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Spettacoli

Spot, ascolti e social: è stato il Sanremo dei record

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Il più visto dal 1995, il più social di sempre, quello con la raccolta pubblicitaria a livelli mai raggiunti. Il Sanremo 2023, il quarto targato Amadeus, è il festival dei record. La musica, lo show, la curiosità nelle cinque serate, che ieri hanno incoronato re Marco Mengoni, sono state viste in media da 10 milioni 721 mila spettatori con il 63.1% di share (la serata più vista, ovviamente, quella della finale di ieri con 12,2 milioni e il 66% di share, senza peraltro aver potuto considerare il momento della proclamazione del vincitore, arrivata dopo le 2 di notte e quindi non rilevata dall’Auditel).

Crescono in particolare il target dei laureati che ha raggiunto il 72.2%, il più alto nella storia del festival e quello dei ragazzi (tra i 15 e i 24 anni superano l’86% di share tra le femmine e il 78% per i maschi), a dimostrazione che la scelta di Amadeus di puntare su artisti giovani nel cast è quella giusta. Numeri che hanno effetto anche sulla raccolta pubblicitaria che per la prima volta ha superato la soglia fatidica dei 50 milioni di raccolta, record anche per Rai Pubblicità”.

Boom anche in ambito digital per Sanremo 2023: nella finale su RaiPlay sono stati 353.000 i device collegati nel minuto medio alla diretta streaming della finale, un dato in crescita del 32% rispetto all’ultimo atto del Festival 2022. La diretta streaming della serata conclusiva ha generato 2,6 milioni di visualizzazioni, in crescita del 26% rispetto al 2022, segnando un nuovo traguardo: la finale di Sanremo2023 è l’evento non sportivo che ha generato più visualizzazioni dall’inizio della misurazione Auditel Online.

Nelle cinque giornate i contenuti hanno generato 29,5 milioni di visualizzazioni on demand, registrando un aumento del 37% rispetto alle prime tre giornate dell’edizione 2022. Ottimi risultati anche sui social: il totale delle interazioni ha raggiunto quota 50,4 milioni, in crescita del 50% rispetto al dato complessivo dell’edizione 2022. Gli account ufficiali Rai su Instagram, Facebook e Twitter hanno generato complessivamente 6,5 milioni di interazioni. In evidenza il profilo TikTok @SanremoRai, lanciato poco prima dell’inizio del Festival, e che durante l’evento ha generato oltre 97 milioni di visualizzazioni dei contenuti.

Con oltre 1.2 miliardi di visualizzazioni #Sanremo2023 si attesta come il Festival della generazione TikTok: +635% rispetto al primo giorno del festival (oltre 1.1 miliardi di views in più rispetto a quelle raggiunte dall’hashtag il 6 febbraio: 163 milioni), +9.349% in più rispetto al giorno dell’annuncio dei cantanti in gara (il 4.12.2022, infatti, le visualizzazioni complessive dei contenuti condivisi con l’hashtag #Sanremo2023 erano 12.7 milioni). Rispetto allo scorso anno, le visualizzazioni dei contenuti dedicati a Sanremo sono cresciute del 129% (erano state 525 milioni rispetto a 1.2 miliardi del 2023). Le 3 canzoni più utilizzate per creare contenuti sono Supereroi di Mr. Rain (oltre 15 mila video), Due Vite di Marco Mengoni (più di 8 mila video), Due di Elodie (oltre 7 mila video).

