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Scuola: si torna in aula, oggi la campanella a Bolzano

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E’ tempo di tornare sui banchi: i primi ragazzi lo hanno gia’ fatto, sono quelli della provincia di Bolzano, per i quali la campanella e’ suonata oggi. Domani tocchera’ a chi frequenta le scuole in Piemonte. Poi, a scaglioni, tocchera’ a tutti gli altri studenti delle regioni italiane. Gli ultimi a riprendere la routine quotidiana saranno i giovani pugliesi, che – secondo il calendario scolastico regionale – diranno arrivederci alle vacanze estive il prossimo 18 settembre. La scuola, insomma, ricomincia con le sue gioie e i suoi dolori. Skuola.net ha usato i dati del rapporto Talis Ocse 2018 per scattare una fotografia della realta’ quotidiana delle classi italiane. Secondo il rapporto i docenti, in Italia, hanno in media 49 anni; eta’ superiore a quella degli insegnanti dei Paese dell’area OCSE e delle economie che partecipano a TALIS (44 anni di media). Non solo: il 48% degli insegnanti italiani ha superato i 50 anni (contro una media OCSE del 34%). Con un’altissima percentuale di donne: sono il 78% del corpo docente totale nel suo complesso. Sono dunque docenti piu’ anziani che nel resto del mondo, ma fortemente motivati. L’insegnamento e’ infatti stata la prima scelta professionale per il 65% di loro e almeno il 79% cita, come motivazione principale, l’opportunita’ di influenzare lo sviluppo dei ragazzi o di contribuire alla societa’. Insomma, la loro e’ quasi una missione. Tra colleghi, poi, i nostri docenti sembrano molto collaborativi. La maggioranza, infatti, considera i docenti con cui lavora persone aperte al cambiamento (e le scuole in cui insegnano dei luoghi pronti ad adottare pratiche innovative). Il 74%, inoltre, dice di sostenersi reciprocamente nell’attuazione di nuove idee. Un buon numero, certo, ma si tratta comunque di una percentuale inferiore alla media OCSE e TALIS (78%). Sono i dirigenti scolastici ad amministrare gli istituti e far si’ che tutto funzioni per i ragazzi. In Italia, i presidi hanno in media 56 anni, anche qui ben oltre la media OCSE e TALIS (52 anni). In piu’, in linea con quanto detto per i professori, il 32% dei nostri dirigenti scolastici ha piu’ di 60 anni (rispetto al 20% della media OCSE). Unica consolazione la presenza femminile ai vertici degli istituti: nel 69% si tratta di donne (dato che nel gruppo dei paesi esaminati si ferma in media al 47%). Inoltre, in Italia, il 61% dei capi di istituto ha completato un programma o corso di amministrazione scolastica o per dirigenti scolastici e il 43%, prima di assumere la posizione di dirigente, e’ passato attraverso un percorso formativo o corso in leadership educativa. Il 97% di docenti poi che concorda sul fatto che studenti e docenti di solito vanno d’accordo tra loro. Tuttavia, il 3% dei dirigenti scolastici riferisce di regolari atti intimidatori o di bullismo tra i propri studenti. La consolazione e’ che il dato e’ nettamente inferiore alla media OCSE (14%).

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Scende consumo illecito tabacchi ma danno erario per 219 milioni

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In Italia nel 2023 la percentuale di consumo illecito di tabacchi si attesta all’1,8%, in calo dell’0,5 rispetto all’anno precedente con una perdita erariale di circa 219 milioni di euro. Sono alcuni dei dati al centro di un incontro a Roma sul commercio illecito nel settore dei tabacchi promosso nell’ambito del Tavolo M.a.c.i.s.t.e. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi ed E-cig) dalla Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema alimentare, in collaborazione con Philip Morris Italia. L’evento ‘Un brutto vizio: il commercio illecito nel settore dei tabacchi’ si è tenuto presso la sede nazionale di Coldiretti, a Palazzo Rospigliosi e ha rappresentato un’occasione per gli esperti nazionali del settore di analizzare e discutere le ultime evidenze relative al fenomeno, insieme alle misure di contrasto adottate dagli attori coinvolti.

