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Ambiente

Scuole in ‘emergenza ambientale’, dai presidi eco-regole: a Frattamaggiore la scuola pilota

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Hanno proclamato lo “Stato di emergenza ambientale ed ecologica” e stilato un eco vademecum per studenti e professori. Sono tante le scuole in Italia che per sostenere il Global climate strike e la battaglia portata avanti da Greta Thunberg hanno deciso di adottare uno strumento insolito e drastico: ovvero la dichiarazione di uno stato di emergenza ecologica che ‘obblighi’ chi frequenta gli istituti, e in alcuni anche le istituzioni, ad adottare comportamenti virtuosi e ambientalmente sostenibili. Dunque zero plastica, zero sostanze nocive, raccolta differenziata, riciclo e stop agli sprechi. E ora, gli eco istituti in emergenza ambientale hanno anche raccolto l’appello del neo ministro all’Istruzione Fioramonti e giustificheranno i ragazzi che domani parteciperanno ai cortei del Global Strike Fridays for future. Un’iniziativa, quella di appellarsi all’emergenza ambientale per contribuire concretamente al cambiamento con delle buone pratiche, che in Europa e’ professata dai Teachers for future, un gruppo di insegnanti nato proprio dal movimento per combattere il cambiamento climatico. Nel loro manifesto chiedono “emissioni zero per l’istituto scolastico, risparmio energetico dell’edificio, acquisto di carta esclusivamente riciclata, prodotti a km 0 nelle mense, niente plastica”. E anche la creazione di orti scolastici. In Italia la prima scuola a proclamare l’emergenza ambientale e’ stato l’Istituto l’Istituto comprensivo Capasso – Mazzini di Frattamaggiore, in provincia di Napoli nel maggio scorso. Poi sono seguite decine di presidi a seguirne l’esempio e oggi sono centinaia. Ogni Istituto modula le esigenze ambientali a sua misura: la preside di Frattamaggiore si e’ impegnata anche a “contenere la temperatura dell’acqua calda entro i 37 gradi, nell’edificio scolastico” a richiedere al Comune “un intervento tendente alla produzione di energia elettrica con apparecchi fotovoltaici” e “alla creazione di orti scolastici e a produrre compost”. L’ultimo liceo in ordine di tempo a proclamare l’emergenza e’ stato l’Orazio a Roma dove la preside Maria Grazia Lancellotti si prefigge di “ridurre, fino ad eliminare, i consumi di bottigliette di plastica, sostituendole con borracce e distributori d’acqua; promuovere e rispettare la raccolta differenziata, il riciclo e percorsi di divulgazione scientifica; incrementare l’uso di prodotti per le pulizie biodegradabili”. Piccole buone pratiche quotidiane che servano da esempio e anche da pressione sulle istituzioni affinche’ vengano presi provvedimenti per contenere gli effetti del riscaldamento globale.

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Nel Salernitano nevica da ore, a Caggiano vie come piste per sciare

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Le strade del paese trasformate in piste da slittino: accade a Caggiano, piccolo centro del Salernitano, dove decine di bambini hanno approfittato della nevicata per divertirsi, utilizzando le vie del centro storico come veri e propri parchi giochi sulla neve. In particolare, la ripida discesa situata nella piazza principale è stata presa d’assalto, con tanti ragazzi che si sono lanciati sui loro slittini. “Non è la prima volta che, quando le nevicate sono così particolarmente copiose, le strade del nostro paese diventano un’attrazione per i bambini”, ha commentato il sindaco di Caggiano, Modesto Lamattina.

“La nostra comunità è abituata a convivere con questi fenomeni, e i più piccoli trovano sempre il modo di divertirsi”. Caggiano è uno dei centri più colpiti della Valle del Tanagro dalle intense nevicate delle ultime ore. Fin dall’alba, la Protezione Civile Gopi, con l’ausilio degli spazzaneve e degli spargisale, è intervenuta per cercare di liberare le strade principali. Tuttavia la neve continua a cadere copiosamente rendendo difficili gli spostamenti. Se la situazione meteo non migliora, con molta probabilità le scuole resteranno chiuse domani su tutto il territorio comunale.

