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Cronache

Sequestro Moro, 41 anni dopo il brutale assassinio per non dimenticare

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Alla stessa ora di quella mattina di 41 anni fa via Mario Fani, alla periferia nord di Roma, si anima sotto la pioggia, per non dimenticare. E’ all’incrocio con via Stresa che il 16 marzo 1978 un commando delle Brigate rosse blocco’ la macchina che stava portando Aldo Moro a votare la fiducia al quarto governo Andreotti, e sparo’ contro i cinque uomini della sua scorta, portandosi via lo statista della Dc. Fu l’inizio dei 55 drammatici giorni del sequestro Moro e a ricordarli sono le istituzioni tutte. Lo fa poco dopo le 9 il premier Giuseppe Conte che depone una corona davanti alla targa commemorativa. Al centro, resta quella della presidenza della Repubblica. Accanto, i simboli del Parlamento, della polizia, dei carabinieri, ma anche del Pd e della citta’ metropolitana di Roma. Da Padova e’ il presidente del Senato Elisabetta Casellati a sottolineare che “Moro era un devoto servitore delle istituzioni e incarno’ i valori della democrazia, della giustizia e della liberta’, ideali in cui credeva fortemente”. E parlando agli studenti, aggiunge: “Si adopero’ anche come ministro dell’istruzione introducendo l’obbligo dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole”. Ai piu’ giovani si rivolge pure Conte. Al termine della cerimonia in via Fani, saluta alcuni studenti romani: per non perdere la memoria di quei giorni, hanno realizzato un documentario su Moro intitolato “Vivo, io sono vivo” e ricostruito leggendo le lettere che scrisse dal covo del sequestro. Conte li ascolta e sembra sorpreso, positivamente.

“Molti vostri coetanei non sanno neppure bene cos’erano le Brigate Rosse. Sembrano anni ormai lontani per la vostra generazione”. Ricorda quella mattina, che fu “uno spartiacque nella nostra storia recente”, anche il presidente della Camera Roberto Fico: “Il Paese e le sue forze migliori sono riusciti a sconfiggere il terrorismo senza derogare ai principi dello Stato di diritto – sottolinea – facendo prevalere i valori comuni e l’unita’ nazionale sulle legittime differenze politiche”. Per il vicepremier Luigi Di Maio, fu “una ferita per lo Stato che puo’ essere curata in un solo modo: lottando per ottenere la verita’”. L’altro vicepremier lega il ricordo all’impegno nella cattura dei latitanti: “Non possiamo dimenticare che troppi terroristi assassini, non solo delle Brigate Rosse, sono in giro per il mondo anziche’ in galera. Uno di loro e’ Alessio Casimirri, attualmente in Nicaragua e che partecipo’ alla strage di via Fani”. E Matteo Salvini conclude: “E’ il modo migliore per non dimenticare l’orrore, omaggiare le vittime e ribadire che chi sbaglia paga”.

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Cronache

Ercolano: bimbo soffoca, salvato dalla prontezza di due marescialli dei Carabinieri

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Ercolano, corso Resina, un tranquillo pomeriggio che improvvisamente si trasforma in una corsa contro il tempo. È il maresciallo di una tenenza dei Carabinieri a notare il dramma: un uomo disperato, con in braccio il figlio di due anni che non respira. Il piccolo, privo di forze e con il viso violaceo, sembra lottare contro la vita. La scena è straziante, e il maresciallo, senza esitazione, si precipita a soccorrere il bambino.

L’intervento immediato e la corsa verso l’ospedale

Il maresciallo inizia a praticare la manovra di Heimlich, tentando di liberare le vie respiratorie del piccolo, ma senza successo. Con l’ambulanza che tarda ad arrivare, la situazione diventa sempre più critica. La collega chiede aiuto a un altro maresciallo, appena entrato in servizio, ma anche i suoi tentativi non danno esiti. La decisione è inevitabile: prendere l’auto di servizio e portare il bimbo direttamente all’ospedale Maresca di Torre del Greco.

Parte così una corsa disperata. Padre e figlio si trovano sui sedili posteriori mentre le due marescialle fanno il possibile per spianare la strada. Un viaggio che normalmente richiederebbe oltre 10 minuti si conclude in poco più di 3, con il piccolo che viene consegnato d’urgenza ai medici del pronto soccorso.

Un finale salvifico

Le cure immediate permettono ai medici di stabilizzare il bambino, che viene trasferito all’ospedale Santobono di Napoli per ulteriori accertamenti. Si è trattato di una grave reazione allergica, ma fortunatamente il piccolo è fuori pericolo. La prontezza e il coraggio dei due marescialli si sono rivelati determinanti.

