Collegati con noi

Sport

Serie A: Roma vola al terzo posto, Atalanta fa harakiri

Pubblicato

del

Una Roma solida e ben messa in campo da Mourinho vince a Torino ‘a corto muso’, portandosi al terzo posto della classifica e scavalcando le due milanesi. E’ un turno da incorniciare per i giallorossi anche perchè, dopo il pari di Milan e Inter, si stacca anche l’Atalanta che si fa infilare dall’ottimo Bologna di Thiago Motta. Decide Dybala, con un rigore in apertura. Per i bergamaschi e’ un ko che pesa nella volata Champions. Si infiamma anche la lotta per il settimo posto, alle spalle della Juventus. Il Bologna va in fuga approfittando della frenata della Fiorentina, che non sfonda il muro dello Spezia e non riesce a fare il record di dieci vittorie consecutive. Oltre al Torino perde pure il Sassuolo mentre frena la Fiorentina e Udinese e Monza non si fanno del male. Si chiariscono molti aspetti anche in zona retrocessione.

Lo Spezia pensava di avere fatto un passo in avanti pareggiando in casa della Fiorentina, ma un errore di Consigli consente al Verona nel finale di ribaltare la gara col Sassuolo. Ora i veneti si portano a -4 e mettono nel mirino anche Lecce e Salernitana. Abbandona quasi ogni speranza la Sampdoria che si arrende in rimonta alla Cremonese, che la scavalca. Ma per entrambe la risalita sembra una chimera. La Roma scardina subito la porta del Toro, con un rigore che Dybala trasforma con freddezza e con dedica al compleanno della madre. Poi difende il vantaggio con un avversario forse scombussolato dalla trovata di Mourinho che schiera Dybala falso nueve con Solbakken e El Shaarawy ai lati. Robusto il muro a centrocampo mentre in difesa Llorente ha soffiato il posto a Ibanez. Il Toro è più tonico nella ripresa con Miranchuk che costringe Rui Patricio a una prodezza.

Ma il muro giallorosso non cede e Mourinho comincia a respirare aria di Champions. La brutta copia dell’Atalanta stecca lasciandosi dominare da un tonico Bologna, a cui il punteggio (2-0) va stretto. Quinto ko in casa per i bergamaschi che non si giovano neanche della mancanza delle fatiche di coppa. Ha un altro passo il Bologna di Thiago Motta, che segna con Sansone e replica con Orsolini, a cui viene anche annullato un gol. Per lui gioia doppia, essendo un ex poco considerato da Gasperini. Male le quattro punte dell’Atalanta, ruotate senza costrutto. Il Bologna sogna l’Europa. Sfuma il record per la Fiorentina di Italiano che rimane comunque in corsa per un posto in Conference. Lo Spezia tiene il campo e si chiude bene in difesa.

I viola passano in modo rocambolesco con un’autorete di Wisnieski. Bonaventura crea, Biraghi sfiora il raddoppio vanificato dal volo dell’ex compagno Dragowski. In contropiede pero’ i liguri pareggiano col solito Nzola, poi Shoumorodov si mangia maldestramente il raddoppio. Brekalo coglie un palo, Iovic non sfrutta un’occasione, ma lo Spezia porta a casa un pari meritato. Partita spumeggiante tra Udinese e Monza coi friulani che attaccano, passano con Lovric e gestiscono la gara che pero’ si ribalta nella ripresa. In 10′ i lombardi colpiscono due volte con Colpani e Rovella sfiorando il tris. Mischie furibonde nel finale in area del Monza, ma Petagna tampona Nestorovski che crolla in area. Beto con freddezza fissa un pari che sta stretto agli ospiti. Il finale riscatta una lunga fetta di partita in torno minore del Verona.

Il Sassuolo prende in mano la gara con una qualita’ superiore e passa con un’imbeccata geniale di Berardi che libera Harroui, che di testa non puo’ sbagliare. Il Verona lotta strenuamente e nel finale conquista tre punti vitali: segnano Ceccherini e Gaich, su un grave errore di Consigli e la classifica cambia volto. La Cremonese ‘elimina’ la Sampdoria dalla corsa salvezza con una vittoria in rimonta che sa quasi di condanna per i liguri. Emozioni e sofferenza a Genova con la Samp che passa due volte in vantaggio con Leris e Lammers. Ma la squadra di Ballardini non si arrende: rimonta due volte con Ghiglione e Lochoshvili per passare nel recupero: palo esterno di Felix, palo interno e sorpasso col sinistro prezioso di Sernicola.

