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Sinner agli ottavi trova Rune: devo alzare livello

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Le dieci ore di sonno per avere sempre la concentrazione al top, con la consapevolezza però che per inseguire il bis a Melbourne “va alzato il livello”. Jannik Sinner passa, senza troppa fatica a dire il vero, agli ottavi degli Australian Open, in una giornata che in azzurro fa sorridere molto anche Lorenzo Sonego, l’unico altro italiano rimasto in campo nel primo slam di stagione. Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini infatti salutano l’Australia. Sinner con la 17ma vittoria consecutiva si é sbarazzato dello statunitense Marcos Giron (numero 46 ATP), battuto in due ore ed il punteggio di 6-3, 6-4, 6-2. Prossimo avversario sarà Holger Rune. Il danese (n.13) ha eliminato Miomir Kecmanovic in cinque set. Precedenti in parità: 2-2. Sinner si é detto “felice” del passaggio del turno. Ma, intervistato sulla Rod Laver Arena, ha rilanciato: “So che se voglio andare avanti devo alzare il livello”.

Ha anche svelato la sua routine prima di un incontro serale: “Di solito cerco di rilassarmi fino a 20 minuti prima della partita. E di dormire quanto più possibile: ce la faccio tranquillamente ogni giorno, questa notte ho dormito circa 10 ore. Mi dicono tutti di godermela finché dura, perché non dura” ha aggiunto, applaudito dal pubblico. Tra gli impegni che attendevano i due Lorenzo, Sonego e Musetti, sembrava più ostico quello del primo – opposto all’ungherese Fabian Marozsan -, mentre il secondo affrontava Ben Shelton, ko in entrambi i precedenti. Ma il campo ha rovesciato ogni pronostico: Sonego ha giocato una grande partita, vincendo in rimonta – 6-7(3/7), 7-6(8/6), 6-1, 6-2 -, risultato che lo proietta per la prima volta al quarto turno di Melbourne, dove affronterà il 19enne californiano Learner Tien (già giustiziere di Medvedev), che a sua volta ha eliminato il francese Corentin Moutet.

Ad uscire é stato Musetti, sconfitto 6-3, 3-6, 6-4, 7-6(7/5). Ottavi negati anche a Jasmine Paolini. A sbarrare la strada della numero 4 WTA l’ucraina Elina Svitolina (n.28), vincente in tre set (2-6, 6-4, 6-0). La vera sorpresa di giornata é però la vittoria del 38enne Gaël Monfils (n.41), che ha eliminato in quattro set l’americano Taylor Fritz (n.4), finalista dell’ultimo US Open, dove perse con Sinner. Il francese, reduce dalla vittoria ad Auckland, da 17 anni non batteva un Top-5 in uno Slam. Alla gioia di Sonego, nei commenti post-match si contrappone la delusione di Musetti, seppure con uno sguardo “al bilancio positivo” del torneo. Sotto il sole australiano, quella con il 25enne Marozsan (n.36) “è stata una partita fisicamente durissima – ha detto ‘Sonny’ in conferenza stampa – Specie nei primi due set il caldo si sentiva moltissimo”. Ha però trovato le energie necessarie: “Non ho mai mollato, non mi sono abbattuto per tutte le chances che non sono riuscito a concretizzare nei primi due parziali. Sarebbe stato un peccato andare sotto di due set, sono stato bravo a continuare a giocare ed a crederci, sapevo che prima o poi qualcosa di buono sarebbe arrivato”. “La parola chiave di oggi è ‘peccato’, ma il bilancio finale del torneo è sicuramente migliore rispetto agli altri anni”.

Musetti ha archiviato così la sconfitta con Shelton: “Ho fatto un passo avanti e nel feeling con il campo mi sono sentito un giocatore migliore rispetto ai precedenti Australian Open. Anche come atteggiamento in campo mi sono piaciuto”. Anche se adesso é “molto dispiaciuto, porto via dal torneo tante buone cose”. Sull’incontro, ha spiegato di aver sentito “un po’ di ansia e oppressione che non so spiegare” nel primo set, mentre “negli altri tre ho giocato appieno. Peccato davvero, specialmente nel terzo mi sentivo superiore, ma Shelton si è sempre salvato con il servizio”. “Mi ero allenata con Svitolina in questa settimana e sapevo che stava giocando ad un ottimo livello – le parole di Paolini – Il primo set è andato bene, poi lei é cresciuta ed io calata. Ero molto nervosa e non riuscivo a rimanere lucida. Ora darò tutto nel doppio”.

