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Salute

Smartphone e altri device lontani dai bambini perché ne disturbano l’evoluzione

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I bambini e l’utilizzo dei device multimediali: quali sono i rischi e che cosa dicono gli esperti?

Secondo studi recenti l’utilizzo dei touchscreen in età evolutiva interferisce con lo sviluppo cognitivo. Nei bambini al di sotto dei tre anni è opportuna la presenza costante di un genitore che li aiuti ad usarli nel modo più opportuno traendo la possibilità di imparare anche nuove parole.
È stato dimostrato che trascorrere una gran quantità di tempo davanti agli schermi interferisce con i rapporti sociali tra i coetanei, riduce il livello di attenzione e risulta correlato a un ridotto rendimento scolastico.
L’uso di tali dispositivi, soprattutto prima di andare a dormire, interferisce con la qualità del sonno favorendo la comparsa di incubi e risvegli notturni e la postura inadeguata che si assume durante il loro utilizzo è responsabile di cefalea e dolori muscolari. Da non sottovalutare è anche la ripercussione sulla vista: bruciore, secchezza oculare e senso di corpo estraneo.
È dunque opportuno limitare l’uso degli apparecchi elettronici in base all’età dei bambini:
Fino a 18 mesi è giusto non usare alcun dispositivo, dai 18 ai 24 mesi solo qualche programma sotto controllo dei genitori, dai 2 ai 5 anni utilizzare tutti i dispositivi solo 1 ora al giorno,dai 6 anni in poi limitare il più possibile il tempo trascorso davanti ai dispositivi elettronici favorendo attività ludiche alternative. Tuttavia esistono delle app che in presenza di genitori possono risultare formative per i bambini.

*L’autrice di questo articolo è una pediatra

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Tumori: Cnr, nuovo approccio per valutare farmaci cancro al pancreas

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Uno studio condotto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche – afferenti all’Istituto di nanotecnologia (Cnr-Nanotec) di Lecce e all’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati-Traverso’ (Cnr-Igb) di Napoli – assieme a Università del Salento, Università degli studi di Roma ‘La Sapienza’ e all’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di Lecce, descrive una nuova metodologia di analisi cellulare nell’ambito del trattamento del cancro pancreatico: lo studio è pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).La ricerca ha indagato le interazioni tra le diverse cellule presenti nel microambiente tumorale con l’obiettivo di migliorare l’efficacia dei trattamenti farmacologici: nelle neoplasie al pancreas, infatti, una delle più grandi criticità è rappresentata dall’individuazione del farmaco o della combinazione di farmaci più efficace.

“All’interno dei nostri laboratori, fulcro del Tecnopolo per la medicina di precisione della Regione Puglia, abbiamo creato un modello di tumore al pancreas in vitro e, utilizzando la microscopia ad alta risoluzione e tecniche di tracciamento cellulare, abbiamo registrato le interazioni che avvengono tra le varie popolazioni cellulari, studiando le variazioni determinate dal tipo di cellula tumorale e dalle diverse condizioni di crescita, in presenza o meno di un farmaco antitumorale”, spiega Loretta L. del Mercato, primo ricercatore di Cnr-Nanotec.Il cancro al pancreas è considerato uno dei più complicati da combattere, dal punto di vista terapeutico. “Questo tumore è molto aggressivo e la scarsa efficacia delle terapie è dovuta alla presenza massiccia di stroma, il tessuto connettivo che circonda il tumore: ciò determina un ambiente ostile alla penetrazione dei farmaci chemioterapici, favorendo la crescita e la metastatizzazione del tumore stesso”, precisa Enza Lonardo, ricercatrice di Cnr-Igb.

Questo aspetto ha spinto i ricercatori a sviluppare un modello nel quale le cellule tumorali crescono in presenza di cellule stromali. “Abbiamo definito un metodo per misurare in modo rapido ed efficace le interazioni tra cellule e farmaco: il protocollo computazionale che abbiamo sviluppato racchiude tre tecniche indipendenti e ben consolidate in un approccio unificato, che ha un elevato livello di robustezza e versatilità statistica”, aggiunge Adriano Barra, docente dell’Università del Salento.“Le piattaforme tecnologiche sviluppate rappresentano un importante passo in avanti per la comprensione dei fenomeni che regolano la formazione e la crescita del tumore del pancreas. Il loro campo di applicabilità è atteso essere molto vasto, ben oltre i casi di studio analizzati in questo lavoro”, conclude Giuseppe Gigli, direttore del Cnr-Nanotec e coordinatore del Tecnopolo per la medicina di precisione della Regione Puglia.

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Nuova protesi mitralica impiantata a cuore battente

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Una nuova protesi mitralica transcatetere, di produzione italo-francese, è stata impiantata a cuore battente per la prima volta al mondo nell’uomo con un intervento eseguito a Torino all’ospedale Molinette. La protesi, chiamata Epygon, si posiziona senza ricorrere alla tradizionale circolazione extracorporea, ossia all’intervento a cuore aperto. È stata ideata nel Bioparco di Colleretto Giacosa (Torino) e sviluppata in Francia. La paziente è una donna di 62 anni che soffriva di una grave forma di insufficienza mitralica, giudicata non trattabile con intervento cardiochirurgico tradizionale per molteplici fattori di rischio.

