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Sci: trionfo Brignone in superG, a Cortina grande Italia

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Un magico uno-due, con Cortina tinta d’azzurro e un carico di entusiasmo in vista delle Olimpiadi del 2026. Dopo il successo di Sofia Goggia nella discesa, l’Italia delle ragazze jet fa il bis con Federica Brignone che stravince in 1.21.64 anche il superG sulla stessa pista Olimpia delle Tofane che tra un anno assegnerà le più prestigiose delle medaglie. Alle sue spalle in una gara senza paura e tutta all’attacco con un fondo quasi primaverile che tanto le piace (“sono davvero riuscita a fare tutto quello che avevo in mente. Sono orgogliosa di me”) la valdostana ha lasciato con buon distacco nientemeno che la grande rivale elvetica Lara Gut-Behrami, seconda in 1.22.22 mentre terza è arrivata l’altra svizzera Corinne Suter in 1.22.72.

Per Brignone questa è la quarta vittoria di una stagione eccellente che l’ha vista imporsi per la prima volta, una settimana fa a St. Anton, anche in discesa. E Fatto 30 a St. Anton Federica ha subito fatto 31 a Cortina visto che si tratta della sua vittoria la n.31 in carriera. A 34 anni è sempre più da sola l’azzurra più vincente di sempre con davanti in assoluto solo Alberto Tomba a quota 50 e con in bacheca, unica italiana della storia, pure la grande coppa del mondo. Alla quale – volente o nolente è nuovamente costretta ora a dare la caccia anche se comprensibilmente dice “di non voler pensare alla classifica ma ad ogni singola gara”. Con questa vittoria infatti Brignone consolida, dopo il terzo posto nella discesa di sabato, il suo primato in classifica generale con 639 punti. Il che vuol dire più di 100 di vantaggio sulla più immediata seguirti e, la slalomista elvetica Camilla Rast. Per l’Italia in questo superG c’è poi stato anche il quarto ottimo posto di Elena Curtoni in 1.22.75 e che dunque per poco ha sfiorato il podio, ulteriore conferma che le ragazze yet azzurre sono una vera valanga.

“Sento di non essere ancora completamente me stessa in gara”, ha detto la sciatrice che pertanto dà appuntamento al prossimo futuro per un suo podio. Magari ai Mondiali di febbraio in Austria. Non perfetta invece Sofia Goggia che ha chiuso 7/a in 1.22.89: l’olimpionica ha aperto con anticipo in cancelletto di partenza e si è trovata in ritardo già al primissimo intermedio. Cosi ha cercato di forzare per recuperare. “Ma non ho mai trovato il ritmo giusto. Oggi c’era una neve più primaverile, più morbida rispetto a quella di sabati. Comunque è stato un week end eccezionale”. In buona classifica per l’Italia anche Laura Pirovano 12/a in 1.23.24 e Roberta Melesi 14/in 1.23.36 mentre fuori per salto di porta , ormai in piena crisi, è finita la piemontese Marta Bassino. Caduta senza danni invece l’americana Lindsey Vonn per una inclinazione eccessiva.

La prossima gara è in Alto Adige con lo slalom gigante di martedì a Plan de Corones. Sarà un’altra occasione per Brignone. C’è invece stata tra gli uomini un tripletta norvegese nel difficilissimo slalom speciale di cdm di Wengen: ha vinto in 1.45.94 Atle Mcgrath – 24 anni e terzo successo in carriera – davanti ai suoi connazionali Timon Haugan in 1.46.12 ed Henrik Kristoffersen in 1.46.23. L’Italia – con l’allenatore Simone Del Dio dimessosi improvvisamente nei giorni scorsi – c’è stato invece un altro ko, con un solo azzurro in classifica: Tobias Kastlunger 27/o e terzultimo in 1.48.22.

