Prima spararono ad un giovane in piazzetta Matilde Serao, quindi lo inseguirono fin dentro l’ospedale Vecchio Pellegrini per ucciderlo. E non esitarono a sparare all’impazzato dentro il nosocomio. Era il 17 maggio di quest’anno. A distanza di 4 mesi i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e gli agenti della Questura di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di tre persone per tentato omicidio.
I tre, a vario titolo, sono ritenuti responsabili della gambizzazione del giovane in Piazza Serao e della successiva sparatoria all’interno dell’ospedale Pellegrini. A supporto delle investigazioni dell’Arma e della Polizia di Stato ci sono le immagini del circuito di video sorveglianza dell’ospedale e quelle delle strade della città in cui è avvenuto il ferimento e’l’inseguimento del giovane.
Ospedale Vecchio Pellegrini. Le immagini della struttura dopo la sparatoria con i rilievi dei carabinieri in corso
COMUNICATO STAMPA
Gli arrestati sono Giuseppe Iaselli (19 anni), Vincenzo D’Avino (22 anni) e Arturo Picco (30 anni),ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, lesioni personali gravi edetenzione e porto illegale di armi comuni da sparo,con l’aggravante del metodo mafioso.
Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una intensa ed articolata attività di indagini, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in relazione al ferimento di Vincenzo Rossi, avvenuto in Piazza Matilde Serao il 17 maggio u.s., ed alla successiva esplosione di colpi d’arma da fuoco all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, all’indirizzo degli accompagnatori del ferito.
Gli elementi indiziari a carico degli indagati sono stati acquisiti grazie alle attività di intercettazione, alle testimonianze dei presenti e all’analisi delle immagini delle telecamere cittadine, supportate dalla ricostruzione della scena del crimine in 3D eseguita dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri.
In particolare, l’analisi delle telecamere ha portato all’identificazione dell’autore della prima azione di fuoco in Giuseppe Iaselli, il quale è stato visto, prima della “gambizzazione” in sella ad un ciclomotore unitamente a Vincenzo Rossi nei pressi di Piazza Matilde Serao e, subito dopo, fuggire nei vicoli dei Quartieri Spagnoli con in mano una pistola.
Gli autori della sparatoria all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, avvenuta immediatamente dopo il ferimento in Piazza Matilde Serao, sono stati identificati in D’Avino e Picco. Inquadrati dalle telecamere nella zona dei Quartieri Spagnoli, i due si sono camuffati, hanno prelevato una pistola e reso illeggibile la targa del ciclomotore utilizzato per l’azione di fuoco. Dopo la sparatoria, tra le vie dei Quartieri Spagnoli, si sono liberati degli indumenti utilizzati e hanno occultato la pistola in un nascondiglio.
Le investigazioni hanno permesso di inquadrare i citati eventi delittuosi in un contrasto interno al sodalizio camorristico che gestisce il traffico di stupefacenti nei Quartieri Spagnoli.
Tre pericolosi latitanti, Ciro Marigliano, Stanislao Marigliano e Michele Sannino, figure di spicco del crimine organizzato, sono stati arrestati in un’operazione congiunta tra la Polizia italiana e l’Unidad de Droga y Crimen Organizado (UDYCO) spagnola.
. I tre, figure di spicco del crimine organizzato, erano destinatari di Mandati d’Arresto Europei e sono stati catturati nella località costiera di Marbella, nota anche come rifugio per molti latitanti.
Ciro Marigliano, ricercato da luglio per tentato omicidio, è stato fermato in strada mentre era con la moglie. Poco dopo, sono stati arrestati anche Stanislao Marigliano e Michele Sannino, ricercati per traffico internazionale di droga e associazione a delinquere di stampo camorristico. Le indagini, coordinate dal Servizio Centrale Operativo (SCO) e dalla questura di Napoli, hanno portato all’emissione di Mandati d’Arresto Europei da parte della Procura di Napoli.
L’operazione rappresenta un duro colpo per le organizzazioni criminali, evidenziando l’efficacia della collaborazione internazionale nella lotta contro la criminalità organizzata. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’operazione:
Nuovi attacchi in mattinata degli hacker della crew filorussa Noname057(16) ad obiettivi italiani: questa volta nel mirino ci sono i siti di banche (come Intesa, Monte paschi), porti (Taranto, Trieste), aziende (Vulcanair). L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale è al lavoro avvisando i soggetti colpiti e supportandoli nel ripristino delle funzionalità. Alcuni domini risultano intaccati dagli attacchi, che sono sempre di tipo Ddos, Distributed denial of service. La novità del giorno è che si registrano hackeraggi anche da un altro gruppo, i palestinesi Alixsec che, tra gli altri, hanno attaccato Olidata.
Alixsec, a quanto si apprende, ha rivendicato gli attacchi di oggi che sono stati compiuti da una crew che fa parte di un’organizzazione che riunisce i gruppi di hacker pro-Palestina. L’organizzazione sostiene la causa russa ed è dunque plausibile un legame con i Noname. Gli hacktivisti filopalestinesi hanno nel mirino in particolare gli interessi israeliani e da tempo hanno ingaggiato una cyber-guerra contro Tel Aviv.
Cosa sia accaduto realmente resta da chiarire ed è al vaglio degli inquirenti, che stanno raccogliendo le testimonianze degli amici. Di sicuro è stata una notte di ansia e ricerche per un gruppo di ragazzi dopo che una loro amica di 17 anni si è allontanata da una festa a Crema, in provincia di Cremona, dirigendosi verso il fiume Serio. Sono stati proprio gli amici a chiedere l’intervento della Polizia, che a sua volta ha allertato il distaccamento dei Vigili del Fuoco per le ricerche. Non un compito facile per il buio, la zona ampia lungo il fiume da passare al setaccio, la mancanza di indicazioni precise. La ragazza è stata individuata riversa a terra intorno all’1, in un campo vicino al ponte della tangenziale, priva di conoscenza. Soccorsa sul posto dagli operatori del 118 e poi trasportata all’ospedale in codice rosso, in regime di massima emergenza, le sue condizioni sono poi migliorate. Sono in corso accertamenti per capire cosa sia successo prima dell’allontanamento.