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Sinner ok a Shanghai, Paolini-Errani finaliste a Pechino

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La sconfitta nella finale del China Open è il passato. Jannik Sinner è ripartito con una vittoria nel secondo turno del Masters 1000 di Shanghai. A tirargli su il morale ha contribuito Taro Daniel, sparring partner di un buon allenamento conclusosi con il punteggio di 6-1, 6-4. Prossimo avversario del numero 1 sarà Tomas Martin Etcheverry, 37mo nell’elenco Atp. A spese del giapponese (n.93), Sinner è divenuto il primo giocatore nato negli anni 2000 a raggiungere le 250 vittorie in carriera nel circuito ATP. Ora sono 60 i suoi successi in stagione.

Con l’altoatesino ha fatto un passo avanti sul cemento di Shanghai anche Carlos Alcaraz, ancora più agevolmente, contro il tennista di casa Shang Juncheng. E’ stato lo spagnolo a scendere in campo per primo, appena tre giorni dopo aver vinto brillantemente il torneo Atp 500 di Pechino contro Sinner. La testa di serie numero 3 ha impiegato solo un’ora e 16 minuti per eliminare il numero 51 del mondo (6-2, 6-2) e raggiungere il decimo successo consecutivo. In un buon sabato del tennis italiano spicca l’ennesimo acuto dell’accoppiata Sara Errani-Jasmine Paolini.

ùLe vincitrii dell’oro olimpico di Parigi nel torneo di doppio sono in finale al China Open, il Wta 1000 di Pechino, la quinta di una annata fenomenale. Nella sesta semifinale del 2024 hanno sconfitto 6-4, 1-6, 10-4 le statunitensi Sofia Kenin e Bethanie Mattek-Sands, prendendosi la rivincita del ko subito a Miami. Errani e Paolini hanno inoltre centrato la qualificazione alle Wta Finals di Riad, a novembre. Sarà la prima partecipazione di una coppia italiana nel torneo di fine stagione dal 2015. “Mi sento bene fisicamente e nei miei turni di servizio si è visto.

Questa prestazione è molto importante per me” ha commentato a caldo un sorridente Sinner. “Con il nuovo team servirà del tempo per conoscerci meglio, ma mi sto trovando bene” ha aggiunto, parlando di Marco Panichi e Ulises Badio, ex preparatore e fisioterapista di Novak Djokovic inseriti nello staff dopo la fine della collaborazione con Umberto Ferrara e Giacomo Naldi. “Cerchiamo di migliorare, di cambiare un paio di cose che speriamo possano rendermi un giocatore migliore. Ci sono ancora tante cose da fare fuori dal campo, e non vedo l’ora” ha aggiunto. L’occasione di misurare la propria crescita gliela darà Etcheverry. L’argentino arriva da un big match con l’olandese Botic van de Zandschulp, vinto 7-6 (7/5), 3-6, 7-5 in 3h43 minuti, record nella storia del torneo.

Soddisfatto del proprio esordio Alcaraz: “Ultimamente sto giocando davvero bene, quindi cerco di mantenere lo slancio. Ho avuto solo il tempo di allenarmi prima di questa partita e poter iniziare così mi rende orgoglioso”, ha aggiunto il numero 2 del mondo. Nel prossimo turno, lo spagnolo affronterà un altro giocatore locale, Yibing Wu (24 anni), ex 54mo del ranking, precipitato al 560mo posto dopo una stagione quasi priva di incontri. Trovandosi dalla stessa parte del tabellone, Sinner e Alcaraz potrebbero scontrarsi ancora, questa volta in semifinale, mentre il tedesco Alexander Zverev, testa di serie numero 2, avrà dalla sua parte il serbo Novak Djokovic (n.4). E’ caduta una delle teste di serie principali con la sconfitta del russo Andrey Rublev (n.6), eliminato a sorpresa dal ceco Jakub Mensik (n. 65) in tre set: 6-7, 6-4, 6-3.

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De Laurentiis: in partenza per Los Angeles, ma il messaggio ai tifosi del Napoli è chiaro

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Aurelio De Laurentiis (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente del Napoli, non sarà presente a Milano per il match di domenica. Il presidente è infatti in partenza per Los Angeles, ma prima di lasciare l’Italia ha voluto rassicurare i tifosi con un messaggio pubblicato su Twitter. Dopo la recente sconfitta contro l’Atalanta e con l’importante sfida per il primo posto in classifica all’orizzonte, De Laurentiis ha fatto chiarezza sul progetto e sulle aspettative per la stagione in corso.