Ormai – dopo troppi errori in ogni gara – bisogna dire che per lo slalom speciale uomini come per quello donne è ormai allarme rosso. Il che ha dell’incredibile visto che la storia dello sci azzurro è sempre stata segnata da grandi slalomisti. La coppa del mondo uomini va ora a Kitzbuehel, nel tempio dello sci con la mitica pista Streif tanto amata dall’azzurro Dominik Paris che vi ha vinto a ripetizione. Martedì e mercoledì sono già un programma le due prove in vista della discesa di sabato che venerdì sarà preceduta da un superG e seguita domenica dal consueto slalom speciale.

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Legge dell’ex e Joao Felix, Roma crolla in Coppa col Milan

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Una doppietta dell’ex Abraham e tris firmato Joao Felix (con assist di Gimenez) assicurano la semifinale di Coppa Italia al nuovo Milan rivoluzionato dal mercato. Sorride Sergio Conceiçao, sorridono i dirigenti in tribuna. Ottime le sensazioni dei nuovi arrivati Gimenez e Joao Felix, ma anche chi è rimasto ha convinto a pieno: Tomori non ha sbagliato praticamente nulla. E può ripartire da qui la nuova vita rossonera in cui l’obiettivo è andare avanti in Europa e recuperare il terreno perso in Campionato. La Roma, illusa dalla rete di Dovbyk in apertura della ripresa, gioca meglio nel primo tempo ma non concretizza e spreca, troppo. I cambi del secondo tempo di Ranieri, Rensh, Pellegrini e Dovbyk incidono fino a un certo punto.

L’ucraino sarebbe servito anche nel primo tempo. delude invece Pellegrini, spesso redarguito anche dal tecnico giallorosso. Il mercato ha sicuramente aiutato maggiormente il Milan, ma ci è voluto anche parecchio coraggio. Le premesse al momento per i rossoneri sono buone, bisognerà capire se davvero le “alte aspettative” del club – come detto da Moncada – saranno rispettate. Il Milan va negli spogliatoi con un doppio vantaggio che porta la firma dell’ex. Tammy Abraham fornisce un repertorio completo prima sbloccando la partita di testa al 16′, restando sospeso in aria, aspettando l’impatto perfetto con il pallone di testa per trovare l’angolino. Poi poco prima dello scadere, è 2-0 con un tiro preciso un’ottima ripartenza rossonera. E’ stato il merito del Milan, concretizzare ogni occasione creata.

La Roma invece costruisce tanto, prova ad aprire la manovra spaziando da destra a sinistra ma manca un po’ di cinismo. E’ anche sfortunata come in occasione del colpo di testa di Pisilli su cross preciso di Angeliño che si è infranto sulla traversa. Poi negli altri due tentativi, la conclusione potente di Shomurodov al 23′ e il diagonale di Dyabala Maignan fa buona guarda. La Roma, invece, deve cambiare qualcosa soprattutto davanti per provare a ribaltare la partita. A fine primo tempo il risultato è severo ma nel calcio spesso bisogna solo essere più efficaci. Ranieri prova a cambiare interpreti e modulo. Dentro Rensh, Pellegrini e Dovbyk per Celik, Paredes e Shomurodov. Nell’immediato è il Milan ad andare vicino al tris con un gran colpo di testa di Walker che scheggia la traversa.

Poi le scelte di Ranieri portano frutti. Su palla persa di Theo Hernandez un passaggio sporcato di Angeliño finisce sui piedi di Dovbyk che la spinge in porta e riapre la partita al 9′. Conceiçao reagisce e la sua contromossa è importante perché finalmente le alternative a disposizione sono più che valide, sono top player. Fuori Abraham e Pulisic, dentro al debutto Gimenez e Joao Felix per la gioia dei 60 mila di San Siro. E il 3-1 è confezionato proprio dai due nuovi arrivi. Gimenez vede il movimento del portoghese, verticalizza e lo serve, Joao Felix che con un ‘cucchiaio’ vincente si presenta così in Serie A. Dopo una manciata di minuti l’autogol di Reijnders sembra riaprire ancora una volta la sfida ma il Var controlla e annulla per fuorigioco millimetrico di Dovb. A fine partita c’è spazio anche per l’esordio di Sottil. E’ il nuovo Milan che regala la qualificazione ai tifosi, l’avversario sarà la vincente di Inter-Lazio. Ma la testa dei rossoneri corre già al campionato e soprattutto al playoff di Champions di mercoledì.

