Prime schermaglie in casa repubblicana in vista della corsa alla Casa Bianca nel 2024. Ad incrociare la spada sono Donald Trump e il 43enne governatore della Florida Ron DeSantis, che fino a qualche tempo fa era stato tra i suoi fedelissimi accoliti e delfini. Avvocato laureato a Yale e Harvard, ex ufficiale della Marina, con 70 milioni in cassaforte per la sua rielezione quest’anno, onnipresente sulla Fox, DeSantis e’ cresciuto come un emulo dell’ex presidente, cavalcandone toni e battaglie incendiarie. Trump continua a restare ampiamente in testa a tutti i sondaggi per le primarie, ma il leader italo-americano e’ stabilmente secondo per popolarita’ e, senza il nome del suo mentore, il favorito. Un duello generazionale e un test di lealta’ in uno Stato elettorale chiave diventato il fulcro del Grand Old Party dopo che il tycoon si e’ trasferito a Mar-a-Lago pensando di diventare il ‘re’ incontrastato del Sunshine. Sfogandosi in privato, come rivela Axios, Trump ha definito DeSantis un “ingrato” con una “personalita’ noiosa” e “senza carisma”. Ed e’ irritato per il suo rifiuto di escludere di correre per la presidenza nel caso lui scendesse di nuovo in campo. Come invece hanno fatto altri, ad esempio l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, mentre la governatrice del South Dakota Kristi Noem e i senatori Marco Rubio, Rick Scott, Tim Scott e Josh Hawley hanno promesso di sostenerlo. DeSantis non e’ l’unico a non aver escluso di sfidare Trump in una eventuale corsa nel 2024: ci sono anche l’ex segretario di Stato Mike Pompeo (che ha perso 41 kg forse proprio in chiave elettorale), i senatori Ted Cruz e Tom Cotton, nonche’ l’ex vicepresidente Mike Pence, che pero’ il tycoon considera fuori gara dopo il gran rifiuto di cambiare l’esito del voto. Il governatore della Florida e’ comunque il rivale che lo preoccupa di piu’. Finora si e’ ben guardato dall’attaccarlo pubblicamente e per blandirlo ha evocato anche un ticket con lui, ma non e’ bastato a piegarlo. Recentemente i due si sono scambiati apertamente qualche colpo basso. Parlando alla tv di estrema destra Oan, Trump ha detto di aver visto interviste con politici “senza palle” che rifiutano di dire se hanno fatto – come lui – il booster, per il timore di ripercussioni da parte dei no vax o degli scettici. Un riferimento proprio a DeSantis, che ha replicato a breve giro di posta su un podcast conservatore criticando l’ex presidente per la sua iniziale gestione della pandemia e confessando che uno dei suoi grandi rammarichi e’ non essersi opposto con piu’ forza al lockdown decretato da Trump nella primavera del 2020. Il problema e’ che il governatore della Florida sta superando a destra il tycoon: quest’ultimo infatti ora difende i vaccini come un vanto della sua amministrazione, pur essendo contro l’obbligo, e questo ha aperto una breccia per il rivale tra i falchi della sua base. Il bando di prova di questo duello sara’ la rielezione di De Santis in autunno: “Senza il mio aiuto non ha alcuna chance di vincere”, ha confidato minacciosamente Trump.