“Cari tifosi del Napoli – ha scritto De Laurentiis – sto partendo per Los Angeles e rientrerò in tempo per Napoli-Roma. Vorrei rassicurarvi sul fatto che il verbo ‘ricostruire’, da me pronunciato la scorsa estate, ha un significato preciso: è un percorso appena iniziato e ci vorrà calma e pazienza per arrivare a meta, anche se siamo partiti molto bene.”

Le parole di De Laurentiis sono un invito alla pazienza e alla riflessione. Il presidente ha sottolineato come il termine “ricostruire” implichi un cammino a lungo termine, con l’obiettivo di gettare solide basi per il futuro del club, puntando non solo ai successi immediati ma a una stabilità duratura, come accaduto negli ultimi 14 anni.

“Ho visto troppe reazioni improprie, anche perché non siamo al Fantacalcio. Ricostruire significa gettare le basi per un futuro duraturo sul piano dei risultati,” ha proseguito De Laurentiis. Il presidente ha voluto chiarire che le aspettative per lo scudetto potrebbero essere premature, e che un’eccessiva presunzione potrebbe trasformarsi in un errore controproducente.

L’importanza del sostegno dei tifosi

De Laurentiis ha anche ribadito l’importanza del sostegno dei tifosi, definendoli una componente fondamentale per il successo della squadra. “Ci vuole tempo, pazienza, lavoro e soprattutto l’appoggio e l’abbraccio di tutti voi tifosi, perché il Napoli è diventato non solo una squadra importante ma anche la bandiera di una città che sta vivendo una fase straordinaria di Rinascimento.”

Per il presidente, il vero obiettivo del Napoli per questa stagione è il ritorno in Europa. La squadra, infatti, dovrà confrontarsi con avversarie di alto calibro come Inter, Juventus, Milan, Atalanta, Lazio, Roma e Fiorentina. “Quindi, godiamoci questo splendido inizio di stagione e ricordiamoci che siamo una squadra in ‘costruzione’.”

Un cauto ottimismo per il futuro

Il messaggio si conclude con una nota di ottimismo e con un motto ormai caro ai tifosi: “Forza Napoli Sempre e a presto!” De Laurentiis lascia quindi una porta aperta per i sogni dei tifosi, invitandoli a credere nel progetto ma a non avere fretta. “Mai dire mai…”, chiude il presidente, lasciando intendere che, pur con obiettivi chiari e ragionevoli, il Napoli non smetterà mai di ambire a traguardi importanti.

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Sfida scudetto Inter-Napoli, classifica sempre più corta

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Brillante in Europa, competitivo in patria. Il calcio italiano, alla vigilia dell’ultimo turno prima della pausa azzurra, mostra la sua forma migliore. Nel weekend va in scena la sfida scudetto Inter-Napoli, con un nugolo di inseguitrici ambiziose pronte a sfruttare eventuali passi falsi. Se a San Siro finirà pari la classifica alla sosta potrebbe indicare: Napoli capolista a 26 punti, Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio a 25, Juve a 24 col Milan che potrebbe arrivare a 23 vincendo poi il recupero col Bologna. Quindi, sei squadre in due punti, virtualmente sette in tre, una sorta di ricongiungimento a un terzo del percorso. Il Napolisembrava avviato a una fuga spericolata, dopo avere violato il Meazza rossonero.

Poi l’Atalanta ha mostrato a Conte che la promettente attraversata è appena all’inizio. E ora i partenopei hanno un nuovo happening milanese, con i campioni d’Italia che sanno gestire i molteplici impegni con maturità e la migliore rosa del campionato. L’Arsenal ha disputato un’ottima gara ma ha perso, domato dal solito impeccabile rigore di Calhanoglu. Ora Conte e Lukaku torneranno nella stadio dello scudetto 2021. Il tecnico pugliese difficilmente non trae insegnamenti dalle frenate, ma il compito è duro. “Loro sono forti, noi arriviamo alla sfida da primi in classifica e vogliamo rimanerci” ha detto Conte. Si fronteggeranno il secondo attacco (dopo l’Atalanta) contro la seconda difesa (dopo la Juve), Lautaro e Thuram contro Lukaku e Kvara.

Ma i campioni si fanno preferire a centrocampo: il blocco Calhanoglu-Mikhtaryan-Barella col supporto di Dimarco macina calcio d’alto livello, McTominay-Lobotka-Anguissa dovranno cercare di mettere a frutto la lezione subita da Gasperini in un campo che non li vede prevalere da sette anni. Atalanta, Lazio e Fiorentina erano partite con l’obiettivo di entrare in zona Champions (anche quest’anno le italiane potrebbero essere cinque) ma le vittorie a raffica le hanno portate in orbita scudetto e ora hanno tre impegni abbordabili. La Dea ha più credenziali delle altre e sta confermando una statura internazionale acquisita, con Retegui e Lookman protagonisti: saranno loro a guidare la squadra contro un’Udinese in fase di assestamento ma che ha trovato in Davis un atletico compagno di attacco di Lucca.