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Napoli, mercato deludente e polemiche: il ds Manna spiega le strategie societarie

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Il mercato invernale del Napoli si è chiuso con un bilancio ben al di sotto delle aspettative, alimentando insoddisfazione e critiche da parte di tifosi e addetti ai lavori. Le parole di Antonio Conte prima della sfida contro la Roma avevano già lasciato trasparire una certa delusione da parte del tecnico, che si aspettava rinforzi e che, invece, ha dovuto fare i conti con un organico indebolito dalla partenza di Kvaratskhelia.

La reazione della piazza non si è fatta attendere: sui social, molti tifosi hanno espresso il proprio disappunto per un mercato giudicato incompleto e poco ambizioso. Per chiarire la posizione della società, è intervenuto il direttore sportivo Giovanni Manna, chiamato a spiegare le ragioni dietro alle scelte di mercato e a rassicurare sul rapporto tra la dirigenza e il tecnico.

Il ds Manna: “Strategie convergenti con Conte, non c’è nulla da risanare”

Nella sua analisi, Manna ha cercato di ridimensionare le polemiche, ribadendo che tra la società e Antonio Conte non ci sono fratture, nonostante la delusione per un mercato che non ha portato i rinforzi sperati.

“Le strategie sono sempre convergenti. Non c’è nulla da risanare tra noi e l’allenatore. Il mister è focalizzato sul lavoro in campo e sulle prestazioni della squadra”, ha dichiarato il ds.

Manna ha poi voluto sottolineare come, nonostante la mancata chiusura di alcune trattative, il Napoli abbia consolidato la propria posizione in classifica:

“L’anno scorso la squadra era arrivata decima, ora siamo in linea con il nostro obiettivo: rientrare nelle competizioni europee dalla porta principale.”

Pur riconoscendo la delusione per alcune operazioni sfumate, il direttore sportivo ha chiesto equilibrio nei giudizi:

“Anche io sono deluso, ma la squadra è in crescita e non dobbiamo sminuirla.”

La cessione di Kvaratskhelia: “Non eravamo ricattati, ma quasi”

Uno dei punti più controversi del mercato azzurro è stata senza dubbio la cessione di Kvaratskhelia al Paris Saint-Germain, che ha privato il Napoli di un talento fondamentale. Manna ha chiarito la posizione della società, spiegando che non si è trattato di una cessione obbligata per motivi economici, ma che le dinamiche del mercato hanno portato a questa scelta:

“Non eravamo ricattati, ma quasi. Abbiamo trattato il rinnovo con lui fino a 20 giorni prima del passaggio al PSG, ma alla fine la volontà del calciatore e il contesto ci hanno indotto ad accettare l’offerta.”

Le trattative sfumate: Danilo, Garnacho, Adeyemi e Comuzzo

Il ds azzurro ha poi rivelato alcuni dettagli sulle trattative che non si sono concretizzate, spiegando il perché di alcuni mancati acquisti.

  • Danilo: “Avevamo definito tutto, poi ha fatto una scelta professionale e di vita diversa.”
  • Garnacho: “Ci piaceva, ci siamo avvicinati alle loro richieste, ma non volevamo alterare gli equilibri salariali nello spogliatoio.”
  • Adeyemi: “C’era una bozza di accordo, ma non abbiamo voluto insistere. Se un calciatore deve essere convinto a venire a Napoli, allora significa che non fa per noi.”
  • Comuzzo: “Volevamo investire su di lui per permettere a Rafa Marin di giocare con più continuità. Avevamo fatto un’offerta concreta, anche superiore al valore del giocatore.”

Manna ha poi sottolineato la volontà della società di non farsi condizionare dal mercato, mantenendo una gestione finanziaria sostenibile:

“Non mi piace sentir dire che siamo stati presi per il collo. C’è sempre esigenza di vendere e comprare, ma bisogna farlo con criterio.”

