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Segna Pjanic, Ronaldo raddoppia e la Juve vola. Buffon record: 903 partite in serie A

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Prova di forza della Juventus, che supera la Spal per 2-0, pur con una partenza al rallentatore, e si avvicina con il vento in poppa al doppio appuntamento della prossima settimana con il Bayer Leverkusen in Champions e con l’Inter per la supremazia in campionato. Le reti di Pjanic al 45′ del primo tempo, la seconda consecutiva dopo quella di Brescia, e di Ronaldo al 33′ della ripresa hanno permesso ai bianconeri di concretizzare una supremazia schiacciante durata per tutta la partita, frutto dell’atteggiamento arrendevole della Spal nel primo tempo e di quello propositivo dei bianconeri nel secondo.

Partita dai due volti quella che ha registrato il record di presenze in un club italiano di Buffon, 903 tra campionato e coppe, abbastanza per staccare anche Maldini: dopo un primo tempo decisamente noioso, sbloccato solo nel finale dalla prodezza balistica di Pjanic deviata da Valdifiori, nella ripresa Dybala e Ronaldo hanno avuto diverse occasioni per dilagare, tutte quante neutralizzate da un Berisha in stato di grazia. Il portiere albanese della Spal e’ stato il migliore in campo, distribuendo interventi provvidenziali in uscita e tra i pali, risultando incolpevole sul gol di Pjanic e sul raddoppio di CR7. La squadra di Semplici, ancora relegata al fondo della classifica, e oggi con tre assenze pesanti (Kurtic, Di Francesco e D’Alessandro) ha pagato la poca intraprendenza collettiva e l’inesperienza di Moncini, all’esordio in Serie A: l’attaccante cresciuto nel settore giovanile della Juventus ha lasciato troppo solo Petagna, spesso sovrastato da De Ligt e Bonucci. Buona la prova di Matuidi nell’inedito ruolo di esterno sinistro viste le assenze di Alex Sandro, Danilo e De Sciglio, anche se il banco di prova non e’ stato dei piu’ impegnativi; ancora evanescente Rabiot, lontano dalla miglior condizione e avulso dal gioco. Conferme invece dal gallese Ramsey, che oltre a buone intuizioni ha sfiorato la rete nel primo tempo con un gran colpo di testa neutralizzato da un super intervento di Berisha. La Spal si e’ difesa con ostinazione fin dal calcio d’inizio, sacrificando la fase di costruzione: una difesa arroccata e difficile da scalfire, specialmente per una Juventus dai ritmi inizialmente compassati. L’unico a cercare il cambio di velocita’ e’ stato Ronaldo, il primo a scaldare Berisha con una conclusione da lontano all’8′ del primo tempo, imitato un minuto dopo da Khedira di testa, la cui conclusione si e’ spenta a un centimetro dal palo. Minuto dopo minuto la pressione bianconera e’ aumentata, gli spazi per la Spal anche: al 34′ da una punizione dal limite per i ferraresi e’ arrivata, pero’, una rapida ripartenza, conclusa con un sinistro di Dybala deviato in angolo da Berisha. Poco prima della pausa e’ arrivato il gol di Pjanic, servito da Khedira: gran tiro del bosniaco, deviato da Valdifiori. Lo spartito non e’ cambiato nella ripresa, con la Spal piu’ concentrata nel contenere che nel creare e i bianconeri a sfruttare la supremazia: al 22′ Dybala ha impegnato ancora Berisha, che si e’ ripetuto un minuto dopo su Ronaldo. Ma CR7 al 33′ ha chiuso la partita.

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Prima vittoria del Genoa a Marassi, 1-0 al Parma

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Prima vittoria casalinga stagionale per il Genoa che sotto gli occhi del neo azionista di maggioranza e futuro presidente Dan Sucu, all’esordio al Ferraris, sconfigge il Parma grazie a un gol di Frendrup, con deviazione di Delprato, nel secondo tempo. Rossoblù padroni del campo con un possesso palla al 70% e ospiti pronti a ripartire ma la squadra di Pecchia non ha quasi mai impensierito Leali. Vieira si affida al tridente con Pinamonti supportato da Zanoli e Miretti. Pecchia risponde con Bonny affiancato da Almqvist e Mihaila. Le due squadre schierate in campo con moduli speculari, 4-3-3, offrono un primo tempo molto tattico e con poche emozioni.

E’ il Genoa a fare la gara con un predominio del gioco che non ha riscontri però in termini di pericolosità. L’unico sussulto lo regala Vasquez, che al 23′ per due volte si ritrova in area tra i piedi un ottimo pallone ma le sue conclusioni vengono respinte prima da Valeri e poi da Suzuki. Per il Parma l’unico tiro degno di nota è un diagonale a incrociare di Bonny, dopo un contropiede, che va a lato. A fine primo tempo il Genoa perde capitan Badelj, per un risentimento al flessore destro, e Vieira inserisce il giovane Kassa. La ripresa vede il Parma subito pericoloso con Almqvist, il cui destro viene deviato in angolo in tuffo da Leali. Ma è solo una una fiammata.

