Webuild, smentisce Report sul Ponte sullo Stretto e il Terzo Valico dei Giovi In particolare il gruppo precisa che “non è fondata in alcun modo la notizia secondo cui l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) non sarebbe mai stato interpellato nelle attività di analisi del rischio sismico e di faglie attive nel progetto del Ponte sullo Stretto”. “L’istituto – evidenzia Webuild – è stato continuamente coinvolto e i suoi pareri sono stati utilizzati nell’ambito delle diverse analisi che sono state condotte per il progetto” .
Quanto al Terzo Valico dei Giovi, “è totalmente priva di fondamento l’affermazione sulla decuplicazione dei costi che, invece, sono stati verificati rigorosamente ed incrementati in base alla normativa vigente. Come è noto – viene sottolineato – il progetto che comprende la galleria ferroviaria più lunga mai realizzata in Italia, ha raggiunto già l’avanzamento del 90%, procedendo oggi su 8 fronti di scavo in contemporanea, per la realizzazione di un totale di circa 100 km di scavo in sotterraneo. Come avviene sempre per progetti di tale complessità, sono state previste procedure innovative per amianto e gas e per le altre condizioni geologiche e geomeccaniche non prevedibili”, spiega ancora Webuild.
In relazione al Ponte sullo Stretto Webuild precisa che “già nel 2011 il Consorzio Eurolink aveva sottoscritto con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, di cui era membro proprio il professore Carlo Doglioni, una Convenzione per l’aggiornamento del quadro geo-sismotettonico nell’area dello Stretto di Messina. In quell’occasione il professor Doglioni – ricorda Webuild – prese parte al gruppo di lavoro all’interno nel quale era incluso anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Per rispondere alle ultime richieste di integrazione presentate dalla Commissione VIA nel 2024, il Consorzio Eurolink ha assegnato un nuovo incarico al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ e ha concordato – afferma Webuild – un coinvolgimento dell’Ingv”.
Il gruppo su sofferma su quanto evidenziato da Report anche sul Ponte di Braila sul Danubio in Romania e ricorda che “il ponte è operativo dal 2023 con un transito di 5.000 veicoli al giorno, e non ha mai registrato problemi strutturali”. Inoltre “dalla sua apertura al traffico, il consorzio di costruzione guidato da Webuild ha lavorato insieme al cliente per monitorare e implementare ulteriori opere minori di collegamento con la rete autostradale e la tenuta del manto stradale, a fronte di un traffico risultato del tutto fuori norma rispetto a quanto inizialmente previsto dal progetto, anche per via del transito di mezzi militari pesanti dovuti alla vicina guerra in Ucraina. Questi passaggi fuori norma hanno suggerito la posa di un nuovo tipo di asfalto, sperimentato da Webuild e approvato dal cliente”, conclude il gruppo.