Con tecniche di “social engineering” e “spoofing” truffavano banche e clienti riuscendo ad ottenere centinaia di migliaia di euro da carte di credito intercettate prima di giungere ai destinatari. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania, insieme con i colleghi dei Comandi provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, a conclusione dell’indagine “Incognito”, coordinata dalla Procura di Napoli, hanno eseguito 11 misure cautelari (altre tre persone sono ricercate) emesse dal gip presso il Tribunale di Napoli nei confronti di altrettante persone, gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e all’indebita utilizzazione, con attivazione con metodi fraudolenti, di carte di credito/debito di illecita provenienza.
Le misure cautelari finora eseguite sono undici (dieci applicative della custodia in carcere e una di divieto di dimora). L’indagine e’ stata avviata nel marzo 2019 in seguito all’esecuzione, a Napoli, di una misura cautelare detentiva nei confronti di uno dei responsabili della rapina a mano armata all’ufficio postale di Nonio (VB) del dicembre 2018. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania avevano, infatti, trovato una carta di credito intestata ad una donna del Nord Italia, del tutto estranea alla persona arrestata. La carta di credito, riportante una firma falsa e mai giunta all’intestataria, era stata utilizzata in un casino’ sloveno; una ulteriore verifica ha consentito di appurare che era stata sottratta, alla fine di gennaio 2019 ed insieme con molte altre di uno stesso lotto, dal Centro Meccanizzato Postale di Milano Roserio. Analizzando i movimenti di tutte le carte di credito di quel lotto e’ emerso che molte erano state utilizzate indebitamente presso casino’ sloveni nonche’ esercizi pubblici o ATM italiani. Preso atto delle caratteristiche e delle dimensioni del fenomeno, sia in termini di numeri di carte utilizzate che di importi prelevati, si e’ prospettata l’esistenza, rilevano gli investigatori, di una organizzazione ben strutturata in grado di gestire un’attivita’ illecita di tale elevato profilo. Le attivita’ di indagine, coordinate e dirette dalla Procura di Napoli, Settima Sezione, sviluppate ricorrendo sia ad attivita’ tecniche che tradizionali e grazie anche alla collaborazione delle forze di polizia slovena e svizzera, hanno quindi permesso di svelare il complesso meccanismo alla base delle attivita’ illecite. I fatti accertati in Slovenia infatti, altro non erano che episodi inseriti in un contesto criminale piu’ ampio all’interno del quale i componenti del gruppo criminale, organizzati in modo professionale, erano soliti portare a termine ciascuno il proprio compito preassegnato e sempre finalizzato all’utilizzazione della carte di credito rubate. Ottenuta la disponibilita’ delle carte, sistematicamente sottratte da Centri Meccanizzati Postali dislocati in tutta Italia, iniziava la fase di acquisizione di dati sensibili sul conto degli ignari clienti, destinatari della corrispondenza “intercettata”; cio’ consentiva ai malviventi di raggiungere l’obiettivo finale dell’associazione: l’indebito profitto dato dall’utilizzo dei titoli di credito sottratti. Per raggiungere il loro scopo, gli associati avevano costituito una vera e propria “struttura” altamente organizzata nella quale alcune persone, che operavano dall’interno di un locale adibito ad “ufficio” sito a Napoli, con metodi di “ingegneria sociale” contattavano di volta in volta i destinatari delle carte, nonche’ uffici pubblici, banche ed istituti finanziari, cercando di ottenere i dati riservati necessari a poter attivare ed utilizzare le carte di credito che avevano a disposizione. Per ingannare i vari interlocutori venivano utilizzati anche programmi che modificano il numero telefonico del chiamante (cd. “spoofing”), cosi’ da far credere al cliente che la chiamata provenisse dalla banca e viceversa. Uno di questi software si chiama “Incognito” ed ha dato il nome all’indagine. Ottenuti i dati ed attivate le carte, altre persone cominciavano ad utilizzarle, sia a Napoli che in altre zone d’Italia ed anche all’estero (Slovenia e Svizzera), monetizzandone il piu’ possibile i rispettivi plafonds. L’attivita’ di indagine e’ proseguita ininterrottamente per oltre 8 mesi ed ha permesso di ricostruire l’organigramma dell’associazione per delinquere e documentare 133 eventi delittuosi, commessi da gennaio a maggio 2019, ai danni di 122 parti offese e per una somma complessiva di diverse centinaia di migliaia di euro. Nel corso dell’indagine sono state inoltre trovate sequestrare 220 carte di credito di provenienza illecita e 7.450 euro in contanti. (ANSA). CER 01