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Sara Curtis: “Non scappo dall’Italia. Nuoto per crescere, con le mie spalle grosse e le treccine a forma di cuore”

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A 18 anni Sara Curtis è il nuovo volto del nuoto italiano. Dopo aver tolto a Federica Pellegrini il record nei 100 stile libero (53”01), vive una popolarità crescente, ma con la testa saldamente sulle spalle. In un’intervista al Corriere della Sera, racconta le sue ambizioni, il rapporto con la famiglia, la scelta di trasferirsi negli Stati Uniti e gli attacchi razzisti subiti sui social.

“Sono diversa, non un’altra Pellegrini”

Sara è consapevole del peso del record battuto: «Federica resta una leggenda. Ma io sono diversa: sono una velocista, gareggio sui 50 e 100 metri. Vorrei creare la mia piccola stradina». Tra poco sosterrà la maturità, a luglio sarà ai Mondiali di Singapore, poi si trasferirà per studiare e allenarsi negli Stati Uniti, alla Virginia University, con coach Todd DeSorbo, uno dei più quotati al mondo.

“Sono testarda, come papà. Ma so chiedere scusa”

Si descrive come una ragazza riflessiva, testarda e puntigliosa: «In allenamento parlo poco, ma ascolto tutto. Anche le ramanzine di mio padre». Con il papà Vincenzo, il rapporto è intenso: «Ci assomigliamo molto, ci scontriamo, ma impariamo l’uno dall’altro». La mamma Helen è il punto d’equilibrio: «È il ghiaccio tra due fuochi». Recentemente, il padre le ha detto: “Imparo molto da te”. Una frase che per Sara «riassume tutta una filosofia di vita».

“Ho scelto l’America per migliorarmi, non per scappare”

La decisione di partire per l’America non è stata facile: «Ci pensavo ogni giorno dallo scorso settembre. Poi mi sono detta: Sara, buttati». Quando ha incontrato DeSorbo, lui le ha confessato che l’aveva contattata nel 2023, ma lei non aveva neanche letto il messaggio su Instagram. «Una cosa balordissima, ma è andata così». In Virginia dividerà la vasca con campionesse come Gretchen Walsh e Kate Douglass: «Voglio crescere, allenarmi in un gruppo vivace. La solitudine a Cuneo mi stava logorando».

A chi la accusa di fuggire dall’Italia risponde senza mezzi termini: «Non scappo, voglio migliorare. Il tricolore lo vestirò sempre». Ma c’è anche chi, dietro una tastiera, le nega l’italianità: «Dicono che il mio è un record nigeriano. È ripugnante. Mio padre è italiano, mia madre nigeriana. Sono nata in Italia e la mia doppia cultura è una ricchezza».

“Orgogliosa delle mie spalle larghe e delle treccine”

Vivere in costume da bagno espone il corpo. E lei, 1 metro e 80, lo affronta con orgoglio e ironia: «Adoro le mie spalle grosse, ma a volte mi chiedo: non potrei toglierle per una sera?». Le sue treccine, tornate dopo mesi, hanno una forma speciale: «Due cuori sulle tempie. Perché sì, anche i dettagli contano».

 

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Medaglia celebrativa della Zecca di Stato per il quarto scudetto del Napoli

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La Zecca di Stato celebra il quarto scudetto del Napoli con una medaglia ufficiale in argento 925‰, realizzata in versione Fior di Conio e firmata dall’artista-incisore Silvia Ciucci. Dopo la medaglia per il trionfo del 2023, arriva un nuovo riconoscimento numismatico per la stagione 2024-2025, che suggella lo storico quarto titolo nazionale del club partenopeo.

Omaggio alla squadra e alla città

Sul dritto della medaglia spicca il logo ufficiale della SSC Napoli, arricchito da elementi colorati, incorniciato dalla scritta circolare “SSC Napoli campione d’Italia 2024 – 2025”. Il rovescio è un tributo alla città di Napoli, che nel 2025 celebra 2.500 anni di storia: una suggestiva veduta dall’alto del centro storico, patrimonio UNESCO, raffigura i Decumani e un percorso simbolico che attraversa i luoghi più iconici del cuore della città.

Dal Decumano principale emergono lo scudetto e il numero 4, simbolo del quarto trionfo calcistico del Napoli, fusi con eleganza in un’opera che unisce arte, storia e passione sportiva.

Un oggetto per collezionisti e tifosi

Questa medaglia rappresenta un connubio tra memoria sportiva e identità culturale, pensata per i tifosi azzurri e i collezionisti che vogliono celebrare un momento indelebile della storia del club e della città. Coniata in tiratura limitata, si presenta come un oggetto di pregio, destinato a entrare nel cuore dei napoletani e degli appassionati di calcio.

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Cronache

Cresco8, il supercomputer italiano tra i più potenti e “green” al mondo

Il supercomputer Cresco8 dell’Enea a Portici entra nella Top500 mondiale e nella Green Top500 per efficienza energetica.