La Lazio è in stato di grazia: è sola in testa alla Europa League dopo avere domato anche il Porto, ha vinto 9 delle ultime 10 gare con le rotazioni vincenti che Baroni ora riproporrà contro il claudicante Monza, ultimo, dell’amato ex Nesta che, pur col talentuoso Maldini jr, farà fatica ad evitare la terza sconfitta di fila. Dopo sette vittorie consecutive bagno di umiltà della Fiorentina, sconfitta a Cipro in Conference. Ora riceve il Verona che si è risollevato battendo la Roma. Thiago Motta vuole evitare il settimo pari di una stagione in cui è comunque l’unica imbattuta. All’orizzonte c’è il derby con un Torino a mezza classifica che ha perso 4 delle ultime 5 partite, recrimina per l’infortunio di Zapata, ma forse recupererà Adams. Juve favorita con Vlahovic che sarà affiancato da Koopmeiners e Yildiz.

Al Milan, ringalluzzito dall’impresa del Bernabeu con Fonseca che blinda di nuovo la sua panchina, serve dare continuità di risultati a Cagliari, con la conferma di Leao e con l’impiego di Abraham al posto dell’infortunato Morata. Aria di ultima spiaggia per Juric, in un Olimpico sempre più ostile, per la Roma in caduta libera: domani intanto sono attesi i Friedkin. Arriva un Bologna da centroclassifica che ha riabbracciato Ferguson e ha trovato in Orsolini il suo condottiero. L’ostracismo a Hummels, l’accantonamento di Paredes, la discutibile presenza costante di Celik e Zalewski sembrano avere aggravato una crisi che dura da mesi. Per la zona retrocessione delicata sfida tra il Venezia di un Di Francesco sempre in bilico e un Parma, che invece ha appena prolungato il contratto il Pecchia.

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Brutta Fiorentina, perde 2-1 a Cipro con l’Apoel Nicosia

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Una Fiorentina con tanti cambi e senza carattere perde 2-1 a Cipro contro l’Apoel Nicosia, nella terza giornata della Conference League. I viola giocano un primo tempo molto sottotono, da dimenticare, rispetto alle ultime giornate. Così la squadra di casa, col passare dei minuti, acquisisce fiducia e consapevolezza. La formazione di Palladino, al contrario, non riesce a mettere in pratica le giuste contromisure. Dopo sette vittorie consecutive tra campionato e Conference League si interrompe così la striscia positiva dei viola. Una serata, una partita, una prestazione, da dimenticare per l’undici di Palladino. Rispetto alla vittoriosa trasferta di Torino l’allenatore Palladino fa un abbondante turnover: ritorno dal primo minuto per giocatori come Terracciano, Biraghi, Parisi, Mandragora, Kouame, Ikone.

Ma le speranze di rivedere anche contro i ciprioti la Fiorentina delle ultime settimane non vengono rispettate. La formazione di Palladino gioca un primo tempo molto brutto e prima di andare negli spogliatoi per la fine del primo tempo è sotto di due gol. E pensare che nella prima parte di gara, nei primi 12 minuti di gioco, Kouame ha tre volte l’occasione per segnare ma tutte le volte sbaglia la conclusione finale. Quando poi sembra che la gara sia in mano ai viola, i padroni di casa si fanno più intraprendenti e a sorpresa al 37′ passano in vantaggio: El Arabi gioca bene spalle alla porta e imbuca per Donis. Kayode e Ikoné sono sorpresi, poi il numero 11 dell’Apoel batte Terracciano con un tocco morbido.

Nel giro di un minuto arriva la reazione della Fiorentina con Richardson da dentro l’area e Mandragora dalla distanza ma senza trovare fortuna. E quando tutti al 45′ aspettavano il doppio fischio finale dell’arbitro per la fine del primo tempo arrivava il raddoppio per l’Apoel Nicosia: Fiorentina molle su tutti i contrasti, Moreno esce male e crea un buco enorme, il rinvio di Kayode termina addosso a Biraghi, Abagna si ritrova il pallone sul piede e batte Terracciano. La sagra degli orrori. Nella ripresa Palladino inserisce alcuni ‘titolari’ come Beltran, Ranieri, Dodo, Bove e Gosens per una Fiorentina più pericolosa e al 74′ riesce a riaprire la partita. Lo fa Ikone all’improvviso: palla lunga, Kouame manda in porta Ikoné che in diagonale batte Belec. Da quel momento i viola si stazionano nella metà campo avversaria senza però essere più pericolosi. E dopo sette minuti di recupero la partita finisce con la sconfitta della Fiorentina in Conference League.

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