Il calo dei tassi sui mutui, innescato lo scorso dicembre dalle attese sui tagli della Banca centrale europea, si è preso una pausa estiva. Ad agosto il costo dei prestiti per acquistare abitazioni è rimasto invariato da luglio, al 3,44%, interrompendo un trend che lo aveva portato a toccare i minimi da 19 mesi. Secondo il rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana, però, non è una spia di malessere: i tassi di mercato hanno imboccato la discesa e la dinamica proseguirà in questa direzione, al netto di effetti temporanei che non devono allarmare. Anche perché, ad esempio, per le imprese finanziarsi continua a costare sempre meno. La prova che tutto sta andando nella direzione auspicata, che rilancerà la crescita, è anche nei dati sui prestiti: il calo causato dalla stretta sul costo del denaro sta rallentando, e anche agosto lo conferma.
L’Abi ricorda che i tassi di mercato stanno diminuendo da ottobre 2023, anticipando le decisioni della Bce che ha dato la prima sforbiciata soltanto a giugno. E nelle ultime settimane, proprio in vista del secondo taglio arrivato il 12 settembre, la tendenza alla diminuzione è proseguita. “Più sensibile sui tassi a lungo termine e più contenuta sui tassi a breve come l’Euribor a 3 mesi, ma negli ultimi giorni abbiamo raggiunto nuovi minimi”, ha detto il vice direttore generale vicario, Gianfranco Torriero. Il tasso sui mutui che resta stabile ad agosto si può quindi spiegare con la ripresa dei mutui a tasso variabile, perché c’è chi ricomincia a scommettere su una curva sempre più in discesa, ha detto Torriero. Inoltre agosto è un mese con poche transazioni. Ma se si guarda ai primi 11 giorni di settembre, il calo è evidente: il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,46% (era 3,55% ad agosto), il tasso Irs a 10 anni, molto usato nei mutui, è stato del 2,45% (2,50% ad agosto), giù di 107 punti base rispetto al valore massimo di ottobre 2023. I prestiti progressivamente meno cari ricominciano ad attrarre, arginando la contrazione del credito.
Ad agosto i finanziamenti delle banche sono scesi del 2% rispetto a un anno prima, moderando il calo di luglio (-2,2%), quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,9% e quelli alle famiglie dello 0,6%. Se il costo dei mutui per le famiglie ad agosto non cambia, le nuove operazioni di finanziamento alle imprese costano meno, ovvero il 5,07% invece del 5,27% di luglio. Durante l’estate le banche hanno visto anche risalire i depositi. Dopo un anno di variazioni negative, da giugno i clienti hanno ripreso a depositare liquidità presso gli istituti: ad agosto sono cresciuti del 2% su base annua (+1,3% il mese precedente). In generale i dati sulla raccolta bancaria sono positivi ad agosto: la raccolta complessiva (depositi da clientela e obbligazioni) è aumentata del 3,2% sull’anno, in aumento dal 2,7% del mese precedente.
Buone notizie anche sul fronte dei crediti deteriorati: a luglio l’insieme delle sofferenze cala leggermente a 30,2 miliardi di euro, da 30,6 miliardi di marzo 2024. Molta strada si è fatta per abbattere il picco di 196,3 toccato nel 2015. Resta però fermo il tasso sui nuovi depositi a durata prestabilita (certificati di deposito e depositi vincolati): ad agosto è stato il 3,47%, invariato da luglio. Da aprile (3,59%) ha iniziato a calare pur restando – precisa l’Abi – superiore a quello medio dell’area dell’euro (3,31%). Stessa dinamica per il tasso sui conti correnti: 0,53%, lo stesso del mese precedente e in calo dallo 0,58% toccato a maggio. L’Abi sottolinea che “il conto corrente non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi”.