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Economia

Si accelera su manovra, flat tax fino a 85mila euro

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Il governo accelera sulla legge di bilancio. Definita nelle linee portanti la cornice delle risorse, messa nero su bianco nella Nadef, si procede speditamente con l’obiettivo di definire la manovra in una decina di giorni. Mentre già entro questa settimana, tra giovedì e venerdì, è atteso un nuovo consiglio dei ministri per dare il via libera al primo provvedimento economico dell’esecutivo: il decreto aiuti ‘quater’, che con una dote di poco più di 9 miliardi, consentirà di mitigare fino alla fine dell’anno il costo dell’energia per famiglie e imprese.

Un decreto che, contrariamente a quanto annunciato alla fine dell’ultimo consiglio dei ministri, conterrà anche le norme per riattivare le perforazioni delle trivelle sotto il 45mo parallelo, una norma che invece si ipotizzava potesse entrare come emendamento nel provvedimento Aiuti Ter ora all’esame delle Camere.

Per la manovra la volontà di fare presto è chiara. Lo dice apertamente il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti nella premessa alla Nadef: “Il lavoro di predisposizione della legge di bilancio procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni”, con l’obiettivo di consegnarla “al più presto” alle Camere. Il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini va oltre e annuncia l’arrivo della manovra in Parlamento “entro 10 giorni”.

Che la data cerchiata in rosso sia proprio il 17 novembre appare difficile, visto che quel giorno la premier Giorgia Meloni potrebbe essere sul volo di rientro dal G7 di Bali, ma si guarda a venerdì 18 e a lunedì 21 come possibili date utili. Un percorso reso stretto non solo dalla tempistica, ma anche dalle risorse. Mentre il gettito fiscale continua a finanziare le casse dello Stato (nei primi 9 mesi +37 miliardi di gettito), la manovra dovrebbe valere complessivamente circa 30 miliardi: ma tolti i 22 miliardi in deficit che andranno tutti alle misure per l’energia, resta da trovare qualcosa come 7-8 miliardi per finanziare tutto il resto.

In attesa del Documento programmatico di bilancio, da cui si avrà lo scheletro della manovra con una prima indicazione dei singoli interventi, il cantiere delle possibili misure è in pieno fermento. Ci sarà sicuramente l’intervento sulla flat tax, nonostante i rischi evidenziati nella Relazione sull’evasione allegata alla Nadef (la soglia “può generare comportamenti anomali”, con la possibile tendenza a “sottodichiarare” per poter avere il beneficio).

La soglia per autonomi e partite Iva sarà estesa dagli attuali 65mila euro: ma la misura sarà meno ambiziosa del previsto, si puntava ai 100 mila euro, ma l’asticella dovrebbe fermarsi a “85/90 mila”, annuncia il sottosegretario all’economia, Federico Freni, che conferma anche come sia allo studio l’ipotesi di ridurre la soglia da cui scatta la riduzione delle detrazioni. Sicura anche la revisione del Reddito di cittadinanza, anche se al Ministero del lavoro non c’è ancora una proposta precisa.

La Lega spinge per un sussidio “rinnovabile per periodi sempre più brevi e con un assegno a scalare”, spiega il sottosegretario Claudio Durigon, con uno stop per chi “rifiuterà anche una sola offerta” (al momento il beneficio decade dopo 2 offerte rifiutate). C’è poi il delicato tema delle pensioni, con la necessità di superare la Fornero: la soluzione sembra essere Quota 41, ma con 61-62 anni d’età.

Temi, quelli del lavoro e delle pensioni, su cui un primo confronto è atteso già mercoledì al tavolo tra la premier Meloni e i sindacati. Previsti in manovra anche l’innalzamento del tetto ai contanti (a 5mila euro), la revisione del superbonus (che passa dal 110% al 90%, con l’apertura anche alle villette che da gennaio sarebbero state escluse) – che intanto a correre con detrazioni oltre i 60 miliardi – una nuova rottamazione e il rinvio di un altro anno di sugar tax e plastic tax.

