Collegati con noi

In Evidenza

Scontro sulle cifre della Tav, Toninelli: i conti che fa Salvini sono sbagliati

Pubblicato

del

Una guerra di dossier. E il rischio che l’unica soluzione, per il governo, sia non decidere. Almeno non prima delle europee. Sul tribolato fronte della Tav, una scelta per il Si’ (con o senza modifiche all’opera) o per il No andrebbe presa a febbraio, marzo al massimo. E dal ministero assicurano che cosi’ sara’: l’analisi costi-benefici sara’ condivisa con la Francia e con l’Ue, poi il governo decidera’. Ma la Lega gia’ mette in discussione i numeri (non ancora divulgati) del ministero guidato da Danilo Toninelli: Matteo Salvini venerdi’ sara’ a Chiomonte, al fianco degli agenti che sorvegliano il cantiere dell’alta velocita’. Il muro contro muro e’ durissimo. Temporeggiare, alla fine, potrebbe essere l’unica scelta. La Lega fa trapelare il suo “contro-dossier” per il Si’ all’opera: sono numeri “incontrovertibili”, secondo Massimo Garavaglia. Numeri “giustissimi” anche perche’ conciliano – spiega – il taglio dei tempi sulla tratta (Milano)-Torino-Lione, e la tutela dell’ambiente con il taglio del traffico su strada. Ma Toninelli dissente: “I conti che ha fatto Salvini non corrispondono a quelli effettivi. Siederemo a un tavolo e prenderemo una decisione nel rispetto del contratto di governo”, assicura. Il dossier sui costi e l’analisi giuridica dovranno essere condivise, spiega il ministro, anche con i francesi e con l’Ue. Di qui tempi non strettissimi. Ma, assicurano dal Mit, l’idea e’ arrivare a una decisione prima delle europee. Dopo, concordano i leghisti, sorgerebbero problemi sia per i fondi Ue che per gli appalti gia’ avviati. Alla fine pero’ rinviare potrebbe essere l’unica soluzione per non spaccare il governo. Il nervosismo e’ gia’ alle stelle. Toninelli dice di essersi “rotto” di vedere il M5s dipinto come il partito che si oppone alle grandi opere: si sta valutando solo la Tav, sottolinea. Ma Alessandro Di Battista esige un No “prima possibile”. E la Lega ha virato con decisione nella direzione di un Si’ “senza se e senza ma”. Alla Camera si e’ rinviato anche il voto su una mozione sulla Tav presentata da Fi: si cerca una sintesi tra M5s e Lega su una dichiarazione che non chiuda alla realizzazione dell’opera ma rinvii all’analisi costi-benefici del ministero. Ma anche i numeri sono diventati un problema. Tanto che fonti qualificate del ministero delle Infrastrutture smontano una ad una le cifre per il Si’ diffuse dalla Lega. “I numeri – affermano – appaiono identici a quelli della societa’ incaricata della realizzazione dell’opera: una minestra riscaldata”.

Matteo Salvini. Oramai è su tutti i dossier

Il costo del tunnel di base, fanno notare, non e’ 8,6 miliardi come sostiene il dossier leghista perche’ il Cipe l’ha aqgiornato a 9,6 mld. E ancora: “Non si capisce come il segmento francese possa costare soltanto 5,5 miliardi, quando sappiamo che gia’ nel 2011 valeva 7,7 mld. Ecco perche’ il costo complessivo e’ pari o addirittura superiore ai 20 miliardi, a differenza di quanto si ritiene nel dossier della Lega”, affermano dal Mit. Ed e’ “propaganda” dire che abbandonare l’opera non costerebbe 20 mld. Dal Piemonte, mentre il tribunale di Torino invia alla Consulta gli atti di un processo per oltraggio a pubblico ufficiale di un attivista No Tav, Sergio Chiamparino sfida Salvini al Si’, ricordandogli che chi lanciava pietre agli agenti e’ “amico” dei Cinque stelle. Ma Salvini per ora non replica e – sul fronte della campagna elettorale – prova a rilanciare su un altro tema caro all’elettorato leghista: il taglio delle tasse. Entro febbraio, annuncia, sara’ presentata la proposta della Lega, che riguardera’ lavoratori dipendenti e anche un “vero” quoziente familiare. La flat tax si fara’, nei “cinque anni” di governo, assicura, nonostante sulla prossima manovra gia’ pesi l’ipoteca delle clausole di aumento dell’Iva. “Taglieremo l’aliquota Irpef”, promette Salvini in tv. Ma anche sulla Tav, assicurano i suoi, non intende demordere.

