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Sentenza choc a Genova, uccise la compagna a coltellate, condanna dimezzata grazie all’attenuante della “delusione”

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Ha ucciso la compagna con diverse coltellate al petto, dopo aver scoperto che non aveva lasciato l’amante come promesso. E ora il giudice gli riconosce le attenuanti generiche e lo condanna a 16 anni, contro i 30 chiesti dal pm, perche’ l’uomo e’ stato mosso da un “misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento”. Fanno discutere le motivazioni della sentenza a Genova per l’omicidio di Jenny Angela Coello Reyes, 46 anni. Sedici anni inflitti a Javier Napoleon Pareja Gamboa, operaio ecuadoriano di 52 anni, frutto delle attenuanti generiche, combinate allo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. “Con questa motivazione e’ stato riesumato il delitto d’onore”, reagisce l’avvocato Giuseppe Maria Gallo che assiste i familiari della vittima. “Ormai assistiamo a un orientamento piu’ culturale che giuridico, gli omicidi a sfondo passionale sono inseriti in un circuito di tempesta emotiva”, aggiunge con un chiaro riferimento alla sentenza di Bologna di una decina di giorni fa, in cui in Appello e’ stata dimezzata la pena a un omicida reo confesso concedendo attenuanti generiche perche’ in presenza, appunto, di una “tempesta emotiva”. “Non ho parole, non c’e’ delusione e gelosia che possa giustificare un omicidio. Chi ammazza in questo modo deve marcire in galera”, ha commentato il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“La legge sul codice rosso” contro la violenza sulle donne “e’ un punto di svolta importante. Un via libera celere ed all’unanimita’ su questo testo dimostrera’ quanto alta sia l’attenzione sul tema”, ha aggiunto sulla vicenda il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, precisando di non voler commentare le sentenze. Nella motivazione del verdetto ci sono si’ i riferimenti alla necessita’ di infliggere “una pena severa, perche’ nulla puo’ giustificare l’uccisione di un essere umano”, ma si evidenzia il “misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento” dell’uomo che per il giudice “ha agito sotto la spinta di uno stato d’animo molto intenso, non pretestuoso, ne’ umanamente del tutto incomprensibile”. Non mosso da gelosia, “ma come reazione al comportamento della donna, del tutto contraddittorio che lo ha illuso e disilluso allo stesso tempo”. L’omicidio e’ avvenuto nell’aprile 2018 nell’appartamento della coppia, a Genova. Mesi prima Pareja Gamboa aveva scoperto il tradimento della moglie ed era andato in Ecuador per dimenticare. La moglie lo aveva richiamato giurando che aveva allontanato l’altro uomo. Ma cosi’ non era e anche nei giorni precedenti l’omicidio gli aveva detto che si vedeva ancora con l’amante. Le liti, gli insulti di lei e le bugie, secondo il giudice, hanno contribuito a spingere Pareja alla violenza. “Il contesto in cui il suo gesto si colloca – scrive il magistrato – vale a connotare l’azione omicidiaria, in un’ipotetica scala di gravita’, su di un gradino sicuramente piu’ basso rispetto ad altre”. Cosi’ le attenuanti. Nonostante che non ci sia “proporzione tra il motivo che ha spinto l’imputato a colpire a morte e la gravita’ del gesto e delle sue conseguenze”.

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Tragico bilancio per l’incidente occorso alla nave in arrivo da Capri al Molo Beverello: sono 18 i feriti, molti contusi ed una donna grave. Nel cuore del Porto di Napoli, un tranquillo mattino si è trasformato in un momento di panico quando la nave veloce Isola di Procida ha urtato la banchina del Molo Beverello  durante le operazioni di ormeggio. L’incidente ha causato il ferimento di diverse persone a bordo, con almeno 18 individui che hanno riportato lesioni.

Secondo le prime informazioni, l’urto improvviso ha gettato a terra passeggeri e membri dell’equipaggio, lasciando dietro di sé un tragico scenario di contusioni e traumi. Le ambulanze sono state rapidamente convogliate sul posto per prestare soccorso agli feriti, con il personale sanitario che ha immediatamente iniziato la valutazione delle loro condizioni.

L’Asl Napoli 1 ha riferito che la maggior parte dei feriti ha riportato traumi maxillo facciali o lesioni, mentre uno di loro ha subito un politrauma più grave. Il trasporto dei feriti è stato organizzato in diversi ospedali della zona, tra cui il Cardarelli, il San Paolo, l’Ospedale del Mare, il Cto, il Fatebenefratelli e l’Ospedale Pellegrini.

L’incidente è stato prontamente segnalato alla centrale operativa 118 dell’ASL Napoli 1 Centro, che ha coordinato gli sforzi di soccorso inviando ulteriori ambulanze e allestendo un Posto Medico Avanzato sul luogo dell’incidente. Il personale medico ha lavorato instancabilmente per garantire che tutti i feriti fossero valutati e trasportati in base alla gravità delle loro condizioni.

Le prime ipotesi sull’incidente suggeriscono che una folata di vento possa essere stata la causa scatenante, considerando le condizioni meteorologiche al momento dell’ormeggio. Nonostante le onde alte e le raffiche di vento, la navigazione sembrava essere consentita, ma una violenta folata ha improvvisamente fatto sbandare la nave mentre si avvicinava al molo.

Le autorità competenti avvieranno un’indagine dettagliata per determinare le cause esatte dell’incidente e per adottare eventuali misure preventive per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

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