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Una lunga lettera alla Rai chiude Che tempo che fa

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Lunghissimo applauso in apertura ”dell’ultima puntata per questa stagione di Che tempo che fa”, con Fabio Fazio già emozionato che in principio tace ma si parla molto di Rai e politica. Michele Serra inizia l’ultima serata del programma che trasloca su la Nove dall’autunno tracciando la sua personale ”storia politica della Rai”. Poi verso la fine, dopo l’intensa intervista ad Anthony Hopkins che ”volevo intervistare da sempre” e la letterina alla Rai di Luciana Littizzetto, alle spalle di Fabio Fazio compare una grande foto ”di tutti quelli che lavorano qui”. Il conduttore fa così il suo saluto e ringraziamento d’addio nell’ultima puntata di Che tempo che fa, prima di introdurre Marco Mengoni. ”Ringrazio tutti i colleghi della Rai, de L’Officina, il trucco il parrucco, tutti. Vorrei anche dire grazie a quelli che in questi giorni si sono fatti sentire”, dice un Fazio commosso che esprime un ringraziamento particolare ”a Rosanna Pastore e Silvia Calandrelli che hanno cercato in questi mesi fino all’ultimo una soluzione, cercando segnali da Marte che non sono arrivati”. Ed aggiunge: ”la Rai è la tv di tutti e anche la mia e non posso che volerle enormemente bene. In questi giorni, esattamente 40 anni facevo il mio provino da imitatore e incredibilmente mi hanno preso”.

”A quel provino c’era Bruno Voglino da cui tutto è iniziato e a lui voglio indirizzare l’ultimo grazie. Andai a fare l’imitatore a Pronto Raffaella la sigla si chiamava Fatalità e io mi sentivo lì proprio per fatalità. Il grazie più grande poi lo voglio indirizzare al pubblico. Sono stati 40 anni bellissimi”, conclude Fazio. La puntata si era aperta con Michele Serra e la sua personale ”storia politica della Rai”. Si chiede Serra di che partito fossero ”Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour quindi è della destra storica?”, per il giornalista ”è un discorso cretino, perchè è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe”.

”E’ giunto il tempo di una riflessione – conclude Serra – la Rai è dello stato non dei partiti, l’atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perchè ci lavora anche tanta gente per bene”. Si parla di Rai anche con Marco Damilano. ”Andiamo in onda con Il cavallo e la torre fino al 23 giugno, i nuovi dirigenti si sono appena insediati, aspetto di incontrarli” dice. ”In tutto questo gioco delle figurine sulla Rai – ha aggiunto – una cosa che si è dimenticata è il pubblico, che paga il canone ed ha il diritto di vedere delle figure…lo dico a Fabio Fazio poi…” si interrompe Damilano e scatta l’applauso del pubblico. Per il giornalista ”il servizio pubblico ha in questo senso un dovere in più”, e spiega che ”i nuovi dirigenti hanno una responsabilità in più perchè devono difendere la Rai dalla politica che cerca di togliere il canone che è una risorsa fondamentale e devono anche difendere l’autonomia e la professionalità di chi lavora in Rai. Ci metto anche la mia”. Poi Luciana Littizzetto arriva nello studio dell’ultima puntata di Che tempo che fa con il carrello montacarichi pronta per il trasloco ”a mezzanotte scatta lo sfratto definitivo”, dice e punta alla poltrona ”questa dobbiamo portarla via qua ci sono stati culi illustri, dovevamo farla firmare”. E ipotizza ”a chi lasciare i mobili”: i pesci ad Antonella Clerici il tavolo così grande ”mettiamolo su Ebay o giusto a Putin”. ”Stasera puoi fare quello che vuoi” dice Fazio.

”Eppur la Nove”, mette tra le sue consuete citazioni poi non rinuncia ad una ”letterina alla Rai, regina del tubo catodico”. ”È finita non abbiano superato la crisi del settimo governo. Peccato andare via ora. Ho iniziato qui la mia carriera quando Don Matteo era in seminario, Montalbano aveva i cappelli e Vespa aveva solo due nei”. Poi con gli occhi velati parla di ”anni proprio belli, di allegria, di grandi ascolti, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo un merdone e ci hai spostato di qua e di la’ ma abbiamo resistito grazie agli spettatori e grazie al nostro impegno e non grazie ad altro, lo dico a muso duro”. Inno alla Rai ancora di Luciana Littizzetto prima del trasloco sul Nove dalla prossima stagione: ”Ti voglio bene Rai perchè non sei la parte politica che ti controlla. Sei gli artisti”, che elenca a lungo. E conclude sperando in un ritorno alla Rai chissà: ”spero ci ritroveremo in un’Italia diversa dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco e ricordati che la Rai è di tutti. Tua affezionatissima Luciana. ps. Bello ciao”. Rose rosse per lei e per Filippa Lagerback da un commosso Fabio Fazio.

