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Scende Rt a 1,23 ma reparti e intensive ancora alti

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Ondata estiva di Covid ancora in discesa: cala l’indice di contagio Rt, da 1,34 della settimana scorsa a 1,23, ma ancora sopra la soglia epidemica. E diminuisce anche l’incidenza a livello nazionale che, nel periodo 29 giugno-12 luglio, torna sotto quota mille, ovvero 977 ogni 100mila abitanti, da 1.158 di sette giorni fa. Aumentano, pero’, i ricoveri sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari. Lo indica il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19, che al 21 luglio evidenzia un tasso di occupazione nelle rianimazioni del 4,1% dal 3,9%. Il tasso in area medica a livello nazionale sale invece al 17,1% dal 15,8%. Terapie intensive ancora sotto la soglia del 10%, evidenzia il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza che, spiegando i dati del monitoraggio, rinnova l’invito a fare la quarta dose. “Data la velocita’ di circolazione virale che e’ ancora relativamente elevata, e’ bene ancora mantenere comportamenti ispirati alla prudenza ma soprattutto ricordiamo l’importanza di effettuare la quarta dose di vaccino che protegge dalla malattia grave”, per over 60 e fragili. Intanto, il bollettino quotidiano del ministero della Salute indica che sono in diminuzione anche le infezioni registrate nelle ultime 24 ore con 71.075 i nuovi positivi rilevati attraverso 341.191 tamponi. Nelle 24 ore precedenti i contagiati erano stati 80.653. Le vittime sono invece 155, due in meno. Il tasso e’ al 20,8%. Nelle terapie intensive sono ricoverate 405 persone, gli ingressi giornalieri sono 43. Nei reparti ordinari ci sono 10.944 pazienti, 40 in meno. Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 1.449.439, in 24 ore 6.382 in meno. E l’assessore alla Sanita’ della regione Lazio, Alessio D’Amato rilancia: “Gli asintomatici escano dall’ isolamento anche senza test”. A livello generale, in base alla fotografia settimanale scattata da Iss e ministero della Salute, tornano le regioni classificate a rischio basso, totalmente assenti nel monitoraggio settimanale precedente. Sono tre: Campania, Lazio e Molise. Si dimezzano quelle considerate a rischio alto che da 8 scendono a 4. Queste ultime sono Emilia Romagna, Marche e Valle d’Aosta per la presenza di molteplici allerte di resilienza, alle quali si aggiunge la Toscana, che si presenta come “non valutabile (equiparata a rischio alto)”. Tutte le altre rientrano in una valutazione di rischio moderato ma tra queste 5 sono “ad alta probabilita’ di progressione”, numero stabile rispetto alla scorsa settimana. Per l’incidenza, invece, resta alta in Abruzzo, Umbria, Marche e Veneto ma tutte e quattro mostrano segni di raffreddamento. L’ Abruzzo si colloca a 1421,3 casi ogni 100mila abitanti, seguito da Umbria (1257,6) Marche (1235,6) e Veneto (1167,9). Sul fronte delle strutture sanitarie sono poi Umbria, Calabria e Valle d’Aosta a registrare il piu’ alto numero di ricoveri nei reparti ordinari, (l’Umbria e’ al 42,2% mentre le altre due segnano rispettivamente 32,9% e 31,3%) e in generale in una settimana sono salite da 14 a 16 le regioni che hanno superato la soglia del 15%. Nelle terapie intensive invece nessuna tocca il 10%: la Calabria si avvicina col 9,5%, seguita da Liguria (6,2%) e Sicilia (6,0%). Dati rassicuranti arrivano poi sul fronte delle cure. Continua a essere osservata speciale la sotto-variante BA.2.75 (la cosiddetta Centaurus) che, secondo uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato su bioRxiv, non sfugge al sistema immunitario piu’ di Omicron 5, e risponde leggermente meglio di quest’ultima al cocktail di anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab usato per prevenire Covid-19 nelle persone a rischio.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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