La paziente è stata trasferita presso la riabilitazione di Veruno dopo soli 5 giorni di ricovero. “Queste procedure – spiegano alla Città della Salute – sono chiamate transcatetere e vengono effettuate in modo ottimale da parte di gruppi specializzati, chiamati Heart Team. E’ una tecnica già applicata in tutto il mondo sulla valvola aortica (Tavi) per pazienti molto anziani o ad alto rischio operatorio. Ma applicare lo stesso metodo sulla valvola mitrale è una novità. Innanzitutto le fasi dell’invenzione e dello sviluppo sono molto più difficili perché l’anatomia di questa valvola è ben più complessa di quella della valvola aortica. L’intervento necessita inoltre della perfetta collaborazione dell’Heart Team in centri iper-specializzati”.

L’operazione è stata eseguita da Stefano Salizzoni – coadiuvato da Michele La Torre e Antonio Montefusco – nel dipartimento cardio-toraco-vascolare delle Molinette diretto da Mauro Rinaldi. Epygon, sviluppata dalla francese Affluent Medical, ha superato un lungo iter “grazie alla sinergia tra industria, aziende ospedaliere ed università dei due Paesi, ed ha ottenuto il nulla osta del Comitato Etico interaziendale”. I direttori dei Centri universitari di Torino e Lione, Mauro Rinaldi e Marco Vola, esprimono “soddisfazione per il risultato clinico, per la collaborazione forte tra le due équipe, soprattutto perché il processo di ricerca e sviluppo della protesi valvolare è stato tutto condotto in ambito europeo, tra Italia e Francia”.

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Rischia obesità 1 bimbo su 3, Campania al 44%

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In Italia un terzo dei bambini è già in sovrappeso o obeso e questa percentuale raggiunge il 44% in Campania, rendendola regione maglia nera, subito seguita con il 42% dalla Calabria. Tutt’altro che un’innocua ‘pancetta’, l’obesità infantile spesso continua in età adulta, mettendo a rischio di sviluppare diabete, tumori, malattie del cuore e ictus. Portare tra i banchi di scuola l’ora di prevenzione, con un accento sull’alimentazione sana e la dieta mediterranea, è l’obiettivo di un tavolo di lavoro avviato dal Ministero della Salute insieme a quelli dell’Agricoltura, dello Sport, dell’Istruzione.

“L’attenzione verso gli alimenti di cui ci nutriamo – sottolinea Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) – ha effetti diretti sul benessere, degli adulti come dei bambini”, soprattutto in un momento in cui la pandemia ha peggiorato le abitudini quotidiane di gran parte della popolazione. “Per esempio, 1,2 milioni di persone hanno iniziato o ripreso a fumare e il 32% degli adulti è aumentato di peso”, sottolinea Francesco Cognetti, presidente Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce).

Spesso sottovalutata, l’obesità nei bambini “non significa solo ‘avere un po’ di pancia’ – sottolinea Giuseppe Morino, pediatra e dietologo – ma grasso al fegato, pressione alta, livelli di colesterolo elevati, disregolazione di insulina. E spesso bimbi obesi saranno anche adulti obesi”. Nella sola Europa, una dieta malsana, ovvero troppo ricca di zuccheri, grassi saturi e cibi ultraprocessati, causa più di un milione di morti ogni anno, secondo l’Oms Europa che ha appena annunciato nuove linee guida nutrizionali per proteggere i bambini dal marketing alimentare malsano e dalla pubblicità di cibi e bevande non salutari.

Di contro, “la dieta mediterranea – ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci – è strategica per la prevenzione di malattie ed è uno strumento di rafforzamento di valori culturali come l’importanza della qualità dei prodotti, il rispetto per il territorio e la biodiversità”. Per questo “sto lavorando insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Agricoltura e dello Sport per inserire la prevenzione, con un focus sull’alimentazione, nei programmi didattici delle scuole, affinché già da piccoli si apprendano i benefici dei corretti stili di vita”.

“Dobbiamo educare le nuove generazioni a un consumo più attento – conferma il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida – anche per contrastare l’effetto dei social media, che spingono verso l’acquisto di alcuni prodotti”. A questo scopo, ha aggiunto, è giusto che “il sistema scolastico accolga tra le materie anche l’educazione alimentare e spieghi cosa fa bene e cosa fa male, in modo da fornire quella ‘alfabetizzazione’ che per tante generazioni è stata affidata alle mamme e alle nonne”. L’alimentazione sana sarà anche protagonista del “Festival dei 5 colori” che si terrà dal 17 al 21 maggio a Napoli, per proseguire in Calabria. In calendario incontri, giochi e eventi, per portare anche tra i banchi e nelle famiglie, l’importanza di frutta e verdura, rigorosamente di stagione e Made in Italy.

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