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Stadio Collana: polemiche tra Comune e Regione sul protocollo d’intesa

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La riapertura dello Stadio Collana del Vomero, con i lavori che dovrebbero concludersi entro 18 mesi, ha scatenato nuove tensioni tra il Comune di Napoli e la Regione Campania. Al centro della polemica, il mancato invito al sindaco Gaetano Manfredi alla cerimonia di avvio dei lavori e il controverso protocollo d’intesa siglato tra la Regione e la Quinta Municipalità, guidata da Clementina Cozzolino.

Il mancato invito e il ruolo della Quinta Municipalità

Alla cerimonia di inaugurazione dei lavori, il sindaco Manfredi è stato sostituito dalla presidente della Quinta Municipalità, Clementina Cozzolino, vicina al governatore Vincenzo De Luca. Una scelta che non ha sorpreso, vista la storica incomunicabilità tra Comune e Regione. Tuttavia, la novità è rappresentata dal coinvolgimento del Coni, che con il presidente Giovanni Malagò gestirà l’impianto una volta terminati i lavori.

In questo contesto, la Cozzolino ha siglato un protocollo d’intesa con l’Arus (Agenzia regionale per le Universiadi e lo sport), garantendo un canale privilegiato per i residenti della Quinta Municipalità nell’utilizzo dello stadio. Una decisione che, secondo Palazzo San Giacomo, discrimina le altre Municipalità e potrebbe violare lo Statuto del Comune. Il sindaco Manfredi sta valutando l’impugnazione del protocollo.

Le reazioni del Comune e delle opposizioni

La mossa della Quinta Municipalità è stata accolta con malumore anche dai consiglieri comunali. Fulvio Fucito, capogruppo della lista “Manfredi Sindaco”, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere il Comune nella gestione dello stadio: «Napoli è Capitale dello Sport Europeo e tutte le istituzioni devono collaborare per garantire inclusività, soprattutto verso le fasce più deboli».

Anche i consiglieri comunali di Forza Italia, Iris Savastano e Salvatore Guangi, hanno criticato il protocollo, definendolo «paradossale» e accusando la Cozzolino di agire in modo autonomo, bypassando l’amministrazione comunale. «Auspichiamo che il Comune impugni l’accordo e sia coinvolto nella gestione delle attività all’interno del Collana», hanno dichiarato.

 

Lo strappo istituzionale e le accuse politiche

Le tensioni tra Regione e Comune si inseriscono in un quadro più ampio di gelo politico tra De Luca e Manfredi. La gestione dello Stadio Collana rappresenta un nuovo capitolo di questa dialettica conflittuale, con accuse reciproche di esclusione e mancata collaborazione.

La questione assume particolare rilevanza in vista di Napoli Capitale dello Sport 2026, un evento che richiederà sinergia tra tutte le istituzioni. Il Collana, uno degli impianti sportivi più importanti della città, non può essere trattato come una “repubblica a sé stante”, come sottolineato da diversi esponenti politici.

Il futuro dello Stadio Collana

Mentre i lavori per la riapertura dello stadio procedono, resta da capire come verrà gestita la struttura una volta completata. Il Comune rivendica un ruolo attivo nella programmazione e nella gestione delle attività sportive, per evitare discriminazioni tra cittadini e garantire che il Collana diventi un punto di riferimento per tutta la città, e non solo per una parte di essa.

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Femminicidio nel Torinese, uccisa a coltellate dal marito

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Femminicidio a Venaria Reale (Torino) dove una donna di 51 anni è stata uccisa a coltellate dal marito di 57, disabile. L’uomo avrebbe poi tentato di uccidersi ingerendo dei farmaci. Soccorso, è stato portato all’ospedale Maria Vittoria di Torino.

Il femminicidio è stato scoperto nella notte un appartamento in via Gozzano. A dare l’allarme è stata la sorella dell’uomo, preoccupata perché non non riusciva più a contattarlo. Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno scoperto il corpo della cinquantunenne, riversa in bagno, colpita da vari colpi d’arma da taglio alla schiena e al petto. Il delitto si sarebbe consumato al culmine di una lite famigliare.