Advertisement

Sport

Coppa Italia, Fiorentina ko: Atalanta in finale con la Juve

Pubblicato

del

L’Atalanta batte 4-1 la Fiorentina nella semifinale di ritorno, dopo aver perso di stretta misura tre settimane fa al “Franchi”, e raggiunge la finale di Coppa Italia, dove affronterà la Juventus, per la sesta volta nella sua storia. Obiettivo centrato grazie ai gol ben oltre il novantesimo di Lookman e Pasalic, quando ormai il match sembrava avviato ai supplementari. Pronti via, a lungo la verve viola si limita a un tentativo pretenzioso da fuori di Gonzalez e a quello più impegnativo per Carnesecchi, costretto al tuffo, di Belotti, aperto proprio dall’argentino. Due tiri mancini seguiti dal vantaggio di casa con l’autore del gol vittoria dell’andata a servire involontariamente l’olandese. Il possibile raddoppio rimane in canna a lungo alla squadra dello squalificato Gasperini, sostituito ancora una volta da Gritti in panchina, anche perché al 12′ il Var ha gioco facile nell’annullare il destro dal limite Scamacca su tocco di De Ketelaere, essendo evidentissimo il fallo precedente di Koopmeiners su Beltran.

I viola provano ad addormentare un confronto continuamente spezzettato da falli, ma condotto dall’Atalanta. Al 24′ il firmatario dell’1-0 ci riprova girandosi di destro sul contropiede a due Scamacca-De Ketelaere, ma i riflessi di Terracciano tengono. Passano undici minuti e ancora l’asse Scamacca-De Ketelaere produce l’occasione di quest’ultimo, che dalla lunetta allarga il diagonale ignorando Zappacosta libero alla sua destra. Se al 38′ Hien ferma Kouamé, bravo a tagliare sulla rifinitura di Gonzalez, e cinque minuti più tardi l’ex Bonaventura mira troppo da lontano per infastidire il portiere nerazzurro, è Ruggeri a fallire il 2-0 spostandosela sul destro dopo il pallone dal fondo di Zappacosta rinviato corto da Milenkovic in scivolata sulla pressione di Ederson. Al rientro dagli spogliatoi, di nuovo prove generali di bis locale con Ruggeri a stringere davanti all’area piccola per colpire di testa in caduta il cross di Zappacosta: la palla si spegne a lato.

All’ottavo, la seconda svolta della sfida con Milenkovic a lasciare i suoi in dieci per l’aggancio al limite a Scamacca, smarcato dal filtrante di De Ketelaere: entra Quarta per Belotti, la punizione del romano è alzata in corner da Beltran di testa. Duncan sostituisce Beltran abbassando ulteriormente il baricentro toscano e oltre il quarto d’ora tocca a De Roon sbagliare la misura sull’azione aperta da Koopmeiners per la doppia sponda all’indietro di Scamacca e De Ketelaere. Riacciuffa il risultato Quarta, tuffandosi di testa al 23′ per trasformare lo schema da fermo di Mandragora. Gritti inserisce Lookman e Miranchuk, ma è Scamacca a risolvere la mischia sul traversone di Ruggeri spondato da De Ketelaere rovesciando imparabilmente alla mezzora. L’ex West Ham, però, diffidato, si fa ammonire per un fallo a metà campo su Gonzalez.

I bergamaschi ne sbagliano un paio di più, con Lookman che si gira debolmente di sinistro su iniziativa di Miranchuk e De Ketelaere che parte dalla sua metà campo per alzare dall’area senza opposizione. Tutto fra 43′ e 44′; al 3′ di recupero Scamacca, contrastato da Comuzzo, mastica la deviazione sulla palla dal fondo del russo; al 5′, il gol di Lookman rivisto al check ricevendo da Scamacca. Tre minuti dopo, è proprio il nigeriano a lanciare in porta Pasalic per il trionfo atalantino con Gasperini a esultare sotto la Curva Nord.

Continua a leggere

Sport

Gravina-Lega di A e non solo, è tutti contro tutti

Pubblicato

del

San Siro per un giorno torna ad ospitare un ring. Niente sport, però, ma uno scontro da tutti contro tutti intorno al mondo del calcio e alle riforme: da un lato la Lega Serie A, dall’altra la Figc. Ma accanto all’incontro di cartello, c’è stato pure quello tra il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi. In particolare, però, ad infiammarsi è stato lo scontro intestino nel pallone. La miccia era stata accesa ieri dal presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, che, intervenuto in commissione Cultura al Senato, aveva parlato di “rischio di derive autoritarie” da parte dei vertici della Figc. Parole che non sono andate giù al numero uno della federazione, anche perché pronunciate davanti a Claudio Lotito, presente alla seduta in quanto senatore pur non facendo parte della commissione. “Ci sono soggetti che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento. Mi riferisco a Lotito e al lotitismo”, l’accusa di Gravina durante l’evento organizzato da Il Foglio a San Siro.

“Quando si parla di autonomia – ha aggiunto – bisogna capire come sia possibile che in Italia qualcuno sia allo stesso tempo presidente di una società, partecipa all’assemblea della Lega A, al Consiglio di Lega e al Consiglio Figc, è senatore, è vicepresidente commissione Bilancio, non fa parte della commissione Cultura ma partecipa ponendo domande”. Mettendo poi nel mirino anche Casini. “Parlare di derive di autoritaria è una mancanza di rispetto istituzionale. Si confonde con l’esercizio della democrazia”. Respingendo infine anche le lamentele per la scarsa autonomia: “La Serie A gode già della massima autonomia. Lo è nell’ organizzare i propri tornei, nella determinazione e nella valorizzazione dei suoi brand, nella gestione dei diritti tv”. Nemmeno due ore dopo, a salire sul palco è lo stesso presidente della Lega Serie A. Che respinge la palla nel campo avversario. “Non c’è nulla di personale, la Serie A nei poteri federali è sottodimensionata e questo porta a delle conseguenze, con rischi di derive autoritarie – ha ribadito Casini -. L’unico tentativo in tal senso è l’ipotesi di eliminare il diritto di veto. Se un sistema consente di proporre quello, significa che c’è qualche problema di equilibrio di poteri”. Finita qui? Tutt’altro, perché nel pomeriggio è arrivata la replica anche del patron della Lazio.

