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Economia

Sì di Bankitalia al Banco, l’opa su Anima più vicina

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Banco Bpm scalda i motori per l’opa su Anima. Da Bankitalia è arrivato il nulla osta all’offerta di Piazza Meda, che si aggiunge alle autorizzazioni di Antitrust e governo. Non appena arriverà il via libera dell’Ivass, l’ultimo ancora mancante, Consob avrà cinque giorni per autorizzare la pubblicazione del documento d’offerta, a cui seguirà la valutazione del cda dell’Sgr e l’approdo sul mercato dell’opa.

“Non abbiamo sentore di ritardi da parte di Bankitalia e Ivass”, ha detto qualche giorno fa il presidente del Banco Massimo Tononi, fiducioso che l’offerta possa “avviarsi non oltre la terza decade di marzo”. Giorni caldi, in cui anche i soci di Unicredit, il 29 marzo, si riuniranno per approvare l’aumento di capitale al servizio dell’ops sul Banco. Entro quella data il ceo Andrea Orcel è fiducioso di incassare l’ok di Bce, Bankitalia e Ivass, così da avviare l’ops intorno a metà aprile quando anche il governo dovrebbe aver deciso se usare il golden power per attutire eventuali impatti negativi su dipendenti, filiali, credito e risparmio.

Considerato che l’opa su Anima può durare fino a 40 giorni, Orcel potrà valutare se e quanto rilanciare avendo a disposizione i dati sui livelli di adesione all’offerta, i conti del primo trimestre del Banco e, auspicabilmente, anche il verdetto della Bce sulla concessione del Danish Compromise. Per quanto riguarda Generali, ai prezzi attuali sembrano improbabili rastrellamenti di ulteriore grossi pacchetti da parte di Unicredit, salita al 5,2% nei mesi scorsi.

Una quota definita da Orcel come “finanziaria” ma che consentirà di incidere sulla nomina del nuovo cda. La data dell’assemblea, inizialmente prevista l’8 maggio, verrà fissata dal cda del Leone che si riunirà il 12 marzo per i conti. Un anticipo ad aprile non sembra gradito né a Delfin, in attesa delle ultime autorizzazioni per salire sopra il 10% di Trieste, né a Caltagirone, impegnato nella stesura di una sua lista. La partita sulle Generali si intreccia con l’offerta su Mediobanca di Mps. Mentre il ceo del Monte, Luigi Lovaglio, è impegnato a incontrare gli investitori per convincerli della bontà del suo progetto, Mediobanca non commenta le ricostruzioni di stampa su possibili esposti alle authority volti a denunciare un presunto concerto tra Caltagirone e Delfin.

La Consob, dal canto suo, segue le vicende bancarie con la massima attenzione in tutti i loro aspetti, secondo quanto riferiscono fonti dell’authority. Intanto in Borsa le banche hanno rimbalzato con forza, alla vigilia di una riunione della Bce che potrebbe preludere a una pausa nel taglio dei tassi: nel clima effervescente provocato dal piano di investimenti tedesco hanno festeggiato un po’ tutti, con in testa Unicredit (+7,4%), Banco Bpm (+5,1%), Mps (+4,3%) e Popolare di Sondrio (+4,1%).

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Economia

Media, la Cina rimanda negli Usa gli aerei Boeing

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Le compagnie aeree cinesi hanno iniziato a rispedire gli aerei Boeing negli Usa, con un 737 Max atterrato sabato a Seattle presso l’hub del gruppo. Lo riporta la Fox, citando Reuters, secondo cui il primo rientro è avvenuto dopo che la Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare altre consegne di aerei Boeing, nell’ambito delle ritorsioni di Pechino contro i dazi Usa saliti al 145% sull’import dei beni made in China. Tuttavia, tre 737 Max 8, in preparazione al centro Boeing di Zhoushan per due vettori aerei cinesi, sarebbero stati richiamati negli Usa la scorsa settimana, secondo l’agenzia di news The Air Current.

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Ambiente

Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Economia

Caltagirone: l’operazione Natixis smantella Generali

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“Generali dopo l’affaire Natixis sarà una società diversa e gli effettivi centri decisionali si trasferiranno altrove”. Lo dice, intervistato dal Sole 24 Ore, Francesco Gaetano Caltagirone (foto Imagoeconomica in evidenza). Per l’imprenditore l’asse con Natixis non ha vantaggi economici, anzi va a “smantellare” Generali. “Tutte le persone ragionevoli sono preoccupate – dice – È difficile con poche parole dare una spiegazione: provo a enunciare qualche argomento principale. Anzitutto non c’è una valida ragione economica, sottolineo economica per fare l’operazione. Inoltre, per non duplicare i costi, checché ne dicano gli interessati, si deve smantellare un’organizzazione che finora ha funzionato, costruita in quasi due secoli”. Secondo Caltagirone, “sarà un fatto irreversibile. Sarà impossibile esercitare una effettiva selezione e il controllo sugli investimenti e sulle attese di redditività. La cosa peggiore – prosegue – si affievolirà il controllo dei rischi. Ricordo che le masse di denaro sono degli assicurati e non di Generali. Per non parlare dell’effettivo indirizzo politico degli investimenti e sottolineo effettivo. Le scelte di un colosso come Generali hanno anche un rilevante effetto sociale”. Poi sottolinea: “Da ultimo non capisco perché il management non abbia cercato di fare progetti congiunti con partner italiani”.

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