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Sfida in Tv tra Matteo Renzi e Matteo Salvini, su Rai 1 a “Porta a Porta” da Vespa

Sfida in Tv tra Matteo Renzi e Matteo Salvini,

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La sfida in Tv tra Matteo Salvini e Matteo Renzi è stasera. E si terrà, ovviamente, nel salotto tv di Bruno Vespa ovvero la cosiddetta Terza Camera del Parlamento. I due leader si affronteranno in un duello politico negli studi di ‘Porta a Porta’, su Rai 1: 75 minuti di confronto serrato le cui regole, almeno per ora, restano sconosciute. Di sicuro sono regole conosciute e accettate dai duellanti e dall’officiante, l’eccellente Bruno Vespa.  Ma non è la prima volta per il leghista e l’ex segretario dem oggi a capo di Italia Viva: correva l’anno 2009 e i due, già giovani figure di spicco dei rispettivi partiti ma ancora lontani dall’apice del successo politico, si davano battaglia a distanza sugli schermi d’Italia. Occasione per l’inedito scontro, l’ospitata su La7 per Omnibus. E’ qui che, in veste di presidente della Provincia fiorentina e neo vincitore delle primarie Pd per la candidatura a sindaco di Firenze, Matteo Renzi viene ripetutamente chiamato ‘Matteo Nardi’. Ed è qui che con Matteo Salvini finisce per scontrarsi su un tema che sarà cavallo di battaglia del leghista: la sicurezza.

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Politica

Nervi tesi nel campo largo, scintille Pd-M5s

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E alla fine le dighe si sono rotte. Dopo giorni, le frecciate lanciate da Giuseppe Conte hanno fatto crollare il muro del Pd, che aveva evitato di replicare direttamente al presidente Cinque Stelle. La prima a rispondergli è stata l’eurodeputata Pina Picierno, che ha dato il là a uno scambio di accuse non proprio galanti. Fra i dem, hanno poi preso parola gli esponenti dell’area riformista, da sempre i più freddi rispetto a un’alleanza con il Movimento. L’innesco è stata un’intervista su La Repubblica a Picierno, dal titolo: “In Europa M5s in linea con la Lega”, sul “no” alle armi per l’Ucraina. Il botta e risposta è andato avanti a lungo, via social e comunicati. Quelli di Picierno sono “toni da bar” è stato il contrattacco degli eurodeputati M5s. “Non cercano alleanze ma pretendono sudditanza”, ha ribattuto lei.

Lo scontro non ha coinvolto i vertici. Sia Schlein sia Conte non sono intervenuti. Anche perché la prima lavora assiduamente alla costruzione di una coalizione, e il secondo, se anche tiene il freno tirato, condivide l’orizzonte. Però, il presidente del M5s un’altra frecciata l’ha lanciata. L’occasione è stato un convegno alla Camera sulla Salva-Milano, che dovrebbe, tra l’altro, sbloccare una serie di cantieri. La legge è stata approvata alla Camera e fra i firmatari ci sono anche esponenti del Pd, mentre i parlamentari di M5s e Avs sono contrari. “Invito la destra a rivedere questo testo – ha detto Conte – ma sorprende che ci siano delle firme anche di forze del campo progressista. Faccio un appello, ritirate quelle firme se volete costruire un’alternativa di governo. Disponetevi dal lato giusto, combattetela dal lato progressista, con noi e con gli amici di Avs” perché “una forza progressista non fa l’interesse di affaristi con la compiacenza di funzionari compiacenti”.

