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Cronache

Sfratti, lavoro, bonus, maratona per chiudere la manovra

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Un fondo per i piccoli proprietari che hanno subito il blocco degli sfratti per l’emergenza Covid. Ma anche la proroga del bonus per i rubinetti o il rafforzamento di quello per i mobili. Le novita’ cominciano ad arrivare alla spicciolata in commissione Bilancio al Senato che ancora, dopo un mese, non ha espresso nemmeno un voto sulla manovra e aspetta la versione definitiva del Superbonus, dopo l’intesa raggiunta con il governo che dovrebbe portare alla cancellazione del tetto Isee per le villette. Di rinvio in rinvio i senatori si preparano alla maratona notturna e nel frattempo controllano che nel primo gruppo di emendamenti riformulati, quelli cioe’ su cui ci sono le risorse e l’accordo tra maggioranza e governo, ci siano le richieste di ciascuno. Interventi importanti e attesi, come il pacchetto contro la violenza sulle donne, i fondi per il sostegno psicologico degli studenti provati da due anni di pandemia o l’avvio della riforma dell’apprendistato. Ma anche tante, forse troppe, mini e micromisure da pochi milioni di euro, decine sotto il milione e addirittura una norma che vale appena 7mila euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile della Valle D’Aosta. Uno stanziamento piccolissimo, per il 2022 e per gli anni a venire che dovrebbe faticare a trovare posto nella legge di Bilancio visto che, in punta di regolamento, non potrebbero entrare misure “microsettoriali”. Ma pure il governo ha presentato un intervento, considerato urgente, da soli 60mila euro per la commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. E i gruppi non sono stati da meno. Oltre ai classici rifinanziamenti dei fondi per la protezioni di api, per sostenere la filiera della frutta da guscio, per gli esuli della ex Jugoslavia o per i carnevali storici, arrivano risorse per varie fondazioni (dalla Ebri alla Salvo D’Acquisto) e per numerosi anniversari, dalle celebrazioni della Dc a quelle per il centenario dalla nascita di Pierpaolo Pasolini. Spazio poi alle commemorazioni come il treno della Memoria che racconta le vicende che hanno portato a Roma il Milite ignoto ma anche nuovi fondi per la tutela artistica come quella degli archi romani antichi. Tra le novita’ delle micro norme anche 500 mila euro per testare un vaccino-contraccettivo contro la “proliferazione” di specie animali che possano portare danni economici, e il pensiero va al fenomeno dei cinghiali dentro la cintura urbana delle grandi citta’. I partiti pero’ fibrillano: se lo schema per il taglio di Irpef e Irap e’ blindato, c’e’ chi teme che non vengano rispettati fino in fondo gli accordi sul Superbonus, dopo aver mal digerito l’arrivo di emendamenti praticamente mai discussi nemmeno nelle riunioni di maggioranza, come la stabilizzazione delle toghe onorarie o la stretta contro le delocalizzazioni. Un intervento, quest’ultimo, che non piace ai sindacati che chiedono sanzioni piu’ severe e la restituzione dei fondi pubblici incassati di chi chiude per spostarsi altrove anche senza avere conti in rosso. Intanto cominciano a delinearsi alcune certezze, come la proroga dell’esenzione dal canone unico per i tavolini all’aperto di bar e ristoranti per altri tre mesi, fino a fine marzo, o la proroga del Superbonus fino al 2025 per gli interventi edilizi nelle aree colpite dal terremoto negli ultimi anni, da L’Aquila al Centro Italia. Fino al 2023, in tema di bonus, si potra’ ancora scontare anche l’acquisto di filtri per razionalizzare l’uso dell’acqua ma anche per ridurre l’uso delle bottiglie di plastica, mentre raddoppia, ma solo nel 2022, il bonus mobili all’interno delle ristrutturazioni, con la detrazione al 50% che si potra’ applicare sugli acquisti fino a 10mila euro. In attesa di una vera e propria riforma arriva anche una spinta all’apprendistato: le Pmi con meno di 9 dipendenti che stipuleranno questi contratti nel 2022 avranno uno sconto del 100% sui contributi.