Advertisement

In Evidenza

Impresa della Juve in Germania: vittoria 3-2 contro il Lipsia nonostante l’inferiorità numerica

Pubblicato

del

La Juventus conquista una vittoria sofferta e spettacolare in casa del Lipsia, imponendosi per 3-2 nonostante l’inferiorità numerica per oltre mezz’ora a causa dell’espulsione di Di Gregorio. Protagonista assoluto della serata è stato Dusan Vlahovic, autore di una doppietta, mentre Conceicao ha firmato il gol decisivo che ha fatto esplodere di gioia la panchina bianconera, inclusi Thiago Motta e il suo staff. Tuttavia, la serata ha visto anche gli infortuni preoccupanti di Bremer e Nico Gonzalez, che mettono in allerta lo staff medico della Juve.

Formazioni e scelte tattiche

Rispetto alla trasferta di Genova, Thiago Motta ha sorpreso con alcune scelte tattiche, lasciando fuori Locatelli in favore di Fagioli a centrocampo, mentre in difesa ha schierato il giovane Savona come terzino destro e spostato Kalulu al centro accanto a Bremer. In attacco, confermato il duo composto da Vlahovic e Nico Gonzalez, sostenuti dai trequartisti Koopmeiners e Yildiz.

Primo tempo: infortuni e svantaggio

La partita è iniziata in salita per i bianconeri, costretti a due cambi già nei primi 12 minuti: prima l’infortunio al ginocchio di Bremer, sostituito da Gatti, poi il problema muscolare di Nico Gonzalez, che ha lasciato il posto a Conceicao. Nonostante queste difficoltà, la Juve ha mostrato personalità e si è resa pericolosa con un tiro di Koopmeiners e una deviazione di Vlahovic che ha trovato i riflessi pronti di Gulacsi. Tuttavia, è stato il Lipsia a sbloccare il risultato: al 30’, Sesko ha sfruttato un’azione veloce con Openda, battendo Di Gregorio con un potente destro.

Secondo tempo: reazione Juve e colpi di scena

La ripresa è iniziata con la Juve che ha colpito subito un palo con Koopmeiners, seguita dal meritato pareggio di Vlahovic, autore di una splendida girata su assist di Cambiaso. La partita è diventata sempre più emozionante, con il Lipsia che ha colpito il palo con Openda. Il Var è stato protagonista per due episodi decisivi: prima per espellere Di Gregorio per un fallo di mano fuori area, poi per assegnare un rigore al Lipsia per un tocco di mano di Douglas Luiz, appena entrato. Dal dischetto, Sesko ha portato nuovamente in vantaggio i tedeschi.

Vlahovic e Conceicao trascinano la Juve alla vittoria

Nonostante l’inferiorità numerica, la Juve ha reagito con carattere e determinazione, trovando il pareggio ancora con Vlahovic, che ha infilato il pallone sotto l’incrocio con un sinistro perfetto. Nel finale, è stato Conceicao a segnare il gol del definitivo 3-2, facendo esplodere la panchina bianconera. Nei minuti di recupero, la Juve ha resistito agli assalti del Lipsia grazie agli interventi decisivi di Perin e Cambiaso, portando a casa tre punti fondamentali.

