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Sarri batte Mourinho, la Lazio fa suo un derby show: 3-2 alla Roma

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E’ biancoazzurro il cielo sopra l’Olimpico.Sarri vince la sfida contro Mou al termine di una sfida di alta intensità agonistica, come solo il derby capitolino confezionato da due tecnici dalle filosofie opposte sa regalare. La Lazio fa sua la stracittadina conquistando tre punti pesantissimi che spazzano via i dubbi dopo i tentennamenti di inizio campionato e gonfiano la squadra di autostima. Solo sfide così sofferte e tirate fino all’ultimo istante raddoppiano il peso della vittoria e l’immagine di Sarri sotto la curva Nord a fine gara, sembra essere quasi l’inizio di una nuova storia d’amore tra il tecnico toscano e la tifoseria apparsa finora insoddisfatta delle prestazioni ‘sarriane’. Venti minuti splendidi in avvio di partita hanno lanciato subito in orbita la Lazio che si è portata sul 2-0 con Milinkovic-Savic e l’ex Pedro. Immobile ha sfiorato il gol del ko consentendo alla Roma di rimettersi in corsa con Ibanez. Nella ripresa i biancocelesti hanno ripreso il largo con Felipe Anderson ma ancora una volta la Roma ha provato a non mollare restando attaccato al match con Zaniolo, migliore dei giallorossi, che si è procurato il rigore realizzato da Veretout al 69′ per poi sfiorare il pareggio con un tiro potente respinto da una formidabile parata di Reina. Cuore e coraggio non bastano dunque ai giallorossi che hanno pagato l’assenza in campo del capitano Lorenzo Pellegrini, assente per squalifica. A fare la differenza infatti è stato il centrocampo, occupato subito dalla formazione di Sarri che ha sfruttato al meglio le ripartenze dopo aver conseguito il doppio vantaggio. La Roma rallenta così la sua corsa verso le zone alte della classifica restando a 12 punti, la Lazio risorge e si porta ad una lunghezza dai giallorossi iniziando probabilmente una nuova fase. Nella Lazio il tecnico Sarri punta a sopresa dal primo minuti su Marusic.

In avanti Immobile affiancato da Pedro e Felipe Anderson.Nella Roma c’è Vina, con Mkhitaryan trequartista al posto dello squalificato Pellegrini ed El Shaarawy dal primo minuto. Avvio deciso dei biancocelesti subito a voler imporre dal punto di vista tecnico il proprio gioco, la Roma accetta la pressione della Lazioper poi uscire in contropiede. Il momento positivo della squadra di Sarri certificato al primo veri affondo: perfetto cross di Felipe Anderson, Milinkovic stacca da solo a centro aerea e segna di testa. In uscita Rui Patricio lo travolge, il serbo resta a terra per il colpo al volto ma poi, dopo alcuni attimi di preoccupazione per le condizioni dell’attaccante, il serbo si rialza. La Roma prova a scuotersi, reagisce ma lascia troppi spazi alla Lazio che al 19′ va al raddoppio con l’ex di turno, Pedro, che raccoglie un passaggio illuminante di Immobile e con un rasoterra la mette in rete ad un centimetro dal palo. Pedro è il terzo giocatore a segnare da ex nel derby dopo Arne Selmonsson e Kolarov. E’ un derby che passa per il contropiede e la Lazio è padrona di quella area di campo. La Roma si affida più ai nervi e al carattere per provare a raddrizzare il match e inizia a prendere un po’ di ritmo pur rischiando le ripartenze laziali. Si fa prima pericolosa con un tiro da fuori al 25′ di Veretout parato da Reina che subito dopo viene salvato dal palo su colpo di testa ravvicinato di Zaniolo su calcio d’angolo. Immobile al 37′ ha la chance per chiudere il match sfruttando una brutta palla persa di Mkhitaryan ma dopo essere arrivato in fondo all’area conclude con un destro potente che finisce sulla parte esterna della porta.

Il match prende ancora più quota giocando a ritmi altissimi la Lazio inizia così ad arretrare leggeremente, la Roma invece non ha altra alternativa che spingere e sul finire del primo tempo accorcia le distanze con Ibanez che di testa raccoglie un angolo di Vererout, anticipa la difesa schierata laziale e fa centro restituendo speranze ai giallorossi. Mou ora chiede calma, e prima del duplice fischio va subito negli spogliatoi per dare nuova carica ai suoi. Era da novembre del 2012 che non si registravano tre gol nel derby dopo il primo tempo Nella ripresa la Roma si butta in avanti per andare a caccia pareggio ma la chiave resta la stessa con la Lazio che si affida alle fiammate in ripartenza che sfiancano. Il centrocampo della Roma mostra continue falle, l’assenza di Pellegrini si sente. Il match ora vive di strappi.Sarri sostituisce Leiva per Cataldi per cercare di compattare meglio la squadra. E la mossa porta subito i suoi frutti. In velocità la Lazio trova lo spazio per una ripartenza splendida impreziosita da una galoppata da Immobile che sterza a centro area, evita l’intervento prima di Mancini e poi di Rui Patricio e appoggia per Felipe Anderson che è libero di calciare in rete per il 3-1 che ricaccia indietro al Roma. La squadra giallorossa si butta in avanti, Zaniolo si prende sulle spalle la squadra e al 69′ si procura il rigore discutibile, valutato anche dal Var, che consente a Veretout su rigore, con un tiro potente, di riportarsi sotto la Lazio. Pochi minuti dopo il ritrovato centrocampista giallorosso, che dimostra un pieno recupero fisico, si procura di potenza un tiro dall’esterno destro dell’area che Reina riesce a respingere con una parata da fuoriclasse che certifica il successo della Lazio. La corsa di Sarri sotto la curva Nord con l’aquila biancoceleste sul braccio appare l’inizio di un nuovo capitolo. Per Mou è un passo falso che davanti ad una tifoseria delusa dovrà gestire nel migliore dei modi.