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Spettacoli

Fiorello, Amadeus fa Sanremo, se glielo chiedono fa pure il 6/o

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“Vi sembra reale un mondo in cui Amadeus dica: sai, non so se farò Sanremo? State scherzando? Lo fa, lo fa, se glielo chiedono fa pure il sesto!”. Parola di Fiorello, ospite oggi a Tv Talk. Dopo aver lanciato ieri a Viva Rai2! la “bombetta” secondo cui l’amico Ama gli avrebbe confidato i suoi dubbi sulla possibilità di condurre il prossimo festival, oggi lo showman chiarisce che si è trattato di “uno scherzo ad Amadeus”.

“So esattamente – ha spiegato Fiorello, in collegamento con il programma di Rai3 – che Amadeus il venerdì mattina non guarda Viva Rai2. Mi piace fare gli scherzi ad Amadeus, e ho pensato, ora dico ‘sta cosa e vediamo che succede… e infatti è successo. Mi ha chiamato: Ciuri, ho 60 messaggi, che cosa hai detto?”, ha aggiunto imitando la voce dell’amico.

“Sapevo che lo avrebbero chiamato l’ufficio stampa, il sindaco, Roberto, Sergio – ha aggiunto ‘dividendo in due’ il nome del nuovo Ad Rai – mi hai rovinato il venerdì, Ciuri”. Quanto al futuro di Viva Rai2, “decideremo dopo il 9 giugno – ha frenato con un sorriso lo showman – ricordiamoci che abbiamo fatto tre edizioni in una. L’anno prossimo finisce l’effetto sorpresa, le aspettative sono maggiori, quindi si va incontro a un insuccesso…”.

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Cinema

Scorsese: presto inizio il film su Gesù

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 “Ho risposto all’appello che il Papa ha fatto agli artisti nell’unico modo che so: immaginando e scrivendo una sceneggiatura di un film su Gesù. E sto per cominciare a realizzarlo”. Così ha detto Martin Scorsese, ospite de La Civiltà Cattolica, sollecitato dalle domande del direttore della rivista internazionale dei gesuiti, p. Antonio Spadaro. Scorsese, viaggiando tra i riferimenti ai suoi film e il racconto di vicende personali, ha innanzitutto spiegato come ha agito in lui l’appello del Papa “a farci vedere Gesù”.

A proposito di cinema, Scorsese ha raccontato della sua ammirazione per l’immediatezza del Gesù de Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, dell’esperienza e del significato de L’ultima tentazione di Cristo e dello step successivo nella sua ricerca sulla figura di Gesù rappresentato dalla realizzazione di Silence. Al termine, il dialogo è divenuto sempre più personale: Scorsese ha parlato della sua esperienza della grazia e della misericordia, e della presenza della violenza nella sua vita come nei suoi film. La conversazione tra il regista statunitense e il direttore de La Civiltà Cattolica è stata il momento centrale dell’ultima giornata di un convegno, dal titolo The Global Aesthetics of the Catholic Imagination, organizzato dalla rivista internazionale dei gesuiti insieme alla Georgetown University di Washington nei giorni dal 25 al 27 maggio, a Villa Malta, a Roma. L’incontro ha riunito oltre 40 tra poeti, narratori, sceneggiatori e registi da vari Paesi del mondo che si identificano come cattolici, o che sentono che il cattolicesimo è stato una dimensione formativa del loro sviluppo artistico.

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