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Sarà Lucio Corsi a rappresentare l’Italia a Eurovision

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Sarà Lucio Corsi, arrivato secondo nella 75sima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, a rappresentare l’Italia a Basilea durante Eurovision Song Contest 2025. Il contest internazionale che vede in gara 37 nazioni, di cui 5 big five, tra cui proprio l’Italia, prevede 2 semifinali, in onda il 13 e il 15 maggio su Rai 2, e la cosiddetta Grand Final, in cui si esibirà l’artista italiano con il brano “Volevo essere un duro”, in onda su Rai 1, Raiplay e Rai Radio2 il 17 maggio. Lo annuncia la Rai dopo la rinuncia di Olly vincitore di Sanremo.

– Rai, nel ringraziare il vincitore della 75sima edizione del Festival di Sanremo e augurare a Olly una lunga e brillante carriera da musicista, si complimenta con Lucio Corsi che ha accettato di rappresentare il nostro Paese alla 69sima edizione di ESC. Quella di Basilea sarà la 50ª edizione dell’Eurovision a cui prenderà parte l’Italia: il motivo che Lucio Corsi porterà in concorso sarà però la canzone numero 52 di un’ipotetica playlist eurovisiva azzurra.

Nel 1956, infatti, ogni paese portò in gara due canzoni, mentre alla lista dobbiamo aggiungere Fai rumore di Diodato, la canzone italiana pronta per l’Eurovision di Rotterdam 2020, poi cancellato. Lucio Corsi si esibirà fuori concorso alla St.Jakobshalle di Basilea durante la prima semifinale, martedì 13 maggio, per poi competere il sabato 17 maggio con gli altri 25 finalisti. Altri italiani potrebbero arrivare dalla selezione internazionale del San Marino Song Contest che si terrà nella Repubblica l’8 di marzo, in diretta tv su Raiplay e in simulcast su Rai Radio2.

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Piero Pelù: “Parsifal distrutto dall’alluvione, ma non molliamo”

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Un’ondata di fango ha travolto Parsifal, lo storico studio di registrazione di Sesto Fiorentino, cuore pulsante della musica toscana degli ultimi 35 anni. Piero Pelù (Foto Imagoeconomica in evidenza), icona del rock italiano e fondatore dei Litfiba, racconta al Corriere della Sera i drammatici momenti vissuti durante l’esondazione del torrente Rimaggio, che ha colpito con violenza la struttura, portando devastazione e ingenti danni.

“Carlino mi ha chiamato in preda al panico: ‘Piero, corri!’. Il portone dello studio, centinaia di chili di ferro, è stato strappato via dalla furia dell’acqua. È stato uno tsunami. Siamo ancora qui a ringraziare che nessuno sia rimasto ferito o peggio”, racconta il rocker.

IL RIMAGGIO TRASFORMA SESTO IN UN FIUME DI FANGO

Arrivato sul posto, Pelù si è trovato di fronte a uno scenario apocalittico:

“Il Rimaggio ha rotto l’argine ed è piombato su Parsifal con una forza incredibile. Piazza del Comune e via Tonietta erano sommerse”.

La sala di registrazione è completamente distrutta, e con essa decenni di storia della musica: “Qui dentro ci sono tutti i miei materiali, strumenti rari, un pezzo di me. È diventata una comunità per tanti artisti”.

IL RIFUGIO DEI MUSICISTI FIORENTINI

Negli anni Parsifal è diventato un punto di riferimento per la musica italiana. Dopo aver lasciato la mitica cantina di via de’ Bardi, i Litfiba e altri musicisti si trasferirono a Sesto Fiorentino, trovando una nuova casa.

“Firenze cacciava gli artisti, le sale prova chiudevano per le proteste dei vicini. Così qui vennero anche i Diaframma, la Bandabardò, i Dirotta su Cuba, Marco Masini, Irene Grandi, Teresa De Sio, i Marlene Kuntz, spiega Pelù.

UN CROWDFUNDING PER RIPARTIRE

Per ripristinare lo studio servono almeno 50.000 euro. Pelù ha quindi deciso di lanciare una raccolta fondi, sperando nella solidarietà del pubblico e del mondo della musica.

“Il piano superiore si è salvato, ma il resto è distrutto: scenografie, macchinari, strumenti. La Bandabardò ha perso tutto, e doveva partire in tour tra una settimana. Anche io dovrei partire, ma ora non so più quando o come”.

PIERO PELU’ E GHIGO RENZULLI (Foto Imagoeconomica)

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA PAURA

L’alluvione ha colto tutti di sorpresa.

“Dicevano che il Rimaggio non ha mai dato problemi. Ma il cambiamento climatico ha trasformato anche questo fiume in un pericolo. Il deflusso dell’acqua è stato bloccato dai ponti bassi e dagli intoppi intorno alla piazza. Risalendo il corso ho avuto paura”.

Poco dopo il disastro, Pelù ha lanciato un appello sui social, invitando i cittadini a non uscire di casa.

“La Protezione civile mi ha chiesto di fare un video per avvisare la gente: i tombini stavano saltando, erano trappole micidiali”.

SOLIDARIETÀ DA TUTTO IL MONDO DELLA MUSICA

Nonostante il disastro, l’energia e la solidarietà non mancano.

“Da stamani siamo pieni di ragazzi e amici che si sono dati appuntamento per istinto. Ora sono in 40 con le pale in mano a ripulire. È stato il giorno più duro, ma oggi ci sentiamo circondati dall’affetto. Mi hanno chiamato i Negramaro, Manuel Agnelli e tanti altri. Parole che danno energia, non ti fanno sentire abbandonato”.

