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Serie A: clou Napoli-Roma, Milan e Inter sotto esame

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Con la forza dei nervi distesi e un vantaggio abissale sugli inseguitori, il Napoli vuole cominciare il girone di ritorno – che dagli anticipi di stasera presenta la novita’ del fuorigiocosemiautomatico, gia’ testata in Supercoppa – come ha fatto per tutta l’andata, vincendo e convincendo. I partenopei trovano però sulla loro strada un ostacolo scivoloso, una squadra robusta. Arriva domenica al Maradona la Roma del fresco 60/enne Mourinho, la più competitiva nelle 4 gare del 2023, con una difesa attrezzata a tentare di contenere la giostra del gol partenopea potendo contare su due attaccanti che stanno crescendo, Dybala e Abraham, rinfrancati dal recupero di Pellegrini.

Per ora il caso Zaniolo non ha prodotto danni, ma entro pochi giorni la sciarada si risolverà. Il Napoli degli ex Spalletti, Mario Rui e Politano è favorito e oppone lo strapotere di un gruppo consolidato, la vena offensiva di Osimhen e Kvara. Nell’equilibrata andata ha prevalso il Napoli con una super giocata di Osimhen. Schema chiaro: partenopei all’attacco, giallorossi in contropiede. La tattica proverbiale di Mourinho ha portato solo 16 punti in casa, ma 21 in trasferta con un solo ko. Spalletti sta studiando come non cadere nella trappola che proverà ad allestire Mou. I due tecnici possono essere soddisfatti della ripresa post-mondiale, che si è rivelata un disastro per Pioli e in chiaroscuro per Inzaghi, che ora sono chiamati a non fallire gli impegni del fine settimana. Il Milan in crisi di identità, coi suoi migliori elementi in regressione, trova domenica una sua bestia nera.

Domenico Berardi ha sempre fatto soffrire i rossoneri anche se per ora il Sassuolo ha deluso e si trova in acque agitate. Un inciampo ora sarebbe deleterio per Pioli. L’Inter ha sciupato la vittoria nella Supercoppa col ko con l’Empoli e ora cerca riscatto con la Cremonese, che insegue ancora la prima vittoria, ma ha eliminato il Napoli in Coppa Italia. Mancheranno Barella e Skriniar, Inzaghi spera nei gol scacciacrisi di Dzeko e Lautaro. Assieme a Inter e Roma, nel gruppo in orbita Champions a 37 punti, c’è a pieno titolo la Lazio che Sarri ha modellato a sua immagine e somiglianza. Zaccagni è il trascinatore offensivo, con un tridente leggero ma implacabile anche senza l’infortunato Immobile.

Il tecnico ha reinserito Luis Alberto che dà maggiore qualità. La stato di salute biancazzurro sarà testato dalla Fiorentina di Italiano, sempre a metà del guado della sua maturazione. Dopo i 16 gol in tre gare c’è aria di un’altra goleada per l’Atalanta di Lookman e Holjund, i nuovi gioielli di Gasperini, che ospita la tribolata Sampdoria di Stankovic, malinconicamente penultima con 14 sconfitte in 19 gare. Dopo la batosta della penalizzazione di 15 punti la Juve si ritrova a centroclassifica, con altri verdetti pendenti e un futuro molto incerto. Allegri tiene la barra dritta della squadra che ha ben giocato con l’Atalanta e ora cerca di reagire alle avversita’ affrontando un Monza quadrato e con un Caprari in vena di prodezze.

Allegri sta per recuperare Pogba, Vlahovic e Bonucci ma intanto si tiene stretti Di Maria e Milik in grande condizione. Equilibrio e buon calcio sono attesi nella sfida tra Empoli e Torino, due squadre in forma che stanno crescendo in classifica e hanno come punto di riferimento il settimo posto dell’Udinese, tornata al successo dopo una lunga attesa. I friulani ospitano, nel derby del Nord-Est, il Verona che ha dato qualche segno di ripresa ma e’ ancora a -5 dal quartultimo posto. Nei due anticipi odierni Bologna e Spezia continuano ad essere privi dei goleador Arnautovic e Nzola mentre, tra Lecce e Salernitana, sfida tra i due elementi di maggiore classe, Strefezza e Candreva.

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Messi, centesimo gol con la nazionale argentina

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Il capitano dell’Argentina, Lionel Messi, ha segnato il suo centesimo gol con la maglia della nazione campione del mondo. Il sette volte vincitore del Pallone d’Oro ha firmato tre reti nei primi 45 minuti di gioco in un’amichevole con il Curacao disputata a Santiago del Estero. Anche Nicolas Gonzalez ed Enzo Fernandez sono andati a segno.

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Tottenham, Paratici: l’addio di Conte è la decisione migliore

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“Sappiamo quanto sia stata difficile questa stagione per Antonio Conte personalmente, sono morti Gian Piero Ventrone e Gianluca Vialli, poi ha subito l’intervento. La società lo ha sostenuto, siamo stati vicini, ma alla fine siamo arrivati a questo accordo reciproco. Penso che la decisione che abbiamo preso sia quella giusta per tutti”: ai canali ufficiali del Tottenham il ds degli Spurs, Fabio Paratici, parla della separazione tra Conte e il club. “Ora tocca a Stellini che aveva gestito la squadra anche quando Antonio era malato in questa stagione ed è stato bravo – ha aggiunto – Ha molta esperienza come secondo ed è stato anche primo allenatore in passato. Poi abbiamo anche Ryan Mason che può aiutarlo molto, fa parte di questo club da molto tempo e sa tutto della squadra e dei giocatori. Siamo fiduciosi che possono fare un ottimo lavoro. I giocatori non dovranno cambiare abitudini e stile di allenamento – ha aggiunto Paratici – penso che cambiare tutto quando mancano solo 10 partite sia complicato per farli adattare”.