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Grazie ad Atalanta e Fiorentina, 5 italiane in Champions 2024/25

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Il passaggio in semifinale di Atalanta e Fiorentina, rispettivamente in Europa League e Conference League, garantirà all’Italia di avere cinque club, e non quattro, nella prossima edizione della Champions League, allargata a 36 squadre. I risultati ottenuti, insieme alle eliminazioni delle squadre inglesi Liverpool e West Ham, permettono infatti all’Italia di mantenere un vantaggio decisivo sulle possibili rivali nel ranking Uefa, che la vede al primo posto considerando anche i punti messi in carniere grazie alla Roma, la quale ha eliminato il Milan nel derby dei quarti di Europa League. Altri potranno venire se le tre italiane dovessero proseguire ulteriormente il loro cammino.

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Europa League, gol di Mancini e Dybala: Milan ko e la Roma va in semifinale

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Una Roma bella e concreta vola in semifinale di Europa League nella magica serata dai due volti, nel solito Olimpico sold out. Nei primi venti minuti i giallorossi mettono alle corde il Milan e in cassaforte la qualificazione con i gol di Mancini (che fa il bis dopo San Siro dedicando l’1-0 al suo conoscente stretto e giovane calciatore morto lunedì) e Dybala, ma poi dalla mezz’ora restano in dieci per il fallaccio di Celik su Leao e sono costretti a dover resistere per tutto il match agli attacchi veementi dei rossoneri facendo anche a meno dei muscoli di Lukaku fuori per infortunio.

Forcing milanista che porta all’unico gol di Gabbia nel finale per un 2-1 per la squadra di De Rossi, confermato proprio stamattina per il prossimo futuro sulla panchina giallorossa, che dovrà affrontare i campioni di Germania del Bayer Leverkusen per sognare la finalissima di Dublino. Nel Milan torta titolare Tomori che rientra dopo la squalifica, a sorpresa a centrocampo spazio a Musah al posto di Reijnders, mentre in avanti fiducia a Giroud e Leao. De Rossi si affida a Bove a centrocampo per sostituire Cristante squalificato e al tridente Dybala, Lukaku, El Shaarawy.

Pronti via con la Roma subito pericolosa con Lukaku e che nei primi minuti si mostra più presente nell’area del Milan costretto a fare subito due falli pesanti prima su Dybala e poi su Bove per frenare i giallorossi. Passano solo 12 minuti e la squadra di De Rossi passa in vantaggio ancora con Mancini che come all’andata firma l’1-0: destro a giro di Pellegrini che colpisce il palo, sulla respinta è lesto è il difensore giallorosso che di piatto a porta vuota spinge in rete. L’esultanza di Mancini è commovente con i suoi compagni che lo baciano e lo abbracciano per il lutto subito lcon la morte del fratello del fidanzato di sua sorella, il giovane calciatore Mattia Giani.

A lui il difensore della Roma dedica il gol mostrando una maglia con la scritta ‘Ciao Mattia per sempre con noi’. La reazione del Milan non si fa attendere: i rossoneri provano a pareggiare subito con il tiro di Loftus-Cheek che si infrange sulla traversa, ma si sbilanciano troppo e dieci minuti dopo aver subito lo svantaggio incassano il secondo gol con un bel contropiede della Roma. Lukaku vince il duello di fisico sulla sinistra dell’area, il belga prova il cross in mezzo, cross respinto proprio sui piedi di Dybala che con uno splendido sinistro a giro insacca.

E così dopo soli venti minuti, i giallorossi forti della vittoria 1-0 a San Siro ipotecano il passaggio del turno, con il Milan chiamato ora a segnare quattro gol per andare in semifinale. Pochi minuti e la Roma perde Lukaku per un problema muscolare al flessore della coscia destra: il belga viene sostituito da Abraham. Subito dopo aver dovuto fare a meno di Lukaku i giallorossi restano in dieci per il rosso a Celik: il terzino turco in recupero su Leao interviene in scivolata sulla caviglia del portoghese e viene espulso dall’arbitro polacco Marciniak. Il Milan sotto di due gol si ritrova in superiorità numerica e si riversa nell’area romanista sfiorando più volte il gol e vedendosi negare un rigore dal Var. De Rossi corre ai ripari e mette dentro un altro difensore, Llorente al posto di Dybala, mentre Pioli rinforza l’attacco lanciando in campo Jovic al posto di Bennacer.

