Dalle imponenti Vele, un tempo simbolo di un’architettura visionaria ispirata a Le Corbusier e trasformatesi in strutture degradate, alla costruzione di dodici nuovi edifici. È questa la visione alla base del progetto Restart Scampia, che segna una svolta storica per il quartiere napoletano. L’ultima tappa di questo lungo percorso è stata raggiunta oggi con lo sgombero pacifico delle ultime undici famiglie rimaste nelle Vele.
Una nuova Scampia: dalle Vele alle nuove abitazioni
“Non è più la Scampia di Gomorra, ma una nuova Scampia,” ha dichiarato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sottolineando l’importanza di questa operazione. Lo sgombero rappresenta il punto di partenza per l’abbattimento delle ultime due Vele rimaste in piedi, la Gialla e la Rossa, e per l’avvio dei lavori di riqualificazione urbana. Secondo il cronoprogramma, entro il 2027 l’area sarà trasformata con la costruzione di nuovi edifici e spazi verdi.
Le nuove strutture accoglieranno circa 35 famiglie ciascuna, offrendo una sistemazione più dignitosa rispetto a quella precedente. Già a metà del 2026 si prevede la consegna delle prime abitazioni.
Un progetto di riqualificazione urgente e condiviso
La tragedia del luglio scorso, con il crollo di un ballatoio della Vela Celeste che causò tre vittime, ha accelerato il processo di sgombero. Manfredi ha ammesso che senza quell’evento drammatico, i tempi sarebbero stati molto più lunghi. “È stata un’operazione storica,” ha aggiunto il sindaco, elogiando la collaborazione con i residenti e il passaggio dallo stato di degrado a uno in cui “lo Stato sostituisce la criminalità”.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha definito lo sgombero “un atto straordinario e storico”, evidenziando la necessità di rispettare i tempi per completare il progetto di riqualificazione.
Assistenza alle famiglie sgomberate
L’operazione, tuttavia, mette in luce la necessità di garantire un sostegno concreto alle 475 famiglie coinvolte. Più della metà ha trovato sistemazione temporanea presso parenti, ma per tutti gli aventi diritto sono previsti contributi dallo Stato fino alla consegna delle nuove abitazioni.
Manfredi ha rassicurato che le nuove case offriranno condizioni di vita nettamente migliori rispetto a quelle lasciate alle spalle, ma è fondamentale che le istituzioni continuino a supportare queste famiglie, non solo con alloggi ma anche con servizi e assistenza sociale.
Il futuro di Scampia
Il progetto Restart Scampia non riguarda solo nuove abitazioni, ma una trasformazione più ampia dell’area. Oltre agli edifici, sono previsti spazi verdi pubblici, ma per realizzarli serviranno ulteriori risorse, stimate tra i 20 e i 30 milioni di euro. Manfredi si è detto fiducioso di reperire i fondi necessari.
Con la demolizione delle ultime Vele e la costruzione delle nuove abitazioni, Scampia si prepara a voltare pagina, lasciandosi alle spalle un passato di degrado per costruire un futuro più accogliente e dignitoso per i suoi abitanti.