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Spalletti carica il Napoli, al Bentegodi per vincere e restare in corsa per lo scudetto

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Il Napoli al Bentegodi vuole vincere per poter restare in scia del Milan e dell’Inter. E Luciano Spalletti, il tecnico del Napoli, vuole guarda avanti. Perché  “non siamo adatti a vivere di rimpianti” dice Spalletti. Dunque il match del Bentegodi con il Verona è l’occasione per superare la delusione sofferta nell’ultimo turno in casa con il Milan.

“E’ finito il tempo delle parole, una sconfitta può essere fatale. Dobbiamo essere disposti a batterci con armi che non abbiamo nelle nostre caratteristiche” rivela Spalletti in conferenza stampa prepartita E’ la sfida da dentro o fuori: con il Verona si scoprirà se davvero il Napoli è da corsa scudetto. Per la formazione mister Spalletti ha un unico dubbio che riguarda il reparto offensivo: il tridente alle spalle di Victor Osimhen. Sulla destra il punto interrogativo riguarda la presenza di Politano o del recuperato Lozano o di Ounas che è apparso molto in palla nelle ultime due partite. Perché nelle quello che è emerso è che gli avversari ma anche i compagni faticano a stare dietro al passo di Osimhen, che spesso è troppo isolato. In alternativa il ballottaggio potrebbe riguardare anche Lorenzo Insigne, Piotr Zielinski, Elmas e Dries Mertens per due posti da titolare. Un pensiero va anche al centrocampo: due maglie per tre giocatori. Lobotka, Fabian e il rientrante Anguissa che con il Milan al suo ingresso nel finale ha dato segnali incoraggianti.
Insigne si è allenato dopo uno stop precauzionale negli ultimi giorni per un lieve affaticamento muscolare, quindi partirà con il gruppo. Rosa recuperata, anche se qualcosa succede sempre, ed è amara la risata di Spalletti: ”Vedi Meret e la sua nuova frattura alla vertebra. In questo campionato restiamo in credito verso la fortuna”

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Fattore Olimpico, la Roma vince ancora con tris al Genoa

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La legge dell’Olimpico resta in vigore e la Roma, tra le mura amiche con Ranieri in panchina, non sembra conoscere sconfitta battendo anche il Genoa. L’unico ko resta quello con l’Atalanta, poi solo successi, compreso quello contro il Grifone, arrivato per 3-1 grazie alle reti di Dovbyk, El Shaarawy (alla sua 300° presenza in giallorosso) e all’autogol di Leali. Ma il primo tempo scivola via su ritmi bassi, vivendo di fiammate, poche, che regalano alle due squadre un gol per parte.

Apre la Roma con Dovbyk, nel posto giusto e al momento giusto dopo la respinta di Leali sul tiro ravvicinato di Pellegrini. Per l’ucraino, dopo il rigore di Bologna, si tratta del secondo gol consecutivo nel 2025, il settimo in questo campionato e l’undicesimo in totale se si contano anche Coppa Italia ed Europa League. Eppure il vantaggio, come sette giorni fa al Dall’Ara, dura pochissimo, perché poco dopo arriva la dormita giallorossa sul calcio d’angolo battuto da Miretti per il tiro al volo di Masini che segna l’1-1 alla sua prima gara da titolare in Serie A, grazie anche a una marcatura blanda di Pellegrini.

All’intervallo il parziale è di pareggio e con pochi altri sussulti se non la traversa di Dybala su punizione, per un urlo che resta solo strozzato. Nella ripresa, intanto, non si vede più Pellegrini, inizialmente preferito a Pisilli per confermare lo stresso undici delle sfide con Lazio e Bologna. Per il capitano giallorosso entra El Shaarawy, mentre Vieira già alla mezz’ora aveva sfruttato il primo slot per via dell’infortunio di Bani, inserendo al suo posto Sabelli.

E proprio il difensore rossoblu si rende protagonista di un tocco con il braccio non sanzionato da Zufferli, la Roma protesta, ma il Var non richiama l’arbitro e sull’azione che prosegue arriva il 2-1 giallorosso grazie al gol di El Shaarawy su appoggio di Dybala che trova comunque di festeggiare le cento presenze in maglia giallorossa. Il colpo del ko, poi, arriva con l’autorete di Leali dopo un’azione in solitaria di Koné, capace di spaccare in due la difesa rossoblù.