Pecchia perde Balogh per infortunio e prova ad aumentare la pericolosità dei suoi troppo schiacciati nella propria metà campo inserendo Cancellieri, ma è il Genoa a passare in vantaggio al 20′ con Frendrup. Il danese riceve da Miretti a sinistra in area e lascia partire un tiro che Delprato intercetta trasformandolo in un pallonetto imprendibile per Suzuki. Per un Genoa che subisce pochissimo, alla fine sarà il quinto clean sheet della gestione Vieira in otto gare sotto la guida del tecnico francese, è un gol fondamentale.

Al Parma non bastano gli ingressi di Man e Camara per riportare la sfida in parità e anzi nel finale Suzuki alza in angolo una conclusione di Kassa dal limite che legittima il successo dei rossoblù. Per il Genoa una vittoria fondamentale in ottica salvezza e sicuramente un buon inizio per la nuova proprietà. Il Parma perde un’occasione per lasciarsi alle spalle la zona calda, troppo rinunciatario, soprattutto nel primo tempo contro un avversario che lo aveva già sconfitto anche al Tardini.

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Australian Open parte sotto la pioggia, Darderi e Gigante ko

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Pioggia protagonista, ma grande spettacolo nella prima giornata degli Australian Open, con programma in ritardo e tanti match cancellati. Subito fuori i primi due italiani in campo, Luciano Darderi e Matteo Gigante. Il primo, numero 45 del ranking, è stato costretto al ritiro nel match di debutto nel corso del 2° set contro lo spagnolo Pedro Martinez (44 del mondo), con l’iberico che conduceva 6-3, 4-1.

Darderi era all’esordio assoluto nel main draw dello Slam australiano, dove aveva fallito la qualificazione nelle ultime due edizioni. Entrato scarico, l’italoargentino è parso accusare problemi respiratori e di tosse nell’arco dell’intero match. Perso 6-3 il primo parziale, è partito in ritardo anche nel secondo. A nulla è valso il lungo medical time-out a cui è ricorso: molto limitato nei movimenti, dolorante allo sterno e in affanno, ha deciso nel secondo set di andare a stringere la mano al rivale e chiudere così dopo 72′ di gioco la propria corsa in questi Australian Open. “Sono dispiaciuto, mi ero preparato tanto – ha detto Darderi -. Sentivo che non riuscivo a fare altri set ad alti livelli, non volevo rischiare. Avevo dolore al petto sul diritto, penso un guaio muscolare. Ora penso alla terra”.

Stessa sorte per l’altro azzurro in campo oggi nello Slam di Melbourne: Gigante esce tra gli applausi e si ferma a firmare autografi nonostante la sconfitta. Ce l’ha messa tutta il romano nella sua “prima volta” in un main draw Slam ma non è bastato. Nel match che ha chiuso il programma sulla “John Cain Arena”, il 23enne romano, n.145 ATP, passato attraverso le qualificazioni ha ceduto per 7-6(5) 7-5 6-4, dopo due ore e 49 minuti di lotta, al mancino francese Ugo Humbert, n.14 del ranking. “Noi vogliamo questa vittoria”, si sente gridare dalle tribune più o meno per l’intera durata della partita.

E Matteo dà tutto per regalare una bella soddisfazione ai tanti italiani d’Australia. Ma il palcoscenico importante, la prima da Slam, l’avversario di livello complicano maledettamente le cose. Gigante può recriminare per non aver sfruttato un vantaggio di 5-2 nel tie-break del primo set e di 5 giochi a 2 nella seconda frazione mentre nel terzo set non ha trasformato una palla-break nell’ottavo game che avrebbe potuto probabilmente permettergli di allungare la partita. Quanto al resto del tabellone maschile, Casper Ruud, sesta testa di serie del seeding, sopravvive dopo una lotta di cinque set con lo spagnolo Munar. Fa anche meglio il redivivo Kei Nishikori: il giapponese, ex 4 del mondo, annulla due match point al brasiliano Monteiro e lo batte 6-3 al quinto dopo oltre quattro ore di match. Tra le donne avanzano le finaliste del 2024: la campionessa in carica Sabalenka lascia appena 5 giochi all’americana Stephens, mentre la cinese Zheng supera la romena Todoni.

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Il Napoli ufficializza l’arrivo di Billing dal Bournemouth

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Il Napoli ha ufficializzato l’arrivo di Phillip Billing dal Bournemouth. Dopo le visite mediche e la firma del contratto, l’ufficializzazione è arrivata dal post su X del presidente Aurelio De Laurentiis che ha scritto “Benvenuto Philip”. Billing ha 28 anni, e danese e gioca da centrocampista. Arriva a Napoli in prestito con diritto di riscatto degli azzurri a fine stagione per 10 milioni di euro.

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