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Cronache

Schianto contro un tir, muoiono marito e moglie: salvo per miracolo il figlio di appena 6 mesi

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Uno schianto terribile, nel cuore della scorsa notte poco dopo le 3. L’auto sulla quale viaggiava una giovane famiglia macedone, marito e moglie entrambi di 24 anni e il figlioletto di appena sei mesi, si e’ schiantata contro il rimorchio di un tir parcheggiato in una piazzola di sosta dell’autostrada A21 Piacenza-Torino, nel tratto compreso tra i caselli di Casteggio e Voghera in provincia di Pavia. Un impatto violentissimo, nel quale hanno perso la vita Ebubekir Sulejman e la moglie Ezgona Mksuti mentre il loro bambino, che si trovava sul seggiolino sui sedili posteriori della Golf, si e’ salvato. I due giovani genitori, da quanto si e’ appreso, erano originari di Skopje, in Macedonia, ma risiedevano in Francia. Stavano viaggiando per tornare alla loro abitazione, vicino a Lione, dopo una vacanza. Secondo la ricostruzione degli agenti della sezione della polizia stradale di Alessandria Ovest, all’origine della tragedia potrebbe esserci stato un malore o un colpo di sonno del conducente. La Golf a bordo della quale viaggiavano si e’ accartocciata sotto il rimorchio del tir che era parcheggiato in una piazzola di sosta. Sul posto e’ subito intervenuto il 118, allertato da alcuni automobilisti che erano transitati nello stesso tratto di autostrada. I soccorritori si sono subito resi conto delle gravissime conseguenze dell’incidente. Per la giovane coppia di macedoni non c’era piu’ nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate nello schianto contro il tir. Il loro bimbo, invece, era miracolosamente salvo: legato al passeggino sul sedile posteriore dell’auto quasi completamente distrutta, spaventato e piangente, ma praticamente illeso. Il bimbo e’ stato caricato subito su un elicottero dell’elisoccorso del 118 e trasportato all’ospedale Niguarda di Milano. I medici del presidio sanitario milanese hanno confermato che il piccolo non ha riportato conseguenze.

Il bambino e’ stato immediatamente oggetto delle attenzioni di medici e infermieri del Niguarda, che si sono prodigati per tranquillizzarlo e rifocillarlo. La sua triste vicenda di piccolo orfano ad appena 6 mesi di vita ha profondamente colpito il personale del 118 e quello dell’ospedale di Milano dove e’ stato trasferito. Ora si attende l’arrivo di alcuni parenti che dovranno prendersi cura di lui. Il riconoscimento della giovane coppia macedone morta sull’A21 e’ stato difficoltoso. Nel terribile impatto contro il rimorchio del tir parcheggiato tra Casteggio e Voghera, i corpi sono stati in parte straziati. Dopo aver recuperato i loro documenti sull’abitacolo dell’auto, gli agenti della polizia stradale di Alessandria Ovest hanno contattato i familiari. Sono ancora in corso accertamenti per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente, ma ormai paiono esserci pochi dubbi. Forse la stanchezza per il lungo viaggio di ritorno verso la Francia puo’ essere risultata fatale al conducente dell’auto, che ha perso il controllo della vettura finendo cosi’ sotto il rimorchio del tir. E’ possibile che la Procura decida ora di far effettuare l’autopsia per stabilire le cause del decesso. Oltre al 118 e alla polizia stradale di Alessandria Ovest, sono intervenute sul posto anche alcune squadre dei vigili del fuoco di Pavia. Per alcune ore i pompieri sono rimasti al lavoro per togliere i mezzi incidentati dal luogo dello schianto: un’operazione che ha provocato alcune code, questa mattina, in questo tratto della A21 verso Torino. In passato, altre volte, il tratto pavese della Piacenza-Torino e’ stato teatro di altri gravi incidenti. E’ un’autostrada sempre molto trafficata: nei giorni feriali per il passaggio dei tir, nei fine settimana e durante i mesi estivi per i viaggi di chi si sposta per i week-end o le vacanze.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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