Prossimo impegno in Champions League

Con questa vittoria, la Juventus mantiene il punteggio pieno in Champions League e guarda già al prossimo impegno, previsto per il 22 ottobre contro lo Stoccarda allo Stadium. La squadra di Thiago Motta dovrà però fare i conti con gli infortuni di Bremer e Nico Gonzalez, le cui condizioni saranno valutate nei prossimi giorni.

Continua a leggere

Esteri

Melania Trump ammette: sostengo diritti donne, anche aborto

Pubblicato

del

Melania Trump (nella foto di Imagoeconomica) rompe con i repubblicani e ammette di essere una appassionata sostenitrice dei diritti delle donne a decidere sul proprio corpo, incluso l’aborto. La rivelazione è contenuta nel libro di memorie dell’ex First Lady che uscirà il mese prossimo e di cui il Guardian anticipa alcuni dei contenuti. “E’ imperativo garantire che le donne abbiano l’autonomia nel decidere se avere figli sulla base delle loro convinzioni, e libere da ogni intervento o pressione del governo”, scrive Melania Trump entrando a gamba tesa su uno dei temi chiave della campagna elettorale, in cui il marito minaccia i diritti delle donne.

“Perché qualcuno dovrebbe avere il potere di determinare cosa una donna può fare con il proprio corpo? Il diritto fondamentale della donna alla libertà individuale le conferisce l’autorità di interrompere la gravidanza se lo desidera”, afferma Melania. “Limitare il diritto di una donna a scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo sul proprio corpo. Ho portato questa convinzione con me per tutta la mia vita adulta”, mette in evidenza l’ex First Lady.

Continua a leggere

In Evidenza

Italo Bocchino: il ritorno in TV e il legame con Giorgia Meloni

Pubblicato

del

Dopo dieci anni lontano dalla politica attiva, Italo Bocchino (nella foto in evidenza di Imagoeconomica), ex deputato e figura di spicco della destra italiana, torna sotto i riflettori come opinionista televisivo. In una recente intervista a Tommaso Labate del Corriere della Sera, Bocchino ha spiegato il suo ritorno grazie a due donne chiave: Giorgia Meloni, per aver vinto le elezioni, e Lilli Gruber, per averlo voluto come ospite fisso a Otto e Mezzo su La7.

Il rapporto con Giorgia Meloni

Durante l’intervista, Bocchino ha descritto i suoi rapporti con la Presidente del Consiglio come “ottimi” e ha sottolineato di non avere alcun ruolo ufficiale o incarico all’interno di Fratelli d’Italia. “La Meloni ha ben altro da fare che parlare con me“, ha commentato, smentendo le voci di una presunta distanza tra lui e la leader del partito.

Lontano dalla politica, ma non del tutto

Bocchino ha raccontato di essersi “disintossicato dalla politica” dopo la mancata rielezione del 2013, paragonando l’esperienza a una “comunità di recupero”. Tuttavia, il suo ritorno come opinionista dimostra che, nonostante l’allontanamento dalla politica attiva, il suo interesse per il mondo politico non è mai svanito.

Il passato con Fini e la nascita del bipolarismo

Un altro tema centrale dell’intervista è stato il rapporto tra Bocchino e Gianfranco Fini, con cui ha condiviso importanti momenti della politica italiana. Bocchino ha ricordato la nascita del centrodestra italiano e del bipolarismo negli anni ’90, sottolineando il ruolo decisivo di Fini e l’importanza di figure come Pinuccio Tatarella. Ha anche riflettuto sulla diaspora all’interno del Popolo della Libertà (PdL) e la sua successiva rottura con Silvio Berlusconi.

La previsione di Bocchino sul futuro della Meloni

Bocchino ha concluso l’intervista con una previsione audace: Giorgia Meloni non solo sarà la prima donna a guidare il governo italiano per un’intera legislatura senza crisi o rimpasti, ma sarà anche la prima leader a rivincere le elezioni consecutive.

Questo ritorno di Italo Bocchino nel dibattito politico come opinionista rappresenta un’interessante evoluzione di una figura che, pur rimanendo fuori dai giochi politici diretti, continua a essere un osservatore influente della scena politica italiana.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto