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S’inverte curva ricoveri Covid ma morti oltre 200

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Cambia segno la curva dei ricoveri Covid in Italia che, dopo un mese in salita, registrano una lieve diminuzione (-2%) per i pazienti nei reparti di area medica (il 19 luglio erano in crescita del 17%) mentre e’ stabile il dato delle terapie intensive. Ma resta alto il numero delle vittime, che per il secondo giorno consecutivo supera quota 200 (207 nelle ultime 24 ore secondo il bollettino del ministero della Salute), anche se in calo rispetto alle 253 delle 24 ore precedenti. Sul fronte dei contagi, i casi continuano a scendere e nelle ultime 24 ore sono 63.837 (contro gli 88.221 del giorno prima). Risale il tasso, che oggi e’ al 21%, (ieri 19,7%) con 317.720 tamponi effettuati. Sono invece 424 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, con 47 ingressi giornalieri, mentre nei reparti ordinari ci sono 11.094 persone, 30 in meno. In discesa il dato degli italiani positivi al Coronavirus: attualmente 1.380.127, ovvero 15.306 in meno rispetto al giorno prima. “In linea con l’andamento dei contagi in calo registriamo la prima discesa dei ricoveri di questa ondata epidemica estiva legata alla variante Omicron 5”, commenta il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore. In base all’ultima rilevazione della Fiaso, relativa al periodo 19-26 luglio, si registra infatti una diminuzione (-4,2%). Nelle rianimazioni il tasso di occupazione resta basso, ovvero il 4,9% del totale dei pazienti Covid. In discesa del 21,6% anche i ricoveri pediatrici. L’analisi rileva che il 75% dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali ha una eta’ media di 73 anni e ha effettuato la vaccinazione da oltre sei mesi. “E’ necessario quindi un impegno ancora maggiore per la campagna vaccinale diretta alla somministrazione della quarta dose ai fragili e agli over 60”, aggiunge Migliore. Probabilmente, e’ l’analisi di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Universita’ Statale e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, “siamo al plateau, forse in una fase di discesa dell’incidenza ma abbiamo imparato anche dalle ondate precedenti che i decessi sono quelli della parte espansiva, con un ritardo di due/tre settimane”, spiega, rispetto all’andamento dei contagi. “In questo momento abbiamo Omicron 5, contagiosissima e diffusiva, abbiamo aperto molto e arriviamo con vaccinati e guariti gia’ da diversi mesi – aggiunge – cosi’ che queste persone perdono una quota importante della copertura”. Dati, dice il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ci dicono che ci dovremmo trovare “al punto di passaggio dalla fase epidemica a quella endemica e credo che sia giusto rivedere anche le regole dell’isolamento, credo gia’ nei prossimi giorni”. A livello globale, un invito a proseguire nell’impegno della campagna vaccinale e’ stato ribadito dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus che esorta “tutti i Paesi a lottare per l’obiettivo di una copertura vaccinale del 70%, con particolare attenzione a strategie di vaccinazione mirate che diano la priorita’ ai piu’ vulnerabili, che e’ il modo piu’ efficace per salvare vite umane – ha detto – Sebbene i vaccini abbiano salvato innumerevoli vite, non hanno ridotto sostanzialmente la trasmissione”. Un lavoro sui vaccini, dice l’immunologo statunitense, Anthony Fauci, “che non e’ finito”. Tra gli obiettivi somministrazione nasale che blocca ingresso virus. E in tema di vaccini anti-Covid, l’Aifa ha pubblicato il 12/o Rapporto di farmacovigilanza dal quale emerge che, in linea con i precedenti dossier, tra il 27 dicembre 2020 e il 26 giugno 2022, sono pervenute 137.899 segnalazioni di sospetta reazione avversa su un totale di 138.199.076 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 100 ogni 100.000 dosi), di cui l’81,8% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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