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Sindaco di Avellino Festa arrestato, indagati la vice sindaco Nargi e un consigliere comunale

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Arresto per il sindaco dimissionario di Avellino, Gianluca Festa. L’ex esponente del Pd e’ coinvolto in un’indagine per peculato e induzione indebita a dare e promettere utilita’ ed e’ ora ai domiciliari insieme a un architetto, fratello di un consigliere comunale, Fabio Guerriero e a una dirigente del Comune. I carabinieri, titolari dell’indagine della procura di Avellino, hanno anche eseguito perquisizioni a carico del vicesindaco Laura Nargi, del consigliere Diego Guerriero, capogruppo Viva la Liberta’, lista civica a sostegno di Festa, e fratello di Fabio e dei fratelli Canonico, presidente e commercialista della DelFes, squadra di basket serie B.

Al centro delle indagini c’e’ proprio la squadra di basket di serie B, riconducibile a Festa. Per gli inquirenti, ha ottenuto sponsorizzazioni da imprese che erano assegnatarie di appalti e affidamenti dal Comune di Avellino. Gli inquirenti ipotizzano per questo che esista un’associazione a delinquere.

La sua piu’ grande passione e’ il basket. Gianluca Festa, 50 anni, sindaco di Avellino dal giugno del 2019, si e’ dimesso il 25 marzo quando la procura di Avellino gli ha perquisito casa e ufficio. E proprio nel corso della comunicazione della notizia alla stampa, fece riferimento al suo amato basket, e al fatto che quanto li contestava la procura era relativo alla pallacanestro. Quando venne eletto, infatti, la squadra della citta’, lo storico club Scandone, fondato nel 1948 e per 20 anni in serie A, era fallito. Lui vi aveva giocato come titolare nel 1995. Uno smacco per Avellino e i tifosi, quel fallimento, e cosi’, pur di salvare la pallacanestro, Festa verso’ 20 mila euro dal suo conto corrente per garantire l’iscrizione di una squadra irpina al campionato di serie B. Ora Festa e’ ai domiciliari, indagato tra gli altri insieme all’amministratore delegato della squadra, la Delfes, Gennaro Canonico per presunti appalti pilotati al Comune di Avellino per i reati di corruzione, associazione a delinquere, turbativa d’sta e falso in atto pubblico. Alcune delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti hanno anche sostenuto economicamente la societa’ di basket. “Non c’e’ niente perche’ non c’e’ mai stato niente e anche dalle perquisizioni non e’ emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba, si e’ ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perche’ noi siamo persone perbene e aspetteremo l’esito delle indagini. Che non porteranno a nulla”, aveva detto Festa all’indomani delle perquisizioni.

È sempre d’uopo ricordare che le azioni dei Pm sono esercizi dell’azione penale obbligatoria ma non sono sentenze di condanna e che per gli attuali indagati c’è il principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio.

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Uccisero il padre violento, nuova condanna per i figli

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Sono stati condannati di nuovo i fratelli Scalamandrè per l’omicidio del padre Pasquale, indagato per maltrattamenti nei confronti della madre, avvenuto il 10 agosto del 2020 al culmine di una lite nella loro abitazione a Genova. La Corte d’Assise d’appello di Milano, davanti alla quale si è celebrato il processo di secondo grado ‘bis’, ha confermato la sentenza di primo grado: 21 anni di reclusione per Alessio e 14 per Simone. I due uomini, che oggi hanno 32 e 24 anni, sono accusati di avere ucciso il genitore 63enne colpendolo diverse volte con un mattarello dopo che lui si era presentato a casa loro per chiedere al maggiore di ritirare la denuncia nei suoi confronti. I giudici genovesi, in appello, avevano confermato i 21 anni di pena per Alessio, decidendo invece di assolvere Simone.

La Corte di Cassazione, però, lo scorso novembre aveva annullato con rinvio entrambe le sentenze, stabilendo che il nuovo processo si sarebbe svolto a Milano in quanto a Genova esiste una sola Corte d’Assise d’appello e gli imputati non possono essere giudicati due volte dagli stessi giudici. Per il caso del fratello maggiore, nell’annullare la decisione, gli Ermellini avevano tenuto conto della decisione della Corte Costituzionale che aveva decretato l’illegittimità dell’articolo del Codice Rosso che impediva di far prevalere le attenuanti generiche sull’aggravante di un delitto commesso in ambito familiare, e del ricorso dei difensori che invocavano l’attenuante della provocazione.