Così al triplice fischio esulta ancora l’Olimpico per una corsa all’Europa che riparte dal giardino di casa in attesa ora di curare il mal di trasferta nei prossimi due incontri contro l’AZ Alkmaar e Udinese. Titoli di coda, invece, sul futuro allenatore, perché se Ranieri dice chiaramente che a fine stagione smetterà di allenare (“è il momento di dire basta”), dall’altra rinnova l’impegno del club nel “cercare un profilo che riporti la Roma nell’elite del calcio nazionale e internazionale”.

Non si sbottona il diesse Ghisolfi che, scherzando, candida ancora Ranieri, per evitare di entrare pubblicamente nel merito della questione. “Non voglio parlare di nomi – dice il manager francese -. Parlo solo di Ranieri e magari riusciamo a convincerlo (ride, ndr)”. Una semplice battuta che nasconde i veri obiettivi giallorossi.

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Il Psg annuncia l’acquisto di Kvaratskhelia, il gerogiano con la nuova maglia: è un sogno essere qui

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Khvicha Kvaratskhelia è un nuovo giocatore del Psg: il club francese lo ha annunciato nella tarda serata di venerdì 17 gennaio. “Per me è un sogno essere qui”, le prime parole del georgiano. Per l’ex Napoli contratto fino al 2029 e maglia numero 7. Costo dell’operazione 70 milioni di euro.

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Max Allegri e la tentazione araba: possibile futuro all’Al-Ahli

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Massimiliano Allegri potrebbe presto abbracciare una nuova sfida professionale in Arabia Saudita. L’ex allenatore di Juventus, Milan e Cagliari sarebbe fortemente tentato dall’offerta dell’Al-Ahli, uno dei club più ambiziosi della Saudi Pro League. Una prospettiva che segna una potenziale svolta per un tecnico che, fino ad oggi, ha sempre privilegiato l’Italia e la Serie A.

Un contratto allettante e nuovi stimoli

Il fascino dell’Al-Ahli non risiede solo nella ricchezza economica del contratto che potrebbe eguagliare, se non superare, quello di Stefano Pioli all’Al-Nassr, dove percepisce circa 20 milioni di euro netti all’anno. Allegri, che in bianconero ha guadagnato quasi 10 milioni netti a stagione, ha recentemente risolto anticipatamente il suo contratto con la Juventus, incassando una buonuscita. La possibilità di allenare campioni del calibro di Firmino, Mahrez, Mendy e Kessié rappresenta un ulteriore motivo di attrazione per il tecnico livornese.

La sfida di una rosa stellare

All’Al-Ahli, Allegri ritroverebbe anche vecchie conoscenze della Serie A come Demiral e Ibanez, oltre a Gabri Veiga, giovane talento spagnolo che due anni fa rifiutò il Napoli per trasferirsi in Arabia. La squadra, nonostante investimenti significativi, non è andata oltre il quinto posto in campionato, una posizione che ha messo in discussione la guida tecnica di Matthias Jaissle, in panchina dal 2023. Allegri potrebbe insediarsi a partire da giugno, con un possibile interregno affidato all’italiano Gabriele Cioffi per i prossimi mesi.

Le alternative e il richiamo arabo

Il fascino dell’Al-Ahli sembra superare altre proposte recenti ricevute da Allegri, come quella della Federazione belga per la guida della Nazionale o l’offerta dell’Al-Shabab, altro club saudita che ha poi scelto Fatih Terim. Non trovano conferma, invece, le voci che lo vorrebbero vicino alla panchina della Roma.

Un nuovo capitolo per Allegri

L’eventuale approdo all’Al-Ahli rappresenterebbe una sfida completamente nuova per Allegri, che finora ha costruito la sua carriera all’interno di contesti europei. La Saudi Pro League, grazie ai suoi investimenti e ai campioni di fama mondiale, offre un palcoscenico inedito per un allenatore abituato a gestire grandi giocatori, da Cristiano Ronaldo ai numerosi talenti che potrebbe trovare nella rosa dell’Al-Ahli.

Se la tentazione araba dovesse trasformarsi in realtà, il calcio internazionale si preparerebbe ad accogliere un nuovo protagonista in uno dei tornei emergenti più discussi degli ultimi anni.

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