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Napoli, il messaggio di Conte: “Serve una casa per il Napoli”

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Antonio Conte ha lanciato un segnale forte alla società. Il centro sportivo e il settore giovanile sono temi centrali per l’allenatore, che non vuole essere un semplice traghettatore ma costruire un progetto a lungo termine. Dopo le polemiche di Benitez nel 2015, anche l’attuale tecnico azzurro porta avanti la stessa battaglia: servono investimenti nelle infrastrutture per creare un club che possa competere stabilmente ai massimi livelli.

Un progetto fermo al palo

Nonostante i tanti sopralluoghi e i terreni individuati nel corso degli anni – da Lago Patria ad Afragola, fino a Sant’Antimo e Bagnoli – il Napoli non ha ancora avanzato nessuna richiesta ufficiale per costruire un proprio centro sportivo. Attualmente, resta valido solo l’accordo con Castel Volturno fino al 2026, ma senza una vera evoluzione verso una struttura di proprietà.

Conte ha ribadito la necessità di una “Casa del Napoli”, un investimento che garantirebbe stabilità e crescita al club, invece di spendere cifre folli per singoli calciatori. Un’idea opposta a quella di Gasperini, ma che riflette una visione a lungo termine per il futuro della squadra.

Il problema dello stadio e il rischio per Euro 2032

Se il centro sportivo è un tema delicato, ancora più complessa è la questione dello stadio Maradona. Napoli potrebbe addirittura perdere l’Europeo 2032 senza un progetto di restyling chiaro, ma su questo Conte non si è espresso, consapevole della burocrazia e delle difficoltà politiche che frenano l’evoluzione dell’impianto.

Un Napoli da costruire, dentro e fuori dal campo

Oggi il Napoli è in lotta per lo scudetto, ma Conte guarda oltre. La sua non è un’”exit strategy”, come lo fu per Benitez, ma una richiesta concreta affinché il club cresca anche fuori dal campo. La palla ora passa a De Laurentiis, che dovrà dimostrare di voler investire su una società solida e competitiva, con un futuro ben definito.

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Leao-Gimenez, in 8 minuti il Milan si rilancia ad Empoli

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Dopo aver raggiunto la semifinale in Coppa Italia ai danni della Roma, il Milan si rilancia in campionato e vince anche a Empoli con un grande secondo tempo: decisivi i gol di Leao e di Gimenez, il primo in serie A per il messicano appena arrivato dal Feyenoord. I rossoneri si portano in classifica a quota 38 (con una partita da recuperare) e quindi a -4 dalla coppia Fiorentina e Lazio (che però devono ancora giocare). L’Empoli resta a quota 21, quart’ultimo posto col rischio di essere sorpassato dal Parma impegnato a Cagliari. Primo tempo a ritmi blandi da parte di azzurri e rossoneri: si aspetta la fantasia offensiva del Milan ma è l’Empoli a creare due vere occasioni. La prima al 15′: Esposito è bravo a liberarsi in area di rigore e a concedere un buon assist a Grassi, la cui conclusione viene però murata da Walker.

La squadra di D’Aversa è sfortunata al 33′: Colombo riesce a impossessarsi di un pallone in area, calcia di potenza col suo sinistro ma la palla si stampa sul palo interno. Maignan non ci sarebbe potuto arrivare. Per quanto riguarda il Milan proteste in avvio (8′) per un brutto intervento di Cacace su Walker: check del Var ma alla fine nessun cartellino estratto da Pairetto, che invece ammonisce al 18′ Joao Felix per simulazione. Dopo l’intervallo, Conceiçao riesce a dar la scossa alla squadra con tre cambi: escono Jimenez, Abraham e Fofana, entrano Leao, l’atteso Gimenez e Pulisic. La connessione portoghese tra Leao e Joao Felix si vede subito al 50′: il primo cerca il secondo, che prova un colpo di tacco ma non è preciso.

Al 55′ Tomori interviene in ritardo su Colombo, riceve il secondo cartellino giallo e viene espulso. La parità numerica si ristabilisce al 65′ perché Marianucci riceve un rosso diretto dopo aver risposto a una provocazione di Gimenez (ammonito): l’arbitro Pairetto vede l’episodio al Var e decide di punire il giocatore dell’Empoli per aver scalciato il messicano. Sono i minuti decisivi. Al 68′ il Milan trova il gol del vantaggio: è perfetto il cross di Pulisic sulla destra, sul secondo palo arriva Leao ed è gol. Il raddoppio arriva al 76′ dall’uomo più atteso, Santiago Gimenez: ancora assist di Pulisic per il messicano che controlla, rientra sul sinistro e apre l’interno: per Vasquez non c’è niente da fare. Il Milan blinda la gara. Joao Felix ha anche una buona occasione per il 3-0, ma non riesce a segnare. E’ festa comunque per i rossoneri attesi adesso playoff di Champions sul campo del Feyenoord. Per l’Empoli la prossima sfida è la trasferta di Udine (16 febbraio), dove gli azzurri devono riprendere a fare punti salvezza.

