazioni, anche la linea ferroviaria. Il bus sarebbe dell’azienda di trasporti Actv e si è incendiato dopo l’impatto.  Sono stati mobilitati tutti gli ospedali della zona.

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Spacciatori creativi: nascondevano 24 chili di droga nel camino

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Nascondevano la marijuana nel camino, 15 chili da una parte e 9 dall’altra. La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato tre persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio di circa 24 chili marijuana.

Un’operazione congiunta tra Squadra Mobile della Questura di Caserta e Commissariato di P.S. di Santa Maria Capua Vetere, finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti, ha permesso di effettuare perquisizioni in un’azienda del Comune di San Tammaro, al cui interno vi era il sospetto vi fosse conservata una grossa quantità di sostanza stupefacente.

In particolare, durante le ricerche, all’interno di un camino di un locale adibito a cucina, gli investigatori hanno trovato nascoste 15 grandi buste con all’interno marijuana, del peso di 15 chili. L’attività di ricerca ha inoltre consentito di trovare, in un capannone adiacente, 5 ventilatori, utilizzati per disperdere il forte odore prodotto dalla sostanza stupefacente durante l’essiccazione.

Il gestore dell’azienda agricola, un quarantenne della provincia di Caserta con precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza psicotropa ed è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Ulteriori perquisizioni sono state effettuate presso l’abitazione di due coniugi di nazionalità albanese di 35 e 29 anni, residenti in San Tammaro, ove sono stati ritrovati circa 9 chili di marjuana nascosti nel camino dell’abitazione. I coniugi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre la donna agli arresti domiciliari.

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