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Cronache

Strage Bologna: Corte d’Assise di Bologna chiede a Csm audizioni secretate Amato

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La Corte d’Assise di Bologna, che sta processando l’ex Nar Gilberto Cavallini per concorso nella strage del 2 agosto 1980, ha disposto l’acquisizione dal Csm dei verbali delle audizioni del giudice Mario Amato, comprese le parti secretate. Amato fu assassinato il 23 giugno 1980, poco prima dell’attentato alla stazione, per mano di Cavallini e Luigi Ciavardini, mentre era titolare di tutte le inchieste sul terrorismo nero nel Lazio. “Per noi si tratta di una iniziativa importantissima della Corte”, ha spiegato l’avvocato Andrea Speranzoni, che fa parte del collegio di parte civile, al termine dell’udienza di oggi. “L’omicidio di Amato si salda alla strage di Bologna. Mario Amato aveva ereditato le indagini di Vittorio Occorsio – ha aggiunto il legale – che riguardavano si’ l’eversione di destra e Concutelli, ma avevano posto al centro nel 1975 anche un signore che si chiama Licio Gelli”. Speranzoni ha poi ricordato che “Amato fu lasciato in una condizione di totale isolamento all’epoca all’interno della Procura di Roma e questo squarcio di verita’, legato anche alle importanti somme di denaro che finirono due giorni dopo il suo omicidio sul conto corrente di Flavia Sbrojavacca (all’epoca fidanzata con Cavallini, ndr.) diventa ulteriormente importante”. La Corte, dovra’ invece decidere sulla richiesta presentata dal collegio di parte civile di ascoltare Vincenzo Vinciguerra, ex membro di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo. Una richiesta che ha visto l’opposizione della Procura e dei difensori di Cavallini, che considerano la testimonianza “irrilevante” ai fini del processo.

Vinciguerra, condannato per la strage di Peteano del 1972, era legato a Pietro Battiston (membro del gruppo ‘La Fenice’, vicino ad Ordine Nuovo) che prese in consegna Cavallini quando evase nel 1977 e “disvelo’ piu’ volte i rapporti tra eversione di destra e due uomini delle istituzioni, due carabinieri”, ha spiegato l’avvocato Speranzoni. Il legale dei familiari delle vittime, insieme ai suoi colleghi di parte civile, ha depositato inoltre una memoria su una delle agende sequestrate all’epoca a Cavallini. Al centro ci sono due appunti dell’ex Nar, uno che riguarda Sergio Picciafuoco, l’altro Paolo Bellini, indagato nell’inchiesta sui mandanti della strage da parte della Procura generale di Bologna. Cavallini ha sempre negato che il riferimento fosse a Bellini, che fino al 1982 era conosciuto con il nome falso di Roberto Da Silva, ma secondo gli avvocati di parte civile l’appunto e’ precedente a quella data e quindi Cavallini doveva necessariamente conoscerlo.

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Pugno in campo in 1a categoria, ‘mi ha rivolto insulti razzisti’

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Ha sferrato un pugno ad un avversario, accusandolo di avergli rivolto insulti razzisti. L’episodio è accaduto ieri pomeriggio a Barco di Bibbiano, nel Reggiano, durante la partita di calcio dilettanti Boca Barco-Rubierese, valida per il campionato di Prima categoria (Girone C). A riportare la notizia è il Resto del Carlino di Reggio Emilia. A metà del secondo tempo, il difensore della Rubierese, Afzaz Ilyas, 25 anni, è stato espulso dall’arbitro dopo aver sferrato un pugno al volto all’attaccante avversario Simone Costa, 24 anni.