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Italia al 18/mo posto Ue per consumo rinnovabili

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L’Italia è nelle posizioni basse nel Vecchio Continente per il consumo di energia prodotta da fonti rinnovabili: si attesta al 18/mo posto nella classifica dei 27 Paesi con poco meno di un quarto dell’energia. Sul podio la Svezia che supera di gran lunga la metà dell’energia consumata. Sono i dati di Eurostat aggiornati al 2023 dai quali si evince una lieve tendenza al rialzo dei consumi che però appare decisamente lenta rispetto all’obiettivo fissato per il 2030. Nel 2023 – spiega Eurostat – il 24,5% del consumo finale lordo di energia nell’Ue proveniva da fonti rinnovabili, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2022. Il consumo finale di energia si calcola con il consumo interno lordo meno il consumo del settore energetico che registra le variazioni delle scorte. Ma la crescita europea è ancora troppo lenta: la quota è inferiore di 18 punti percentuali rispetto all’obiettivo per il 2030 (42,5%), che richiederebbe un aumento medio annuo di 2,6 punti percentuali dal 2024 al 2030.

La Svezia si è classificata al primo posto tra i paesi dell’Ue, con due terzi (66,4 %) del suo consumo finale lordo di energia proveniente da fonti rinnovabili nel 2023. Il Paese utilizza principalmente biocarburanti solidi, energia idroelettrica ed energia eolica. Segue la Finlandia con il 50,8%, che dipende anche dai biocarburanti solidi, dall’eolico e dall’idroelettrico, mentre la Danimarca è al terzo posto con il 44,9%, con la maggior parte della sua energia rinnovabile proveniente da biocarburanti solidi ed eolici. L’Italia è appunto nelle posizioni basse, al 18/mo posto della classifica Ue. Ma c’è chi sta peggio: le quote più basse di energie rinnovabili sono state registrate in Lussemburgo (11,6%), Belgio (14,7%) e Malta (15,1%).

Il Bel Paese sta però velocemente recuperando terreno sulle rinnovabili, almeno per quanto riguarda la produzione: nel primo semestre 2024 Terna segnala un “significativo aumento della produzione rinnovabile (+27,3%) guidata dall’idroelettrico (+64,8%), dal fotovoltaico e dall’eolico (complessivamente +14,6%). Da gennaio a giugno 2024 risultava inoltre in crescita la capacità installata rinnovabile (+3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo del 2023). Nei primi sei mesi del 2024 – spiegava ancora Terna – la richiesta di energia è stata coperta dalle fonti rinnovabili per il 43,8% (contro il 34,9% dei primi sei mesi del 2023). Si tratta del record storico su base semestrale. Nel periodo considerato, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.691 MW (di cui 3.341 MW di fotovoltaico). Tale valore è superiore di 1.074 MW (+41%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Copernicus, il 2024 l’anno più caldo della storia

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Il 2024 è stato l’anno più caldo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, dal 1850. Lo ha reso noto il servizio meteo della Ue, Copernicus, confermando con dati definitivi quanto aveva anticipato alla fine dell’anno scorso con dati provvisori. Il 2024 è stato anche il primo anno in cui la temperatura media ha sforato il limite di 1,5 gradi di riscaldamento dai livelli pre-industriali (1850-1900) previsto dall’Accordo di Parigi, arrivando a +1,60 gradi.

Secondo Copernicus, nel 2024 la temperatura media globale sulla superficie terrestre è stata di 15,10 gradi Celsius, 0,12 gradi sopra la media del 2023, in precedenza l’anno più caldo della storia. L’anno scorso la temperatura media globale è stata di 0,72 gradi sopra la media del trentennio di riferimento 1991-2020 e di 1,60 gradi sopra i livelli pre-industriali 1850-1900. Copernicus rivela che ciascuno dei 10 anni passati, dal 2015 al 2024, è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati.

L’anno scorso la temperatura media mensile ha superato 1,5 gradi dai livelli pre-industriali per 11 mesi. Dal luglio del 2023, tutti i mesi hanno superato la soglia di 1,5 gradi, salvo luglio 2024. Il 22 luglio del 2024 è stato il giorno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 17,16 gradi Celsius.

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