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Cronache

Segrega e picchia l’ex per 7 ore, accusato di tortura

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“Tu da qui ne esci morta”, la minacciava l’ex compagno violento, mentre provava a strangolarla con un cavo di un caricabatterie. E poi oggetti lanciati addosso, una chitarra sulla schiena e delle bottiglie. La donna era ormai rassegnata a dover morire e ci e’ andata vicino. “Certo che muori”, le prometteva l’uomo, “ma prima devi soffrire”. “Un trattamento inumano e degradante” cosi viene descritta la condotta dell’uomo negli atti dell’accusa. Poi la donna, dopo sette ore di torture e quando pensava davvero di morire, era riuscita a scappare e ad andare al pronto soccorso: vi era arrivata con diversi gravi traumi e ferite in tutto il corpo. Dall’ospedale era partita la segnalazione ai carabinieri che aveva fatto scattare la denuncia. Dopo il racconto da incubo della donna, i militari hanno perquisito l’abitazione dell’ex compagno, dove hanno trovato un machete, un manganello lungo mezzo metro e una balestra con cinque frecce. Sotto a una poltrona, inoltre, erano nascosti oltre 100 grammi di marijuana e due bilancini di precisione. La figlia minorenne che aveva assistito a quelle lunghe ore di violenze ha avuto ripercussioni psicologiche. E non era la prima volta. L’uomo era spesso ubriaco e sotto l’effetto di droghe e in piu’ di un’occasione aveva messo le mani alla gola della donna, colpita alla testa con un pugno, minacciata e insultata pesantemente. Insulti che l’uomo ha inviato per messaggio anche dopo i gravi fatti di fine gennaio: “Ringrazia Dio che non ti ho ammazzato. Mi fai schifo”. La vittima, assistita dall’avvocato Danilo Mattana, si costituira’ parte civile e sembra probabile che gli avvocati dell’imputato, Nicola Satta e Francesco Carboni, puntino al rito abbreviato. L’uomo, oltre che del reato di tortura, deve rispondere di altri capi d’imputazione fra cui il sequestro di persona. Lunedi’ prossimo e’ prevista l’udienza preliminare, in cui l’imputato dovra’ comparire di fronte al alla giudice del tribunale di Sassari, Carmela Serra. L’uomo aveva gia’ malmenato in precedenza l’ex di 42 anni, fino all’ultimo episodio il 30 gennaio scorso avvenuto ad Alghero. Secondo la pm Maria Paola Asara, dopo aver chiuso a chiave la porta dell’appartamento e sottratto il cellulare e gli occhiali da vista alla donna, l’uomo per sette ore “con violenze e minacce gravi, agendo con crudelta’ – si legge negli atti – ha procurato sofferenze fisiche e psichiche” all’ex compagna davanti alla figlia minorenne. Calci e pugni in tutto il corpo e in testa, accompagnati da insulti indicibili.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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