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Sicurezza e lotta alla camorra, il bilancio annuale dei Carabinieri di Napoli: 3280 gli arresti, 40 latitanti catturati e…

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Nel corso del 2021 sono state 3280 le persone arrestate dai carabinieri dei reparti dipendenti dal Comando provinciale di Napoli mentre sono state 14.210 quelle denunciate. Durante le pattuglie per il controllo del territorio o nel corso di servizi ad “Alto Impatto”, sono state identificate 535351 persone e controllati 290671 veicoli . Dall’inizio dell’anno sono stati arrestati 40 latitanti o ricercati. Tra le operazioni piu’ importanti e recenti sicuramente quella dell’aprile scorso che ha consentito di colpire duramente gli appartenenti del clan Sibillo (sodalizio conosciuto con il nome della “Paranza dei Bambini”) operante nel centro storico di Napoli.

Ventuno le persone arrestate dai Carabinieri della Compagnia Napoli Centro in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e sfruttamento della prostituzione, aggravati dalle finalita’ mafiose. Enorme, invece, lo screening realizzato per scovare i “furbetti” del reddito di cittadinanza. I Carabinieri del Comando Provinciale hanno effettuato in tutta Napoli e Provincia una campagna di controllo e verifica sulla legittimita’ della percezione del reddito di cittadinanza che ha visto impegnati tutti i reparti territoriali, del Comando Carabinieri Ispettorato del Lavoro con la collaborazione dell’Inps.

Scoperti 2441 persone che percepivano indebitamente il beneficio per una truffa ai danni dello Stato di oltre 5 milioni di euro. Aggrediti poi i patrimoni illecitamente accumulati: quest’anno sono stati sequestrati beni per un valore complessivo pari a 24 milioni 724mila euro. Nella lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti sono stati sequestrati oltre 6mila chili di hashish, 300 di cocaina, 30 chili di eroina, piu’ di 4mila piante di cannabis oltre a piu’ di mille chili di marijuana. Significativa l’operazione anti-droga avvenuta ad ottobre scorso quando i Carabinieri arrestarono tre persone. In quell’occasione furono rinvenuti e sequestrati 10 chili di cocaina purissima suddivisa in 10 confezioni da 1 chilo. Notevole il lavoro svolto dai Carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna specie in una zona delicata come quella di Caivano dove, nell’anno solare che sta terminando, sono quasi 200 le persone arrestate.

Rinvenute e sequestrate 400 armi tra bombe da mortai, mitragliatrici, fucili e pistole oltre a 16350 detonatori e centinaia di armi bianche. A maggio scorso – a bagnoli – fu inferto un duro colpo alla criminalita’ organizzata quando i Carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli ed i militari della compagnia di Bagnoli trovarono un vero e proprio arsenale di armi . Dieci pistole, 6 kalashnikov, 5 pistole mitragliatrici, due giubbetti anti-proiettili, 1 bomba carta e diverso munizionamento il bottino di quel giorno. Rapida fu la risposta dei Carabinieri quando il 22 novembre scorso, nell’ambito di un’indagine diretta dalla procura di Napoli nord, vennero fermati i 2 rapinatori che qualche giorno prima terrorizzarono i titolari ed i clienti di un ristorante di Casavatore. Un’altra questione in cui si investono molte energie e’ la devianza giovanile. L’Arma nel territorio della provincia di Napoli dispone di 3 locali chiamati “stanza tutta per se'” nella stazione di Capodimonte e nelle tenenze di Caivano ed Ercolano.

Ambienti dedicati all’ascolto di vittime di violenze o abusi. Attenzione e’ stata riservata anche alle fasce deboli come gli anziani, bersagli soprattutto di truffe. contro questi spregevoli reati l’arma da molto tempo fa rete con le altre istituzioni, organizzando incontri anche nelle parrocchie e nelle associazioni per spiegare agli anziani come tutelarsi.

Tra le iniziative anche la diffusione di un poster sul quale sono riportati semplici consigli per difendersi dai truffatori. Quanto mai importante il lavoro svolto dall’Arma in favore degli anziani che hanno bisogno di prelevare la pensione presso gli uffici postali attraverso la delega al ritiro concessa ai militari dell’Arma Nel corso di quest’anno 39 sono state le pensioni ritirate (185 dall’inizio dell’attivazione della convenzione con poste italiane, 6 aprile 2020).

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Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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