Al centro del dibattito, riporta una nota di Coldiretti – gli ultimi dati del Rapporto KPMG sul consumo illecito di sigarette in Europa, commissionato da Philip Morris Product SA, che hanno evidenziato come in un quadro europeo di sostanziale peggioramento del fenomeno illecito, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate (8,3% del consumo totale) e 11,6 miliardi di euro di mancante entrate fiscali, l’Italia si confermi anche nel 2023 una best practice nel contrasto al fenomeno. La percentuale di consumo illecito è infatti ulteriormente diminuita, arrivando all’1,8% del totale (-0,5% vs 2022), per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti alla cifra considerevole di circa 219 milioni di euro. “Impressionante” il confronto con alcuni Paesi come la Francia – dove il consumo illecito di sigarette nel 2023 si è attestato alla percentuale record del 33% – caratterizzati da approcci regolatori e fiscali particolarmente restrittivi.

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Castel Volturno, 15 famiglie abusive sgomberate da Parco Saraceno

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E’ in corso a Castel Volturno (Caserta) lo sgombero, per il momento senza problemi di ordine pubblico, di Parco Saraceno, complesso abusivo edificato negli anni 70 dalla famiglia di costruttori Coppola e dove vivono attualmente una quindicina di famiglie, quasi tutte occupanti senza titolo, con qualcuno che però è proprietario dell’appartamento.

Lo sgombero è stato ordinato dal sindaco Pasquale Marrandino dopo il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi da Vigili del Fuoco e Carabinieri su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha confermato le pessime condizioni igienico-sanitarie e strutturali del complesso, dove da anni non si fa manutenzione, e che dunque rappresenta un pericolo per l’incolumità di coloro che vi abitano. Alle operazioni di sgombero, coordinate dalla Questura di Caserta, partecipano oltre alla Polizia di Stato, anche Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Polizia locale di Castel Volturno.

Parco Saraceno, trenta palazzine di tre piani che ospitò inizialmente per circa quindici anni le famiglie di militari americani che lavoravano alla base Nato di Agnano, per poi diventare dimora di famiglie senza casa e di migranti, ha rappresentato negli anni l’emblema della mancata riqualificazione di Castel Volturno, prevista da un contratto di programma del 2003 che avrebbe dovuto cambiare il volto del comune del litorale domitio, facendolo diventare la “Rimini del Sud”. Nella zona di Parco Saraceno in particolare doveva essere realizzato, sulla base di un project financing presentato dalla famiglia Coppola, un porto turistico, ma le opere non sono mai partite; ma ora, con lo sgombero definitivo del complesso – negli anni ce ne sono stati diversi, l’ultimo nel 2018 – l’iter per l’avvio dei lavori del porto potrebbe sbloccarsi e la riqualificazione annunciata diventare realtà.

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La morte di Purgatori, 4 medici rischiano il processo

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In quattro rischiano di finire sotto processo per la morte del giornalista Andrea Purgatori avvenuta a Roma nel luglio del 2023. Si tratta dei medici che lo ebbero in cura: il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani. La Procura della Capitale ha chiuso l’indagine a loro carico, sono tutti accusati di omicidio colposo, e contesta “imperizia, negligenza e imprudenza” nelle cure del giornalista morto a causa di una endocardite infettiva. In particolare i magistrati di piazzale Clodio affermano che neuroradiologi non refertarono correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio 2023.

Un documento “redatto con grave imperizia, negligenza e imprudenza – si legge nell’atto di conclusioni delle indagini – posto che diagnosticava senza margini di dubbio una metastasizzazione cerebrale, in realtà mai verificatasi, e ometteva qualunque riferimento alla possibilità che le anomalie descritte fossero riferibili a lesioni di natura ischemica”. Gualdi, inoltre, “anche nella successiva interlocuzione con il paziente e i suoi familiari, nonché con gli altri sanitari coinvolti, rappresentava con forza, sulla base dell’errata diagnosi – proseguono i pm -, la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche per affrontare la grave e prioritaria emergenza metastatica cerebrale”.

Tutto ciò “non solo causando la sottoposizione del paziente a inutile e debilitante terapia, ma soprattutto determinando un serio sviamento nell’approccio diagnostico e terapeutico degli altri sanitari, anche per il mancato rilevamento di lesioni ischemiche la cui causa sarebbe stato necessario indagare senza ritardo”. L’atto di conclusioni delle indagini arriva a circa due mesi dalla perizia medico-legale disposta dal gip. I periti, senza mezzi termini, parlano di “una catastrofica sequela di errori ed omissioni”. Nel documento si afferma che “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi.

La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a un anno in misura dell’80% qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”. Nella perizia si aggiunge che l’endocardite “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.

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