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Cresco8, l’ultima evoluzione della famiglia di supercomputer sviluppata dall’Enea, ha conquistato un posto di rilievo nella classifica dei 500 calcolatori più potenti al mondo, piazzandosi alla posizione numero 228. Il supercomputer, inaugurato lo scorso aprile presso il Centro Ricerche Enea di Portici, vicino Napoli, è stato realizzato in collaborazione con Intel e rappresenta un’eccellenza italiana nel campo del calcolo scientifico avanzato.

Tra i più potenti e tra i più efficienti

Ancora più prestigiosa è la 134esima posizione nella Green Top 500, la classifica che valuta l’efficienza energetica dei supercomputer. «Un risultato di grande valenza», sottolinea Giovanni Ponti, responsabile della divisione ICT dell’Enea. Il merito va anche all’avanzato sistema di raffreddamento ad acqua, capace di dissipare fino al 98% del calore generato e di abbattere i consumi del 40% rispetto ai sistemi tradizionali.

Motore della ricerca scientifica e tecnologica

Cresco8 è uno strumento chiave per la ricerca in ambiti strategici: dalla fusione nucleare al progetto Divertor Tokamak Test Facility (DTT), in costruzione presso il centro Enea di Frascati, fino allo studio dei cambiamenti climatici, allo sviluppo di nuovi materiali e all’Intelligenza Artificiale applicata all’energia.

«L’Enea ha avuto una visione da pioniere nel calcolo scientifico», afferma il direttore generale Giorgio Graditi. Aggiunge Giulia Monteleone, direttrice del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili: «Grazie a questa infrastruttura, è nata in Enea una comunità di ricercatori con competenze oggi riconosciute a livello internazionale».

L’Italia nella mappa mondiale del calcolo

Insieme a Cresco8, anche altri due supercomputer italiani sono entrati nella classifica: Pitagora-CPU del Cineca, installato a Casalecchio di Reno, e SpaceHPC dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Frascati. Un segnale della crescente centralità dell’Italia nell’ambito del calcolo ad alte prestazioni.

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Esteri

Bruce Springsteen, il ritorno dei dischi perduti: arriva “Tracks II” con sette album inediti

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Sette album, un cofanetto monumentale, un tour europeo e un film in arrivo: è ufficialmente tornata la primavera di Springsteen. Il 27 giugno uscirà Tracks II: The Lost Albums, raccolta che include sette dischi inediti incisi tra il 1983 e il 2018, definiti dallo stesso Bruce come «album completi, alcuni già mixati, ma mai pubblicati». In parallelo, il docufilm “Springsteen: Liberami dal nulla” con Jeremy Allen White nei panni del Boss è in lavorazione, e a fine mese Springsteen sarà in Italia: due date a San Siro, il 30 giugno e il 3 luglio, a 40 anni dalla sua prima epica esibizione milanese.

Sette dischi, nove LP e cento pagine di storia

Il cofanetto si presenta in tre versioni: 9 LP o 7 CD corredati da un libro di 100 pagine, oppure una versione ridotta in doppio album con selezione di brani. I fan lo attendevano da anni: si parlava da tempo di questi album “fantasma”, di cui si favoleggiava tra collezionisti e appassionati. Ora prendono finalmente forma.

«Durante la pandemia ho preso in mano tutto ciò che avevo nel mio archivio. Suonavo quella musica per me stesso e pochi amici. Ora era giunto il momento di condividerla», ha raccontato Springsteen nella nota di presentazione. E promette: «Ci sarà anche un Tracks III».

Dai suoni lo-fi ai country da saloon: ecco i “perduti” del Boss

I sette album toccano fasi diverse della carriera di Springsteen:

  • LA Garage Sessions (1983): sonorità grezze e sperimentali, evoluzione lo-fi del sound di Nebraska.

  • Streets of Philadelphia Sessions (1993): canzoni nate sull’onda del celebre brano per il film di Jonathan Demme, ma mai pubblicate per non “ripetersi”.

  • Faithless (anni 2000): scritte per un film western spirituale mai realizzato, composte in tre settimane in Florida.

  • Somewhere North of Nashville: scarti “leggeri” e country del cupo The Ghost of Tom Joad.

  • Inyo: storie dalla cultura messicano-americana a Los Angeles, “un sequel spirituale di Joad”.

  • Twilight Hours: canzoni romantiche e atmosfere pop americane d’altri tempi.

  • Perfect World: il disco più recente, definito «un grande album rock» con l’apporto della E Street Band e del produttore Ron Aniello.

Il tour e il film: l’universo Springsteen si espande

Nel frattempo, Bruce è in tour: l’Italia lo attende a San Siro con due sold out annunciati. Il docufilm Springsteen: Liberami dal nulla, che vedrà Jeremy Allen White calarsi nei panni del rocker del New Jersey, racconterà probabilmente anche le ombre e i silenzi di quei “dischi perduti” che ora trovano finalmente voce.

Il messaggio del Boss, a settantacinque anni, è chiaro: «Non esiste un periodo perso. Solo musica che aveva bisogno di tempo per uscire».

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