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L’Italrugby piega il Galles, festa azzurra all’Olimpico

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Il Sei Nazioni si tinge d’azzurro. L’Italia, dopo aver perso contro la Scozia all’esordio, rialza la testa e conquista la prima vittoria, salendo così a 4 punti in classifica togliendo lo zero dalla casella dei successi. All’Olimpico, sotto una pioggia battente, gli uomini di Quesada riescono ad avere la meglio sul Galles, battuto per 22-15 grazie alla meta di Capuozzo e ai 17 punti al piede di Allan, dopo i 14 contro la Scozia e nonostante i due calci sbagliati, resistendo nel finale nonostante la doppia inferiorità numerica al tentativo di rientro dei gallesi, battuti a Roma dopo 18 anni e ora alla 14/a sconfitta consecutiva (8 nel Torneo), cifra che testimonia la vastità di una crisi a cui per ora non riesce a porre rimedio neppure un tecnico esperto come Warren Gatland. Quesada opta per la continuità, con un solo cambio nel XV titolare azzurro rispetto alla trasferta di Edimburgo della settimana scorsa; dentro Niccolò Cannone che rimpiazza in seconda linea Dino Lamb dal primo minuto.

E gli azzurri partono subito forte con il piede ‘caldo’ di Allan che apre le marcature con il 3-0 – a fine primo tempo saranno 11 i punti messi a segno dall’azzurro – e la meta di Capuozzo che permettono all’Italia di andare all’intervallo sul 16-3. Nella ripresa il Galles le prova tutte, ma ancora Allan porta gli azzurri sul 19-3. Wainwright cerca di riaprire il match con la meta, ancora Allan segna ancora dalla piazzola per il 22-8 prima della meta tecnica assegnata al Galles nel finale che firma il 22-15 e consente agli azzurri di tornare a battere il Galles – condannandolo alla 14/a sconfitta consecutiva – replicando così il successo di Cardiff dell’anno scorso e conquistando la vittoria numero 16 da quando partecipa al torneo di rugby più antico del mondo. “Pensavamo di soffrire di più contro il Galles. Dobbiamo lavorare ma il bilancio è più che positivo. Noi parliamo sempre di crescita, lavoriamo tanto su questo per accompagnare la squadra in questo percorso. Oggi è un giorno importante per questo gruppo, l’italia era data per favorita e oggi rappresenta un’evoluzione per noi – ammette il ct Gonzalo Quesada alla fine del match -. Abbiamo saputo gestire con consistenza e pragmatismo, abbiamo giocato un rugby che non ci piace e sono fiero di loro, peccato per gli ultimi 10 minuti ma devo dare merito al gruppo e ai giocatori”, prosegue il ct ammettendo la sofferenza degli azzurri nel finale, ma anche il grande spirito dimostrato.

La stessa fierezza che si ritrova nelle parole del capitano azzurro, Michele Lamaro, che prima sottolinea di essere “contento di come abbiamo approcciato fin dall’inizio mettendoli subito sotto pressione con il gioco al piede. Non è un gioco che preferiamo fare, ma sappiamo che tra i 50 e i 30 metri riusciamo a mettere pressione obbligando l’avversario a concederci tanti calci, che sono punti a tutti gli effetti”, poi ammette che, grazie a questo successo, l’Italia si è tolta “un bel peso dal groppone”. Poi un pensiero al futuro proiettandosi già alla prossima sfida del 23 febbraio quando, ancora a Roma, arriverà la Francia del fenomeno (e ora anche olimpionico) Antoine Dupont. “Sarà una sfida completamente diversa. Sono molto grossi, ma anche lenti nel ripiazzarsi. Speriamo in un tempo migliore, ma ci arriviamo con più serenità; nessuno si aspetta che noi facciamo niente con la Francia e questo può giovare”, dice Lamaro. E, con un’Italia così e uno stadio intero a spingere gli azzurri, nessuna impresa sembra impossibile.

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