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Arsenale e 60 kg di droga sequestrati dalla polizia a Catania

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Un arsenale e circa 60 chilogrammi di droghe sono stati sequestrati dalla polizia nel rione Picanello di Catania. Erano nascosti in un garage a cui gli agenti della squadra mobile sono arrivati grazie al fiuto dei cani Ares e Maui dell’unità cinofile delle Volanti della Questura. Occultati all’interno di valigie e di fusti in plastica la polizia ha trovato due fucili d’assalto del tipo Kalashnikov, calibro 7.62×39, un fucile semiautomatico Beretta, calibro 12 con matricola abrasa e con la canna mozzata, una pistola mitragliatrice Skorpion calibro 7.65 e altre nove pistole, tra rivoltelle e semiautomatiche, alcune delle quali prive di matricola, e anche ‘penna pistola’ calibro 6.35. Le armi sequestrate erano munite di silenziatori e di munizionamento di vario calibro. Nel nascondiglio sono stati trovati anche circa 60 chilogrammi di sostanze stupefacenti e materiale normalmente utilizzato per confezionare la droga. Nel dettaglio sono stati sequestrati 11 chili di hashish, 190 grammi di cocaina 48,218 chilogrammi di marijuana. Nel garage sono stati anche trovati anche due motocicli risultati rubati, che sono stati sequestri. Indagini sono in corso per identificare a chi era in uso il deposito

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Uccide la compagna a coltellate e tenta il suicidio

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Ha accoltellato a morte la convivente e poi ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra della palazzina dove la coppia viveva, insieme al figlio di un anno e mezzo, a Rufina in provincia di Firenze. Una famiglia apparentemente senza problemi, lui architetto, lei impiegata in un’azienda che si occupa di energie rinnovabili. Secondo quanto ricostruito, Lorenzo Innocenti, 37 anni, stamani prima delle 7, avrebbe colpito con numerose coltellate Eleonora Guidi, 34, mentre la donna era in cucina a preparare il caffè. In casa, in un’altra stanza, anche il loro figlio, che dopo la tragedia è stato affidato a familiari.

A dare l’allarme al 118 sarebbe stato il padre dell’uomo, che vive insieme alla moglie sullo stesso pianerottolo di via Cesare Pavese, dove la giovane coppia si era trasferita con l’arrivo del figlio. Avrebbe sentito dei rumori sordi provenire dall’appartamento, allarmandosi. Una volta bussato alla porta, si sarebbe trovato davanti il figlio con il coltello in mano e sporco di sangue. Nei momenti concitati che sono seguiti avrebbe prima disarmato il 37enne e poi, quando il figlio ha cercato di scappare e di raggiungere un ballatoio, sarebbe riuscito a fermarlo una prima volta.

Lorenzo Innocenti però è riuscito a fuggire nuovamente e si è lanciato nel vuoto dal secondo piano. Soccorso e trasportato in codice rosse con l’elicottero Pegaso all’ospedale fiorentino di Careggi, ha riportato gravi lesioni e si trova ricoverato in prognosi riservata in rianimazione. Sono stati quindi gli stessi sanitari ad allertare i carabinieri. Sul posto, insieme agli investigatori e alla scientifica dell’Arma, anche la pm Ornella Galeotti che ha poi sentito i familiari della coppia. Ancora da chiarire cosa possa aver scatenato la furia del 37enne: è stata ordinata una serie di accertamenti mentre lunedì sarà disposta l’autopsia sul corpo della vittima. La coppia viene descritta come tranquilla, serena, non sarebbero emersi contrasti o problemi; due giovani riservati, poco presenti sui social. A Rufina nessuno riesce a darsi una spiegazione.

A partire dal sindaco Daniele Venturi: “Era una coppia normalissima, non c’è niente che potesse far presagire una cosa del genere. Li conoscevo, il paese è piccolo, io sono poco più grande di loro. Lorenzo, che è architetto e ha delle proprietà immobiliari, mi aveva parlato di alcune idee che voleva sviluppare su Rufina”. Anche i vicini sono increduli: “Si vedevano poco, anche se lui abitava in zona praticamente da sempre, sicuramente non li abbiamo mai sentiti litigare”, dicono da un negozio nei pressi della palazzina. “Non solo non li ho mai visti litigare, ma neanche adirati. Proprio non me lo spiego”, dice scuotendo la testa Vasco, che abita a pochi metri dall’edificio di via Pavese e lì accanto ha anche la ditta di pelletteria.

“L’ultima volta li avevo incontrati due giorni fa. Quando erano insieme, con il bambino in carrozzina, erano sempre i primi a salutare. Davvero non riesco a capire cosa sia successo. Lorenzo era una persona eccezionale, non litigava mai, non alzava mai la voce”, ripete. “Conosco bene il nonno, Alessio, babbo di Lorenzo – aggiunge – Il bambino era spesso con lui, quando invece era insieme alla mamma mi diceva sempre che andava a mangiare uno yogurt al bar Galletto” dove aveva lavorato fino a poco tempo fa la mamma di Eleonora, oggi in pensione. Anche qui poca voglia di parlare e tanta incredulità. “Cristina è stata con noi per tanti anni ed era come una di famiglia – racconta Fabrizio – conoscevamo anche Eleonora e quando la vedevamo sembrava la persona più felice del mondo. E’ un qualcosa di inspiegabile”.

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