Sembra invece in discesa il percorso verso il nuovo decreto aiuti, con un pacchetto di misure già definito: oltre alla proroga dei crediti di imposta per le energivore e dello sconto benzina, il provvedimento conterrà anche coperture (per circa 3 miliardi) destinate al Gse per gli acquisti di gas e la possibilità per le imprese di erogare un premio ai dipendenti esentasse fino a 3mila euro. Le risorse arrivano dallo spazio di bilancio di 9,1 miliardi ricavato con la Nadef. Parte dei fondi servirà anche per anticipare alcune spese per investimenti pubblici.

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La bolletta della luce cala del 55% nel secondo trimestre

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Con il forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela nel secondo trimestre del 2023 si riduce del 55,3%. Lo rende noto l’Arera, precisando che gli oneri generali di sistema vengono riattivati per tutti i clienti elettrici, comprese le utenze domestiche. Dal 1 aprile 2023, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per il cliente tipo sarà di 23,75 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse.

Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, spiega l’Arera, per l’energia elettrica la variazione del -55,3% del prezzo finale della famiglia tipo (con consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW), che risulta così di 23,75 centesimi di euro al kWh, è sostanzialmente legata alla forte diminuzione della voce energia (Pe) -60,9%, ad un leggero calo della voce dispacciamento (Pd) -1,2%, ad un adeguamento delle voci di commercializzazione (Pcv e DispBt) +0,5% e all’aumento della voce oneri di sistema +6,3% in seguito alla loro riattivazione. Rimaste invariate le tariffe di rete regolate (Trasporto, distribuzione e misura).

L’andamento dei mercati energetici, rileva l’Arera, “ha visto quotazioni all’ingrosso del gas in deciso calo nel trimestre in corso, influenzate da diversi fattori: una domanda europea in riduzione (-13% nel 2022 rispetto al 2021), una ripresa contenuta della domanda asiatica di Gnl, la ripresa operatività o nuovi terminali di liquefazione negli Stati Uniti e di rigassificazione in Europa”. Le temperature miti dell’inverno 2022-2023, prosegue l’Autorità, “hanno favorito un limitato utilizzo degli stoccaggi europei (a metà marzo ancora pieni al 57% circa della loro capacità) e i prezzi a termine indicano condizioni meno tese per l’equilibrio di domanda e offerta del gas nel secondo trimestre del 2023. In questo quadro anche le quotazioni a termine dell’energia elettrica si sono mosse verso il ribasso, dopo i forti cali già registrati. Già nel primo trimestre 2023, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) infatti è risultato in calo del 36% circa rispetto al quarto trimestre 2022”.

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Bollette, bonus a famiglie numerose con Isee a 30mila euro

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Attuando quanto previsto dal governo nel decreto approvato lo scorso 28 marzo, l’Arera è intervenuta confermando i bonus sociali elettricità e gas per le famiglie con livello Isee fino a 15.000 euro. Per le famiglie numerose, con almeno 4 figli a carico, il livello Isee sale da 20mila a 30mila euro.

Arera ricorda che i bonus sociali energia a sostegno delle famiglie “vengono erogati direttamente in bolletta a tutte le famiglie aventi diritto” e che l’Isee “ha una validità coincidente con l’anno solare ed è quindi importante ripresentare la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per ottenere la certificazione per il 2023”. Attuando quanto previsto dal governo nel decreto approvato lo scorso 28 marzo, l’Arera ha azzerato gli oneri generali di sistema anche per il prossimo trimestre per la generalità dei clienti gas mentre vengono riattivati per tutti i clienti elettrici, comprese le utenze domestiche.

Assieme al potenziamento dei bonus sociali sono interventi che si affiancano alla conferma della riduzione Iva sulla gestione calore, sul teleriscaldamento e sul gas al 5%. Sempre per il gas, spiega l’Arera, viene “gradualmente ridimensionata e poi azzerata nel corso del secondo trimestre 2023 la componente tariffaria negativa Ug2, introdotta da aprile dello scorso anno dall’Autorità e applicata ai consumi fino a 5.000 smc (metri cubi standard) l’anno. Una misura speciale che ha permesso di contrastare per famiglie e piccoli utenti il picco dei prezzi gas”.