Il futuro del Napoli: “Obiettivo completare la rosa”

Nonostante un mercato che ha lasciato l’amaro in bocca, il ds Manna guarda al futuro con fiducia, spiegando che la strategia del club è quella di costruire una squadra solida per le prossime stagioni.

“Speriamo di giocare ogni tre giorni nella prossima stagione. Con i soldi di Kvara e di altre cessioni, l’obiettivo sarà completare la rosa.”

Manna ha infine ribadito la volontà della società di mantenere una gestione coerente con le proprie possibilità:

“Ci sono club che possono fare scelte diverse, noi abbiamo una nostra realtà e la seguiamo con coerenza. Non facciamo operazioni solo per accontentare la piazza.”

Un mercato che divide, ma il Napoli guarda avanti

Il mercato invernale ha lasciato molte perplessità tra i tifosi e negli ambienti vicini alla squadra. Il Napoli ha scelto di non fare colpi ad effetto, puntando sulla programmazione e sulla sostenibilità finanziaria. Ora la sfida sarà dimostrare sul campo che, nonostante le difficoltà, il club può ancora competere ai massimi livelli e raggiungere gli obiettivi stagionali.

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L’Inter torna a Firenze, operazione aggancio al Napoli

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Poco più di 70 minuti per l’aggancio alla vetta. L’Inter torna a Firenze per concludere la partita interrotta lo scorso 1 dicembre a causa del malore a Edoardo Bove, con l’obiettivo non solo di togliere l’asterisco dalla classifica per la gara in meno ma anche di affiancare il Napoli in testa al campionato. I nerazzurri infatti vincendo contro la Fiorentina raggiungerebbero quota 54 punti, agguantando i partenopei che sono in vetta solitaria ormai da diverse giornate. Una sfida quindi particolare, non solo perché si disputeranno circa 73′ di gioco ma anche perché le due squadre si affronteranno di nuovo lunedì sera a San Siro per la partita di ritorno. Non a caso il tecnico interista Simone Inzaghi sembra intenzionato a schierare la squadra migliore, sostanzialmente confermando l’undici che è partito titolare domenica scorsa nel derby contro il Milan, anche se non mancano i dubbi. L’unica novità dovrebbe essere rappresentata dal ritorno di Francesco Acerbi al centro della difesa, con l’ex Lazio che quindi potrebbe tornare a giocare dal 1′ per la prima volta dallo scorso fine novembre.

Ma non mancano i ballottaggi, visto che Carlos Augusto, Davide Frattesi e Yann Bisseck sono comunque pronti nel caso a far rifiatare i vari Fedrico Dimarco, Nicolò Barella e Benjamin Pavard. Tra chi è sicuro di partire titolare ci sarà Denzel Dumfries, che, ammonito nel derby, tuttavia visto il regolamento salterà la sfida di lunedì al Meazza. L’unico assente, oltre agli infortunati Davide Di Gennaro e Joaquin Correa, sarà Nicola Zalewski, che non potrà giocare la gara a Firenze ma ha comunque viaggiato insieme alla squadra verso la Toscana. In attacco sembra poter andare verso la conferma la coppia formata da Marcus Thuram e Lautaro Martinez (seppur Taremi scalpiti alle loro spalle per partire dal 1′), soprattutto vista la forma dell’argentino.

Il capitano dei nerazzurri ha realizzato otto gol nel 2025, più di ogni altro calciatore di Serie A considerando tutte le competizioni. Non solo, perché il centravanti interista ha anche un buon rapporto con la Fiorentina: ha infatti realizzato ben sette gol nelle ultime cinque presenze contro i toscani, tra cui tre doppiette. I viola tra l’altro portano bene anche ad Hakan Calhanoglu, anche lui nuovamente titolare dopo essere tornato con il Milan, visto che i toscani sono la sua vittima preferita con cinque reti in dodici partite.

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