Il ds ha poi fatto un bilancio della sua esperienza: “Vorrei soffermarmi non solo su questa stagione, ma anche su quella passata – ha aggiunto -. Quando sono arrivato qui abbiamo parlato di ‘ricostruire le fondamenta’ e alla fine della stagione abbiamo ottenuto un grande risultato, qualificandoci alla Champions League. Quest’anno abbiamo superato il girone e poi siamo usciti contro il Milan. L’obiettivo è far crescere la squadra e il Club. Credo che siamo cresciuti e abbiamo ottenuto ottimi risultati, poi ovviamente siamo delusi perché potevamo far meglio in FA Cup contro lo Sheffield United. Ogni volta che si perde una partita ci sono dei rimpianti. Vogliamo concludere bene questa stagione ed essere ancora migliori nella prossima”.

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Cio apre su atleti russi, ma Mosca non accetta condizioni

Cio apre su atleti russi,ma Mosca non accetta condizioni Reintegro in gare mondiali da neutrali. Scoppia caso militari.

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Un ritorno con qualche paletto, ma pur sempre un passo verso il reintegro nelle competizioni internazionali, solo sotto bandiera neutrale però e a patto che non siano fan della guerra. Quanto alle Olimpiadi di Parigi resta lo stallo. Ma la polemica invece infuria.

Per gli atleti russi e bielorussi, banditi dallo sport dopo la guerra di Mosca all’Ucraina, si apre qualche spiraglio: il Cio, al termine della riunione dell’esecutivo, ha infatti raccomandato alle federazioni delle diverse discipline il loro reinserimento, a patto che avvenga solo a titolo individuale (quindi resta il bando per le squadre) e senza bandiera. E purché questi campioni non “sostengano attivamente la guerra in Ucraina” e non siano “sotto contratto” con l’esercito o le agenzie di sicurezza dei due Paesi. E comunque ogni possibile apertura è reversibile, perché come ha spiegato lo stesso presidente del comitato olimpico Thomas Bach il Cio raccomanda il ritorno dei russi “solo a condizione che possa essere revocato a discrezione della federazione internazionale interessata”.

Quanto alla partecipazione alle prossime Olimpiadi di Parigi la riunione a Losanna non ha sciolto riserve e dubbi: “La questione non è stata affrontata, il Cio deciderà “al momento opportuno”. Mentre Ucraina, Polonia e Paesi baltici minacciano già di boicottare le Olimpiadi del 2024 in caso di presenza russa e bielorussa, il Cio si limita a dire che deciderà quando sarà il momento, “a suo insindacabile giudizio e senza essere vincolato dai risultati delle gare di qualificazione”. Una decisione che non piace a nessuno però. “Il reintegro dei russi è uno schiaffo all’Ucraina – ha detto il ministro tedesco Nancy Faeser – lo sport deve condannare la guerra e continuare a escludere la Russia”. Che invece reagisce con forte disappunto alla decisione del Cio, giudicata “inaccettabile”.

Perché Mosca ambiva a tornare a pieno titolo nello sport, con inno, bandiera e con le squadre. E invece restano fuori anche gli atleti arruolati. Quello degli atleti militari è un caso nel caso: tanto che i parlamentari di Kiev hanno fatto presente al Parlamento europeo che in alcune discipline (come tiro o scherma) potrebbe scapparci il morto. Nel fronte del no ai russi anche la scherma con la petizione di 300 atleti (soprattutto inglesi e americani, solo due gli italiani, Luigi Samele ed Erica Cipressa) che hanno firmato contro il ‘si’ agli atleti di Mosca per i Giochi di Parigi. Una lettera indirizzata a Bach che già dallo scorso dicembre aveva detto che il Cio valutava sulla situazione dei russi: ma dopo 4 mesi di fatto la responsabilità di invitare o meno gli atleti dei due Paesi sotto accusa devono prendersela le federazioni e gli organizzatori degli eventi.

A difesa del reintegro Bach ha portato ad esempio la partecipazione dei russi nel tennis e nel ciclismo: “Già funziona”, anche quando devono affrontare avversari ucraini, ignorando pero’ che la bielorussa Sabalenka ha raccontato di non aver mai incontrato tanto odio negli spogliatoi. Ma le guerre nel mondo sono tante, sostiene il Cio, e in nessuna delle altre situazioni di conflitto si è chiesta l’esclusione degli atleti dei Paesi nemici. Le federazioni vanno in ordine sparso e se l’atletica di Sebastian Coe ha confermato il no, la scherma al contrario li ha riammessi da aprile. Ma quello che sembra un proposito per seguire il messaggio olimpico di pace ha già scatenato altre barriere: con la minaccia di boicottaggio che aleggia sulle olimpiadi parigine.

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