“Le dichiarazioni si commentano da sole: chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono”, dice Lotito, in una nota. E in serata, alla stessa Agenzia, una fonte della Figc precisa: “Nessun rancore, è solo una questione di rispetto per la Federazione. Il presidente ha manifestato preoccupazione per la gravità delle parole di Lotito in Commissione quando ha parlato di ‘ritorsioni’ verso chi non si allinea alla politica di Gravina. Basta riascoltare – si conclude da via Allegri – la registrazione sul sito del Senato”. Mentre dal mondo politico arrivavano dichiarazioni per l’una o l’altra parte, non sono mancati i tentativi di rasserenare l’ambiente: “La Lega A può rivendicare diritti che possono essere migliorati, ma quando subentra la litigiosità questa situazione non può portare giovamento”, ha detto l’ad dell’Inter, Giuseppe Marotta, sempre durante l’evento a San Siro.

“Cerchiamo di evitare contrapposizioni, perché è tutto a danno del calcio e non ci saranno né vincitori e né vinti”, gli ha fatto eco Malagò. Ma anche lo stesso numero uno del Coni è finito al centro di un botta e risposta col ministro Abodi, in merito al suo mandato, che scadrà nel maggio 2025, a nove mesi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina. “Io non credo agli uomini e alle donne della provvidenza. Per cui quando un mandato finisce la vita continua e il mondo va avanti”, la dichiarazione in mattinata di Abodi. “Cambiare a pochi mesi dalle Olimpiadi non mi sembra una buona idea. Poi in questo Paese però non credo ci sia abbastanza da stupirsi”, “la replica di Malagò.

Continua a leggere

Sport

La Lazio vince ma è la Juventus che va in finale di Coppa Italia

Pubblicato

del

Serviva la partita perfetta alla Lazio per passare il turno e rimontare lo svantaggio di due gol dell’andata. Lo è stata per 83 minuti, fino a quando la doppietta di Castellanos ha permesso ai biancocelesti di sognare. A svegliarli, però, ci ha pensato Milik con il sinistro sotto misura che fa la Juventus  sconfitta, per 2-1, ma felice e in finale di Coppa Italia. Tudor deve fare ancora i conti con le assenze di Provedel, Lazzari e Zaccagni ai quali si aggiunge all’ultimo minuto Kamada per un problema al polpaccio con il giapponese tenuto fuori a scopo precauzionale mentre Allegri sceglie Perin tra i pali e conferma i giustizieri dell’andata, Vlahovic e Chiesa. “I ragazzi ci credono” aveva avvisato Tudor in conferenza. E la Lazio lo dimostra subito passando alla prima vera occasione. Il calcio d’angolo battuto da Luis Alberto è perfetto per lo stacco di Castellanos, il protagonista più atteso, la sua incornata vale l’1-0, oltre ad essere benzina sul fuoco della speranza. Il gol scalda la fredda serata romana, l’Olimpico diventa incandescente spingendo i biancocelesti alla ricerca del raddoppio che significherebbe pareggiare il doppio svantaggio dell’andata. LJuventus a quasi rinuncia a giocare, l’unico acuto è firmato Vlahovic che, di sinistro, gira in area trovando il piede di Mandas a sbarrargli la strada. Ma è sul finale che Castellanos ha l’occasione giusta, sparando però addosso a Perin. All’intervallo Tudor toglie Gila e inserisce Patric. La ripresa, però, si apre così come era finito il primo tempo, solo che stavolta l’esito è diverso. Ancora Castellanos, ancora a tu per tu con Perin: stavolta l’argentino è freddo, il suo destro vale il raddoppio ma soprattutto pareggia i conti con l’andata. Si sveglia la Juventus che sfiora il gol con Vlahovic prima anticipato da Marusic sulla linea, poi impreciso con il destro. La Lazio sembra amministrare, Tudor getta nella mischia anche Immobile cercando di dare nuova linfa all’attacco laziale, Allegri risponde con il doppio cambio Milik-Yildiz. E’ la mossa vincente. Perché quando la prospettiva dei supplementari sembrava un’idea che le squadre iniziavano a prendere in seria considerazione, ecco l’acuto proprio di Milik che, sul tiro cross di Weah, devia in porta spegnendo i sogni laziali e proiettando la Juventus  alla finale, da giocare contro un tra Atalanta o Fiorentina, concedendo ad Allegri la possibilità di alzare un trofeo in una stagione che, ai bianconeri, può ancora regalare soddisfazioni.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto