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Cronache

Smart card anti Covid, la Corte dei Conti indaga De Luca

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Un’iniziativa “priva di fondamento”, “foriera di spreco di risorse”: sono dure le parole della Corte dei Conti sulla decisione della Regione Campania di dotare i suoi cittadini dell’attestato digitale di vaccinazione anti Covid-19, la cosiddetta smart card, sovrapponibile al green-pass del governo nazionale. La vicenda, finita in un fascicolo della procura regionale per la Campania nel gennaio 2022, oggi ha avuto una svolta: su richiesta dei sostituti procuratori generali Davide Vitale e Mauro Senatore, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli si è recato a Salerno per notificare al governatore della Campania Vincenzo De Luca un invito a dedurre per un danno all’Erario da oltre 3,7 milioni di euro. Nel corso della consueta diretta Fb del venerdì, il presidente della Regione non ha fatto riferimento all’invito a dedurre.

Stoccate, invece, sono giunte da FdI, con il senatore Antonio Iannone (“la gestione De Luca non conosce cosa sia la trasparenza”) e la deputata Imma Vietri (“ulteriore esempio della cattiva gestione amministrativa e politica del centrosinistra in Campania”). Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gennaro Saiello ricorda invece gli atti e le interrogazioni presentate a suo tempo sulla vicenda e Severino Nappi, della Lega, sottolinea che il governatore è stato “vittima della sua stessa smania di protagonismo”. A De Luca i magistrati chiedono lumi relativamente al 25% della spesa per la smart card, pari a 928mila e 725 euro. Altri cinque ‘inviti’ sono stati notificati ad altrettanti componenti dell’Unità di Crisi regionale per l’emergenza epidemiologica da Covid-19: il coordinatore Italo Giulivo (a cui si chiede conto di 742mila e 980 euro), il vice responsabile Antonio Postiglione (che deve rispondere per 371mila e 490 euro), l’esperto informatico Massimo Bisogno (928mila e 725 euro), Ugo Trama (a capo della Direzione generale della Salute e del Coordinamento del servizio sanitario) e la dirigente regionale Roberta Santaniello, chiamati in causa per 371mila e 490 euro ciascuno. La Procura della Corte dei Conti ritiene che la certificazione sia una questione di esclusiva competenza del legislatore nazionale e dell’amministrazione centrale.

L’accordo tra la Soresa (Società Regionale per la Sanità) e un’azienda privata per la fornitura e la distribuzione (iniziata e poi sospesa) delle smart card, risale poi al 3 maggio 2021, dopo l’introduzione del green-pass, datata 22 aprile 2021. Non solo. Per gli inquirenti l’iter, compresi i pagamenti, è proseguito quando invece lo si poteva interrompere senza che il committente ne pagasse le spese. La funzione della smart card era simile, ma non uguale a quella del green pass: era dotata di chip e codice QR per l’erogazione di altri servizi e per l’accesso sicuro in locali e mezzi pubblici. Il garante per la privacy, a fine maggio 2021, si pronunciò, con un provvedimento, contro il sistema di certificazione di avvenuta vaccinazione, guarigione o negatività previsto dalla Regione Campania come condizione necessaria anche per la fruizione di servizi turistici, di wedding, trasporti e spettacoli. Per il garante le caratteristiche di quella smart-card, costata 90 centesimi l’una, violavano la normativa sulla privacy e per questo motivo decise di emettere un ‘avvertimento’ che però non ebbe alcun effetto sulla linea decisa dall’ente guidato dal governatore De Luca. Ma quelle smart card sono ora a milioni stoccate nei depositi di Asl e aziende ospedaliere

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Gratteri in visita al comando provinciale dei Carabinieri di Napoli

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Il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri si è recato in visita stamane alla caserma Pastrengo, storica sede del Comando Provinciale Carabinieri. Ad accoglierlo il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli, Generale di Brigata Enrico Scandone e i vertici investigativi dell’Arma partenopea. Durante l’incontro, Gratteri “ha rivolto un sentito ringraziamento a tutti i Carabinieri impegnati nel difficile territorio del Comando Provinciale di Napoli e ha voluto far sentire a tutti i militari la vicinanza dell’intera Procura nell’ambito di una sinergia ben consolidata”, è scritto in una nota  dell’Arma.

“Un particolare plauso è stato espresso per la professionalità e l’abnegazione quotidianamente profusi nello svolgimento del servizio, con passione ed entusiasmo, e per gli importanti risultati ottenuti nell’azione di prevenzione e repressione dell’illegalità, in ogni sua forma”. Nel corso dell’incontro il procuratore capo ed i vertici investigativi di Napoli e provincia hanno delineato anche i prossimi piani investigativi e le strategie da adottare nel contrasto alla criminalità organizzata ed a quella ‘comune’. Durante la visita Gratteri ha avuto modo di incontrare, tra gli altri, i carabinieri della centrale operativa del comando provinciale di Napoli – cuore pulsante dell’Arma territoriale – e vederli all’opera durante il “monitoraggio” dell’intera città grazie alle telecamere distribuite sul territorio.

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Droga e armi, sei arresti dei carabinieri nel Napoletano

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Sei persone, tra cui un 17enne, sono state arrestate dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna in una operazione contro la criminalità organizzata di Afragola, in provincia di Napoli. I militari hanno svolto perquisizioni a tappeto nell’area di parco Sant’Antonio, via Calvanese e vicolo Maiello. In una abitazione sono state sorprese quattro persone, tra cui un 17enne, mentre confezionavano droga per la vendita al dettaglio tra cocaina, hashish e marijuana per un peso complessivo di un chilo. Sequestrata la somma contante di 6mila euro. L’altra perquisizione ha permesso invece di rinvenire e sequestrare a carico di due uomini fermati in strada un Kalashnikov con relativo munizionamento che era nascosto in un’auto. Trovate poi anche due pistole con il relativo munizionamento, un centinaio di proiettili di vario calibro, nascoste nel sottotetto di una abitazione di via Calvanese.

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A Pozzuoli locali comunali in fitto a chi denuncia la camorra

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Con una delibera votata all’unanimità, il Comune di Pozzuoli intende ricompensare tutti quei cittadini che, con le loro denunce, consentiranno alla magistratura di contrastare concretamente la criminalità organizzata. Nell’atto viene stabilita, infatti, la possibilità di assegnare in fitto una parte dei locali comunali non destinati ad uso abitativo a chi abbia contribuito a far arrestare o condannare soggetti responsabili di crimini malavitosi. “Lo scopo dell’iniziativa – ha spiegato il sindaco Luigi Manzoni – è quello di concedere il giusto riconoscimento ai cittadini che abbiano assunto una posizione coraggiosa di denuncia di reati commessi dalla criminalità, esponendo la propria persona e la propria famiglia al rischio di pericolose ritorsioni. Intendiamo quindi premiare in modo tangibile il prezioso contributo che un simile comportamento di civiltà offre alle forze dell’ordine per interrompere azioni delittuose che minano la serenità del vivere quotidiano di ognuno di noi”.

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