Quest’ultimo è stato portato poi all’ospedale Maggiore di Parma, ricoverato nel reparto maxillo-facciale. Afzaz, italiano e nato da genitori marocchini a Pavullo nel Frignano (nel modenese), lo accusa: “Per tutta la partita mi ha chiamato ‘scimmia’ e negro di m… – ha raccontato – Io e i miei compagni lo abbiamo fatto presente all’arbitro e all’allenatore avversario. Ma nessuno ha fatto niente. Non mi sono sentito tutelato. All’ennesimo insulto, sono impazzito e l’ho colpito”. Ma si è pentito: “Ho reagito nella maniera più sbagliata possibile. Non sono un violento, non sono mai stato espulso in carriera. Ma la situazione era diventata pesante e ho perso la testa. Negli spogliatoi ho pianto, sono pronto a chiedergli scusa e lo chiamerò a telefono. Ma il razzismo nel calcio non deve esistere e vorrei si scusasse anche lui”.

Il presidente del Boca Barco, Enzo Guerri ha replicato: “Io non ho sentito questi insulti così come nessuno li ha sentiti. Se ci sono stati non è bello ed è sicuramente un fatto da condannare. Ma niente può giustificare ciò che ha fatto, dando un pugno al nostro ragazzo. Questa violenza è inaccettabile”.

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Spara a familiari dell’ex compagno, sfregia al volto ragazzo

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Avrebbe esploso almeno un colpo di pistola contro dei familiari del suo ex compagno, ma il proiettile ha ferito al volto, sfregiandolo in maniera permanente, un ragazzo, estraneo alla vicenda, che stava passando per strada a bordo del suo scooter. E’ l’accusa della Procura di Catania contestata a una 32enne che è stata arrestata e posta ai domiciliari per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e di offesa di persona diversa da quella alla quale era diretta. All’indagata, già sottoposta alla misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali nell’ambito di altro procedimento penale, è stato notificata ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip.

Le indagini sono state avviate dalla squadra mobile della Questura dopo il ferimento il 3 febbraio del 2024, in via Zirilli nello storico rione San Cristoforo, di un ragazzo catanese incensurato che si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale San Marco ferito con un colpo di arma da fuoco al volto. La vittima, poi giudicata guaribile in 30 giorni, ha riportato uno sfregio permanente al volto e ha corso un grave pericolo di vita scongiurato dal fatto che la forza penetrativa del proiettile era stata smorzata dal paravento dello scooter su cui si trovava.

Gli approfondimenti delegati dalla Procura alla sezione specializzata in materia di ‘reati contro la persona, in pregiudizio di minorenni e reati sessuali’ ha permesso di accertare, anche grazie a intercettazioni e all’analisi del telefono cellulare dell’indiziata, che il ferito non fosse il diretto destinatario del colpo esploso, ma verosimilmente una vittima casuale. Il colpo invece sarebbe stato esploso per attriti tra l’indagata e la famiglia del suo ex compagno. In una chat di messaggi, visionata dalla squadra madre e agli atti dell’inchiesta, una persona le scrive “hai preso in faccia un bambino” e lei risponde “a me hanno detto un tunisino, non un bambino, me l’hanno detto loro, quindi non so se sia vero”. La 32enne, anche in considerazione del suo stato di madre di un bambino di tre anni, è stata posta agli arresti domiciliari, convalidati poi dal gip.

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Incidente stradale nel Modenese: morti 18enne e 24enne, altri tre giovani feriti gravi

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Incidente mortale domenica sera a Vignola, in provincia di Modena, un’auto con a bordo cinque giovani e’ uscita di strada, schiantandosi contro un muretto e capovolgersi. Il bilancio: due ragazzi morti, di 18 e 24 anni, e tre feriti. Lo riporta la Gazzetta di Modena. Secondo una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente non ci sarebbero altri veicoli coinvolti, l’auto su cui viaggiavano i cinque giovani sarebbe uscita dalla carreggiata prima di schiantarsi contro un muretto. Immediato l’intervento dei soccorsi, con 118 e vigili del fuoco. Per il 18enne e il 24enne non c’e’ stato nulla da fare. Un altro giovane è stato trasportato in condizioni gravissime all’ospedale dall’elisoccorso, feriti anche gli altri due occupanti della vettura.

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