Le divisioni sull’Ucraina si riflettono sull’appoggio del Pd alla commissione Ue, che il M5s non ha votato. “Abbiamo lanciato la proposta di trasformare il fondo per la guerra da 500 miliardi su cui la Commissione europea sta lavorando in un fondo per l’automotive e la competitività – hanno ricordato i Cinque stelle – . Dica la Picierno se sua priorità è la militarizzazione dell’Ue o la difesa dei lavoratori”. Nei rapporti Pd-M5s pesa anche la collocazione progressista dei pentastellati. Pur collocando il Movimento fra i progressisti, Conte ha definito “un’etichetta stantia” il termine sinistra. “Delle due l’una – ha detto Picierno – o Conte non conosce l’inglese o non sa cosa significa la parola sinistra. In entrambi i casi si tratta di dichiarazioni che raccontano della credibilità del personaggio”. Per il M5s “attaccare Conte su questi punti denota una non troppo latente nostalgia per gli shock di Renzi. No, cara Picierno, a essere scioccati sono i cittadini che hanno europarlamentari” del Pd “che votano con la Meloni”. A sostegno di Picierno, i riformisti Pd. “Sul tema degli aiuti all’Ucraina è molto semplice – ha commentato la senatrice Simona Malpezzi – o stai con la democrazia o stai con Putin”. Per la senatrice dem Valeria Valente “offendere è segnale di debolezza: il populismo sulla guerra – ha aggiunto – lo lasciamo a Conte”. Ironico il senatore Filippo Sensi, che ha “evocato” Rocco Casalino, attribuendogli la paternità dei post M5s contro la Picierno: “Rocco, esci da questo corpo. La destra”.

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Felipe di Spagna in Aula, Mattarella punto di riferimento

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Un discorso mai formale, dal timbro progressista che non ci si sarebbe aspettato da un monarca, seppur costituzionale. Un intervento solenne al Parlamento italiano, decisamente politico, con il quale re Felipe VI ha affrontato tutti i temi più caldi della politica europea partendo da un pubblico riconoscimento dell’autorevolezza del presidente della Repubblica: voglio ringraziarlo, ha subito premesso parlando in italiano, “per la sensibilità verso la Spagna, per aver sempre trovato nel presidente della Repubblica i consigli. Lo sapete meglio di me, è un punto di riferimento per l’Italia e gli italiani, nonché per molti capi di stato tra cui ci sono io”. La cerimonia a Montecitorio è stato il momento centrale della visita di Stato del sovrano che è stato accompagnato in tutti i suoi appuntamenti dalla moglie Letizia.

Se il Re ha impressionato per la chiarezza delle sue prese di posizione, dall’Europa alla Nato, la consorte ha rubato l’attenzione dei cittadini e dei media: la sua eleganza – amplificata da diversi cambi di abiti in poche ore – è stata immortalata dai fotografi con centinaia di scatti visti e rivisti sui social. D’altronde la storica simpatia italo-spagnola era stata ben interpretata sin dalla mattina dallo stesso Mattarella che aveva parlato di relazioni bilaterali “straordinarie”. Concetto subito ricambiato dal re che, come ancor di più il padre Juan Carlos, ha un debole per l’Italia: “venire in visita di Stato in Italia è qualcosa di molto speciale, non è una visita qualsiasi, i nostri Paesi – ha sottolineato – hanno relazioni intense e sono molto amici”. La grande sintonia politica tra Mattarella e il re è apparsa subito evidente.

Se il capo dello Stato ha definito “ineluttabile” la necessità di riforme profonde per le istituzioni europee, il sovrano gli ha fatto specchio in Aula confermando la ferrea visione euro-atlantica di Roma e Madrid spiegando ai parlamentari che “la nuova Commissione deve orientare l’Unione verso il futuro, garantire la competitività globale e scommettere su un nuovo mercato interno”. Ma non solo. Dopo aver citato De Gasperi (“il futuro si può costruire solo con l’applicazione metodica del metodo democratico”), re Felipe ha lodato l’opera di due italiani ben presenti nelle dinamiche europee: Mario draghi ed Enrico Letta. Per poi chiudere con un riferimento alle radici antifasciste che ci legano: “siamo due Paesi che hanno una chiara consapevolezza del passato, in particolare del fatto che c’è un passato che non deve e non può ripetersi neanche per scherzo”.