Nell’annullamento del verdetto nei confronti di Simone, invece, la Cassazione aveva invitato i giudici meneghini a motivare adeguatamente un’eventuale nuova sentenza di assoluzione. La Procura generale di Milano aveva chiesto 8 anni e mezzo per il fratello più giovane e una pena a 11 anni per l’altro, concordata con la difesa. Per quest’ultimo gli avvocati Nadia Calafato e Riccardo Lamonaca avevano invece chiesto l’assoluzione perché, a quanto hanno detto in aula, il ragazzo “non è l’autore materiale, assieme al fratello, dell’omicidio”.

“È un momento difficile, molto negativo”, ha osservato fuori dall’aula l’avvocato Lamonaca, sottolineando che “sicuramente” non sono state riconosciute l’attenuante della provocazione né la prevalenza di quelle generiche. “Le sentenze non si commentano, ma si impugnano. Cercheremo di cambiare ancora una volta questa sentenza. Non è ancora quella definitiva”. Entrambi i fratelli erano presenti alla lettura del dispositivo. Il giorno dell’omicidio erano stati i due fratelli a chiamare la polizia e raccontare l’accaduto, spiegando che i colpi mortali erano arrivati al culmine di una lite che si era trasformata in colluttazione. Alessio lo aveva infatti denunciato per maltrattamenti e minacce nei confronti della madre, che era stata costretta a trasferirsi in una comunità protetta.

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Test omosessualità a poliziotto della penitenziaria, ministero condannato

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Prima un procedimento disciplinare con una serie di “domande ambigue” sul suo orientamento sessuale. Poi addirittura un test psichiatrico per verificare se fosse o non fosse gay. È il calvario denunciato da un agente di polizia penitenziaria che alcuni giorni fa, dopo più di un anno di battaglie a colpi di carte bollate, ha vinto una causa dal Tar del Piemonte ottenendo un risarcimento di 10 mila euro per “danno morale”.

La somma è stata messa in carico al ministero della Giustizia. A originare il caso fu la segnalazione di due detenuti: “quel poliziotto fa le avances”. Era tutto falso. Ma nel frattempo l’agente venne spedito alla Commissione medica ospedaliera di Milano per sottoporsi a controlli psichiatrici: l’obiettivo era accertare la sua idoneità al servizio. Ed è qui il punto: l’amministrazione, che nel corso del procedimento giudiziario si è giustificata sostenendo che il dipendente manifestava “stati di ansia”, secondo i giudici “operò una sovrapposizione indebita” fra omosessualità (effettiva o meno non ha importanza) e “disturbo della personalità”. Una decisione “arbitraria e priva di fondamento tecnico-scientifico”.

Alla fine l’agente fu prosciolto in sede disciplinare e, dopo i test, dichiarato perfettamente in grado di svolgere il proprio lavoro. Ma per l’Osapp, il sindacato di polizia penitenziaria che gli ha fornito l’assistenza legale, resta la gravità di accuse “ingiuste, anacronistiche e degne di un clima da Santa inquisizione”. “Alle tante incongruenze e incapacità constatate negli organi dell’amministrazione – dice il segretario generale, Leo Beneduci – non credevamo di dover aggiungere l’omofobia”.

Secondo il senatore Ivan Scalfarotto (Italia viva) la vicenda “illustra meglio di mille trattati l’idea strisciante, e assai più diffusa di quel che si creda, che le persone gay e lesbiche non siano proprio come le altre, non propriamente degne come tutte le altre”. I giudici ricordano che nel ricorso (depositato il 27 dicembre 2022) l’agente lamentò di “essere stato deriso ed emarginato dai colleghi, per lo più uomini, in ragione delle proprie vicissitudini”, tanto che chiese e ottenne il trasferimento in un altro carcere, dal Piemonte alla Puglia. Ma per questo capitolo non hanno riconosciuto il diritto a un risarcimento.

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