Gli “angeli” di Ercolano

Di quel pomeriggio resterà la tensione, la paura, ma soprattutto il sollievo di una famiglia e la gratitudine di un padre che, vedendo suo figlio salvo, non ha trattenuto le lacrime: “Siete degli angeli”. Una frase che vale più di mille riconoscimenti e che ricorda quanto prezioso sia il lavoro delle forze dell’ordine, sempre pronte a intervenire anche nelle situazioni più drammatiche.

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Cronache

Taser ai vigili di Napoli: parte la sperimentazione delle pistole elettriche

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La giunta comunale di Napoli ha approvato il regolamento per l’utilizzo sperimentale dei taser da parte della polizia municipale. Questo passo rappresenta l’ultima tappa prima della decisione del Consiglio Comunale, che dovrà dare il definitivo via libera alla proposta. In caso di approvazione, un gruppo selezionato di agenti inizierà un percorso di addestramento specifico, con l’obiettivo di avviare una sperimentazione di sei mesi. Alla fine di questo periodo, il Comune deciderà se integrare i taser nelle dotazioni ufficiali dei vigili.

Come funziona un taser?

Il taser è un dispositivo che permette di immobilizzare temporaneamente un aggressore senza ricorrere alle armi da fuoco. Ha la forma di una pistola, ma al posto dei proiettili spara due dardi elettrificati che trasmettono una scarica al sistema nervoso, provocando una paralisi muscolare temporanea. Questo consente di neutralizzare una minaccia in modo meno letale rispetto alle armi convenzionali.

Le prime sperimentazioni in Italia risalgono al 2022 e hanno coinvolto polizia, carabinieri e guardia di finanza. Successivamente, anche le polizie municipali hanno iniziato ad adottare questo dispositivo, benché il suo utilizzo resti oggetto di dibattito sulla sicurezza.

Il percorso per introdurre i taser a Napoli

Per introdurre i taser, il Comune di Napoli ha seguito un iter complesso, definito da normative nazionali. Il regolamento è stato elaborato in collaborazione con le Asl locali, che hanno certificato l’affidabilità e la sicurezza del dispositivo. Per velocizzare i tempi, è stato deciso di utilizzare un modello “x2” prodotto dalla multinazionale Axon, già ampiamente testato in passato, invece delle versioni più recenti in commercio.

L’addestramento previsto per gli agenti sarà rigoroso e strutturato in diverse fasi, comprendendo:

  • Lezioni sui possibili effetti delle scariche elettriche, a cura delle Asl.
  • Simulazioni con visori 3D, per riprodurre situazioni di emergenza.
  • Test sul campo per acquisire familiarità con l’utilizzo pratico del taser.

Dove saranno utilizzati i taser

Gli agenti dotati di taser saranno impiegati principalmente nelle aree più critiche della città, dove si registra il maggior numero di aggressioni. Zone come piazza Garibaldi, porta Nolana e via Duomo saranno tra le prime a vedere i dissuasori elettrici in azione. Durante i turni, due coppie di agenti muniti di taser saranno operative in queste aree.

La bodycam come garanzia di trasparenza

Ogni agente munito di taser sarà dotato di una bodycam, una telecamera che si attiva automaticamente nel momento in cui il dispositivo viene estratto dalla fondina. Questo sistema garantirà la massima trasparenza, documentando l’intervento e tutelando gli agenti da eventuali contestazioni.

Secondo il regolamento napoletano, il taser non deve essere puntato su parti sensibili come volto, petto e genitali. Il suo utilizzo è consentito esclusivamente in situazioni di aggressione pericolosa. Ogni impiego dovrà essere accompagnato da un rapporto dettagliato e dalla registrazione del video della bodycam.

Un passo verso maggiore sicurezza

L’introduzione sperimentale dei taser rappresenta un passo importante per migliorare la sicurezza degli agenti di polizia municipale e dei cittadini, pur mantenendo un approccio responsabile e controllato. La valutazione dei risultati sarà cruciale per decidere il futuro di questi dispositivi nel contesto napoletano.

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Abusi e sevizie su 16enne, fermati un uomo e un 14enne

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Un 44enne e un 14enne sono stati fermati dalla Polizia perché, nella notte tra lunedì e martedì scorso, avrebbero commesso abusi con sevizie, filmandolo, su un ragazzo di 16 anni nello scantinato di un condominio a Milano. Nell’inchiesta della Procura del capoluogo lombardo si contestano i reati di violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, lesioni, produzione di materiale pedopornografico. I fermi sono stati effettuati ieri.

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