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Arriva nuovo taglio sulle bollette, oltre 20% sulla luce

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Tagli “importanti” in vista per la bolletta della luce, “superiori al 20% sicuramente”, ma anche la tariffa del gas vedrà ancora un calo, anche se non della stessa entità “sarebbe ragionevole aspettarsi qualcosa intorno al 10%”. Alla vigilia della comunicazione trimestrale della tariffa dell’elettricità per il periodo aprile-giugno da parte di Arera, il presidente dell’Autorità Stefano Besseghini, conferma il taglio per gli utenti del mercato tutelato. Previsioni che “se saranno confermate – stima il Codacons – porterebbero a un risparmio per 408 euro annui a famiglia rispetto ai prezzi oggi in vigore”. Besseghini – interpellato a margine della cerimonia di apertura della 24/a edizione del master in gestione delle risorse energetiche di Safe – non è stato più preciso spiegando che sulla tariffa della luce “gli uffici stanno completando i conti anche alla luce del decreto di ieri”. Per il trimestre gennaio-marzo il calo comunicato a fine dicembre era stato del 19,5%. Sul gas, la cui tariffa indicata mensilmente sarà resa nota il 4 aprile, “siamo a fine mese”, quindi con l’andamento del prezzo ormai definito, “sarebbe ragionevole aspettarsi qualcosa intorno al 10% perché la variazione più importante l’ha fatta nei due mesi precedenti” (-34,2% a gennaio e -13% a febbraio), “quindi che adesso riesca a recuperare molto più di quello mi sembra difficile”, ha osservato il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

“Se saranno confermate le previsioni di Arera, il ribasso delle tariffe di luce e gas determinerebbe un risparmio per 408 euro annui a famiglia rispetto ai prezzi oggi in vigore” calcola il Codacons osservando che una riduzione delle tariffe elettriche del 20% porterebbe la bolletta media a scendere dagli attuali 1.434 euro annui a 1.147 euro, con un risparmio di 287 euro a famiglia. Quella del gas, stima l’associazione dei consumatori, “con un calo del 10%, scenderebbe dagli attuali 1.210 euro a nucleo a 1.089 euro, con una minore spesa di 121 euro”. Sulle bollette “resta una stangata” commenta il responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, Marco Vignola osservando che “se il Governo avesse confermato tutti i provvedimenti di Draghi, le famiglie avrebbero avuto una bolletta del gas inferiore di 459 euro su base annua, 298 euro se il Governo si ravvedesse, mantenendo per un anno almeno la quota di sconto del 35% degli oneri, prevista invece ora solo fino ad aprile. Quanto alla luce, “anche se domani si profila una consistente riduzione in fattura, è chiaro che il ripristino degli oneri, se fosse pari a quello pre-crisi del secondo trimestre 2021, implica comunque una tassa aggiuntiva pari a 124 euro su base annua per una famiglia tipo in tutela”.

All’indomani del via libera del consiglio dei Ministri al Decreto in tema di bollette, Besseghini valuta il provvedimento “positivamente perché conferma una attenzione per i consumatori vulnerabili che fin dall’inizio della crisi sono stati oggetto di una attenzione specifica, di fatto hanno avuto le tariffe congelate per quasi un anno e mezzo, con uno sforzo non trascurabile. Poi, sul fatto che la parte degli oneri di sistema elettrica venga recuperata in un momento in cui stiamo riavvicinandoci a una situazione più normale ha senso modularli, anche quelli sono costi che si sostengono” e questo “crea spazio per interventi successivi nel momento in cui ce ne dovesse essere bisogno”. Inevitabilmente, ha aggiunto, “ora parte della diminuzione verrà mangiata con il ripristino degli oneri di sistema”. Oneri su cui Assoutenti chiede una riforma perché “ingloba balzelli che nulla hanno a che vedere con i consumi energetici e appaiono più come un bancomat per prelevare soldi agli italiani”.

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