Fin qui il Quirinale, che Felipe e Letizia ritrovano in serata per una cena di Stato offerta dal presidente. A pranzo entra in scena la premier che riceve i due ospiti nella residenza governativa di villa Doria Pamphili per un pranzo di lavoro. Giorgia Meloni li ha accompagnati a visitare i giardini della residenza, con il celebre labirinto di siepi. Poi le foto di rito e qualche imbarazzo di cerimoniale sul posto da prendere davanti ai fotografi: ci pensa il sovrano e risolvere le cose mettendosi alla sinistra della premier e collocando la moglie alla destra. Non poteva mancare infine un omaggio alla città, a quella Roma che re Felipe definisce “una delle principali culle della nostra civiltà” che “appartiene ed è sempre appartenuta al nostro immaginario collettivo europeo”. Quindi l’entrata in Campidoglio con gli squilli di tromba dei Fedeli di Vitorchiano in abiti storici, l’immancabile affaccio sul balcone con vista sui Fori e il regalo della Lupa da parte del padrone di casa, il sindaco Roberto Gualtieri. Giovedì si cambia scenario ma non sarà meno spettacolare: i sovrani di Spagna si spostano a Napoli. Prima una colazione di saluto con il presidente a villa Rosebery a Posillipo. Poi una Lectio magistralis di re Felipe IV al San Carlo, dove, in occasione degli 800 anni dell’Università Federico II, gli sarà conferita una laurea ad honorem in Scienze sociali e statistiche.

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Rai e Report: polemiche e tensioni dopo la trasmissione della telefonata di Sangiuliano

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La puntata di Report, andata in onda domenica scorsa, ha scatenato una bufera ai vertici della Rai. Al centro della polemica, la decisione di trasmettere l’audio di una conversazione privata tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini (nella foto Imagoeconomica in evidenza), registrata di nascosto da Maria Rosaria Boccia. Una scelta editoriale che ha portato a critiche severe nei confronti del conduttore Sigfrido Ranucci e del direttore dell’Approfondimento Paolo Corsini, responsabile del controllo editoriale del programma.

Secondo fonti interne, l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, avrebbe espresso una «forte irritazione» per quanto accaduto, definendo l’episodio una possibile violazione del mandato del servizio pubblico.

Le accuse ai vertici editoriali

Paolo Corsini, che supervisiona i contenuti di trasmissioni come Report, è finito sotto accusa per non aver sollevato dubbi sull’opportunità di trasmettere l’audio integrale della telefonata. Secondo i vertici Rai, Corsini avrebbe dovuto valutare se la conversazione avesse una reale valenza pubblica tale da giustificarne la diffusione.

La notizia della messa in onda sarebbe arrivata ai piani alti di viale Mazzini solo poche ore prima della trasmissione, senza lasciare il tempo di intervenire per modificarne il contenuto o trasformare la registrazione in una narrazione sintetica.

Questo episodio, sommato alle critiche già mosse in passato per altre puntate di Report, potrebbe compromettere la riconferma di Corsini nella prossima tornata di nomine Rai.

Danno d’immagine e ammonimenti

La Rai ritiene che la trasmissione della registrazione abbia causato un danno d’immagine al servizio pubblico, esponendo Federica Corsini, giornalista Rai e moglie di Sangiuliano, a una gogna mediatica. Questo non è il primo episodio controverso legato a Report: sull’inchiesta sulla Liguria, mandata in onda il giorno prima delle elezioni regionali, pende già un ammonimento dell’Autorità per le Comunicazioni.

Secondo alcune voci ai piani alti, il metodo Report, accusato di «inseguire lo scoop per fare ascolti», non sarebbe sempre in linea con gli obblighi del servizio pubblico, né efficace in termini di share. L’ultima puntata, infatti, ha registrato l’8,5% di ascolti, in calo rispetto al 14% della puntata precedente sul caso Boccia.

Un futuro incerto per Report

Le tensioni tra la Rai e il team di Report riflettono un dibattito più ampio sul ruolo del servizio pubblico e sui limiti dell’informazione giornalistica. Mentre la trasparenza e la denuncia restano valori fondamentali, episodi come questo sollevano interrogativi su etica, privacy e responsabilità editoriale.

Il futuro di Report potrebbe dipendere dalla capacità di bilanciare la ricerca della verità con il rispetto delle regole del servizio pubblico, in un contesto sempre più complesso e competitivo.

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