Il Tribunale di Napoli ha emesso una condanna a dieci anni di reclusione per Crescenzo Marino jr, ritenuto presunto rampollo della camorra di Scampia. Nonostante i tentativi della difesa di dimostrare il suo distacco dal circuito criminale, i giudici della quarta sezione, collegio C, hanno ritenuto più credibili le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le ricostruzioni della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli.
Crescenzo Marino jr, figlio di Gennaro Marino (presunto boss del sistema delle piazze di spaccio a Scampia) e nipote omonimo di un uomo ucciso durante la faida di Scampia nel 2005, era una sorta di star sui social media fino a qualche anno fa. Sul suo profilo TikTok vantava decine di migliaia di followers, postando foto e video di vacanze in Grecia, feste a bordo piscina e uno stile di vita lussuoso. Questo quadro di vita agiata è stato contrastato dalle accuse di due collaboratori di giustizia, Pasquale Cristiano e Salvatore Roselli, che hanno descritto Marino jr come un raccoglitore di proventi delle piazze di spaccio attorno alle case celesti di Scampia.
Le dichiarazioni dei pentiti indicano Marino jr come un ingranaggio chiave nel motore economico autonomo della camorra locale, un ruolo che ha contribuito a alimentare la faida che venti anni fa causò circa sessanta omicidi in pochi mesi. L’inchiesta, condotta dai pm Maurizio De Marco e Lucio Giugliano sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe e del procuratore Nicola Gratteri, ha portato alla luce prove incriminanti, tra cui intercettazioni in cui un presunto affiliato ammette di dovere dei soldi al “nipote di Mekkey” per il suo ruolo di reggente.
Durante il processo, il legale di Marino jr, Luigi Senese, ha tentato di dimostrare la sua estraneità alla camorra, citando le attività lavorative e le amicizie esterne al circuito criminale del suo assistito. Sono stati indicati anche nomi di artisti e cantanti come testimoni. Tuttavia, i giudici non sono stati convinti da queste argomentazioni e hanno ritenuto valide le prove portate dall’accusa.
Fisico palestrato, amante dei pitbull, e appassionato di auto di lusso, come dimostrano le foto di sortite a Parigi o in Grecia e di una Ferrari, Marino jr rappresenta una figura che richiama la classica oleografia criminale. Nonostante i tentativi della difesa di smontare le accuse, le prove raccolte hanno tracciato un quadro di affari legati alla gestione della droga, confermando – almeno per ora – il ruolo di Marino jr nel circuito camorristico di Scampia.
La condanna a dieci anni di reclusione per Crescenzo Marino jr segna un importante capitolo nella lotta contro la camorra a Scampia. In attesa delle motivazioni della sentenza, resta chiaro che la giustizia ha ritenuto più credibili le testimonianze e le prove contro di lui rispetto alle argomentazioni difensive. La vicenda di Marino jr sottolinea come la lotta contro il crimine organizzato sia una battaglia complessa, dove il lusso e l’apparente normalità possono nascondere profonde radici criminali.