Ora l’obiettivo è ripartire, ricostruire Parsifal e restituire alla musica il suo storico rifugio.

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Fabrizio Moro: “Sono tornato, il mio nuovo album è il più importante della mia carriera”

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Dopo un lungo silenzio, Fabrizio Moro (foto in evidenza Imagoeconomica) è pronto a tornare. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il cantautore romano ha raccontato i momenti difficili, il suo rapporto con la musica e la scintilla che lo ha spinto a rimettersi in gioco. A 25 anni dal primo album, festeggerà la sua carriera con due concerti speciali a Roma e Milano ad aprile.

“Ho abbandonato la musica per tanto tempo”, ammette Moro. Un periodo buio, segnato da insicurezze e difficoltà personali, ma anche dalla consapevolezza di quanto la musica sia sempre stata parte della sua vita: “Cantare, comporre era tutto per me, ma a un certo punto non mi emozionava più”.

DAGLI ESORDI ALLA RINASCITA: IL PESO DELLA GAVETTA

Il cammino di Fabrizio Moro è stato tutt’altro che facile. Il suo primo disco, uscito nel 2000, fu un flop: “La mia casa discografica dell’epoca, la Ricordi, stracciò il contratto in maniera quasi violenta. Mi demoralizzai e mi fermai per sette anni”. Solo nel 2007, con il brano “Pensa”, la sua carriera ha preso il volo.

Nel frattempo, per mantenersi, ha fatto l’operaio: “Mettevo la guaina sui tetti. Questa cosa mi è rimasta: quando ho periodi di vuoto mi dedico al bricolage”.

IL BLOCCO CREATIVO E LA SVOLTA

Negli ultimi anni, però, la musica lo aveva lasciato. Fabrizio Moro racconta di essere sprofondato nella depressione: “Dormivo di più, non mi allenavo, non scrivevo, non vedevo nessuno. Rimanevo col cane dentro casa”.

Poi, qualcosa è cambiato. La scintilla per ricominciare è stata una canzone: “Una ballad, la più bella che abbia mai scritto. Ha riacceso la mia vita”.

FABRIZIO MORO (foto Imagoeconomica)

UN NUOVO ALBUM ENTRO L’ANNO

Il nuovo disco uscirà entro il 2024 e segnerà per Moro un ritorno importante. Dopo un’estate di live, ha ritrovato l’affetto del pubblico: “Sapere che la gente ai miei concerti viene per quello che ho raccontato negli anni e non per una moda momentanea mi dà forza”.

RENATO ZERO, PIPPO BAUDO E GLI AMICI DI SEMPRE

Parlando delle sue collaborazioni, Moro ha ricordato Renato Zero, con cui ha cantato al Circo Massimo: “È un maniaco della puntualità, della tecnica. Se canti con lui e stoni, gli rode come se l’errore fosse il suo”.

Un altro aneddoto riguarda Pippo Baudo, che lo portò a Sanremo per la prima volta: “Mi ha preso dall’hotel Parco dei Principi, dove facevo il cameriere, e mi ha portato all’Ariston. Gli sarò grato per sempre”.

Sul rapporto con Ultimo, racconta: “Quando nel 2017 gli chiesi di aprire il mio concerto a Roma, mi sono rivisto in lui. Aveva l’istinto killer”.

TRA PASSATO E FUTURO: UN ARTISTA LIBERO

Oggi Moro guarda con disincanto il mondo della musica: “Quando ho iniziato, avevi più occasioni, potevi permetterti di sbagliare uno o due dischi. Ora fai il botto con una canzone, ti esibisci allo stadio e poi si vedrà. È un sistema malato”.

Nonostante tutto, è pronto a riprendersi il suo spazio, senza compromessi. E lo farà con la musica, quella vera, quella che non ha mai smesso di appartenergli.

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Damiano David, il primo album solista in uscita il 16 maggio

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Funny Little Fears è il titolo del primo album solista di Damiano David, in uscita il 16 maggio. L’album, che uscirà per Sony Music Italy/Epic Records in fisico e digitale nella doppia versione CD e vinile, è composto da 14 brani. Il nuovo progetto discografico è iniziato con la teatralità di Silverlines (prodotta da Labrinth), proseguito con l’energia di Born With a Broken Heart e con l’intensità dell’ultimo singolo Next Summer: tre brani molto diversi tra loro che hanno evidenziato la versatilità dell’artista e hanno dato al pubblico un assaggio di questo album.

“Ho sempre avuto paura dell’altezza, del fatto che da un momento all’altro il terreno si spacchi sotto i miei piedi e in un secondo tutto sparisca. Ho avuto paura dell’oscurità, un’immensità che non riesco a vedere o comprendere, che potrebbe trascinarmi se non facessi attenzione a dove metto i piedi. Ho avuto paura di me stesso, di chiedere troppo, di rincorrere qualcosa che non sapevo nemmeno se volessi davvero. E onestamente a volte ho ancora paura, ma mi sono scritto un manuale. Spero che lo troviate utile anche voi. L’ho chiamato Funny Little Fears. Con amore, Damiano”, è la dedica dell’artista. Cresce intanto l’attesa per il World Tour 2025 che vedrà Damiano impegnato in oltre 30 date tra Europa, Australia, Nord America, Sud America e Asia. Primo appuntamento italiano il 7 ottobre all’Unipol Forum di Milano, sold out invece la data di Roma l’11 ottobre al Palazzo dello Sport che raddoppia, con una seconda data il 12 ottobre.

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