Sono ben sette i minuti di recupero nel primo tempo decisi da Marciniak ma i rossoneri non riescono a bucare la difesa romanista. Mentre le squadre rientrano negli spogliatoi De Rossi aspetta l’arbitro polacco per chiedergli probabilmente spiegazioni sull’espulsione diretta di Celik. Doppia sostituzione per il Milan che prova a giocarsi il tutto per tutto con l’uomo in più nel secondo tempo: entrano Reijnders e Chukwueze, escono Calabria e Loftus Cheek. La squadra di Pioli è costantemente in attacco ma è la Roma a sfiorare il 3-0 prima con una ripartenza di El Shaarawy e poi con una clamorosa palla gol di Abraham a due passi da Maignan.

Pioli cambia ancora le sue carte: entrano Florenzi e Okafor, escono Musah e Pulisic, ma il gol per i rossoneri non arriva. Cambia anche De Rossi: fuori Pellegrini, autore di un super salvataggio nel finale di partita, per Renato Sanchez e Bove per Angelino. Nel finale il Milan accorcia con Gabbia, ma la Roma resiste con ordine fino alla fine festeggiando una semifinale strameritata in un Olimpico da impazzire insieme anche a N’Dicka sotto la curva sud dopo la paura di Udine.

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Europa League: impresa dell’Atalanta, il Liverpool vince ma va fuori

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L’unica pecca è la squalifica di Hien e Zappacosta, diffidati. Il vantaggio di Salah è di rigore, la sofferenza nel prosieguo molto relativa, le occasioni non sfruttate sui due fronti una manciata. Forte dei tre gol di vantaggio di Anfield, l’Atalanta perde di misura nel ritorno dei quarti di Europa League col Liverpool centrando la seconda semifinale europea della sua storia a 36 anni dalla precedente, quella mitica col Malines in coppa Uefa dopo aver battuto lo Sporting Lisbona. Presenza significativa allo stadio di Bergamo in festa, il capitano di allora Glenn Stromberg, acclamato dai tifosi prima del calcio d’inizio. Sette minuti, compresi il paio per il check, e la strada si fa in salita per i bergamaschi.

Il braccio largo di Ruggeri su palla di Alexander-Arnold dal lato corto provoca il penalty realizzato dall’egiziano spiazzando Musso, lasciando ai Reds due gol da recuperare e tre per ribaltare il risultato dell’andata. Il pericolo del raddoppio intorno al dodicesimo è sventato da Musso, quando costringendolo all’uscita risolutiva Luis Diaz gli si presenta davanti, smarcato dall’azione di Robertson prolungata da Gakpo, e Szoboszlai ci prova centralmente dalla lunetta. Per la prima conclusione atalantina, tra una rete di possesso degli ospiti e l’altra, bisogna aspettare il ventottesimo col sinistro a incrociare largo di Miranchuk sul controllo dal limite sbagliato da Scamacca, su passaggio di Ederson, diventato assist.

L’undici di Klopp sembra vivere di fiammate, come la triangolazione tra Diaz e Salah oltre la mezzora che costringe Djimsiti a chiudere con la diagonale in scivolata, mentre Salah al trentanovesimo spreca il rilancio di Gakpo allargando il pallonetto solo davanti a Musso. Gioia strozzata in gola alla Curva Nord e a Koopmeiners due minuti più tardi, perché sul filtrante di De Roon il tiratore scelto di casa è in fuorigioco. Comincia la ripresa ed Ederson telefonata fra le braccia di Alisson il rigore in movimento nel flipper d’area innescato dal fondo da Zappacosta con tocchi di Miranchuk e Scamacca, mentre Kolasinac ovvia spazzando l’area all’uscita a vuoto di Musso su una punizione da lontano di Robertson.

Van Dijk corregge di testa centralmente lo schema di Alexander-Arnold prima del quarto d’ora, con la risposta sempre centrale dal limite di Koopmeiners a rimorchio di Zappacosta. Oltre il ventesimo Ruggeri scambia con Miranchuk trovando Mac Allister in traiettoria e Scamacca, ancora su iniziativa del laterale destro, che lascia spesso Robertson sul posto, alza decisamente la mira. Quando Klopp ha già cambiato quattro pedine, Gasperini fa entrare Pasalic per Ederson e per Scamacca il più fresco De Ketelaere, che non riesce a mandare in porta l’impreciso Koopmeiners oltre la mezzora. Chiude la fiera delle mezze chances in rosso il terzo tempo di Nunez sulla punizione di Mac Allister: Bergamo può esultare.

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