Pontida come la nuova Lepanto. Dal palco del raduno leghista, Matteo Salvini raduna i ‘Patrioti’ fondati da Viktor Orban e sigla il patto per una nuova “santa alleanza dei popoli europei”, uniti per raggiungere “la pace” in Europa e “fermare l’invasione islamica”. “Lo hanno fatto a Lepanto, lo faremo ancora noi”, sostiene il segretario leghista, che organizza il raduno nell’anniversario della battaglia in cui, il 7 ottobre del 1571, la Lega santa sconfisse la forza navale schierata dall’impero ottomano. Dopo anni di messaggi incentrati sul ‘pragmatismo’ e il ‘buonsenso al governo’, la Lega torna all’uso della simbologia storica nella sua comunicazione politica.
Messa in soffitta, ormai da piu’ di un decennio, l’iconografia ‘padana’ ideata da Umberto Bossi, Salvini prova a coniugare i valori del partito delle origini e il futuro di ispirazione sovranista. Una operazione ardita, avviata da tempo, non senza vistose contraddizioni, tra ‘rigurgiti’ di localismo e asprirazioni nazionalistiche. Pontida 2024 e’ la piu’ plastica rappresentazione di questo ambizioso tentativo.
Tanto che appare evidente lo scarto tra la prima parte del raduno, in cui, attraverso le voci di governatori, ministri e capigruppo, si riaffermano i valori storici del partito, fondato 40 anni fa da Bossi, e la seconda tranche, affidata alle voci dei leader alleati in Europa. In apertura di comizio, nei loro interventi, Luca Zaia, Attilio Fontana e Roberto Calderoli festeggiano il via libera alla legge sull’autonomia e annunciano che la prossima battaglia sara’ quella del federalismo fiscale, srotolando enormi bandiere regionali, e rispolverando parole come “centralismo” e “residuo fiscale”, che da tempo non si sentivano sul palco di Pontida.
Mentre, sotto le rispettive giacche, Massimiliano Fedriga e Giancarlo Giorgetti indossano un pullover e una polo ‘verde vintage Lega’ (colore ormai ‘rottamato’ e sostituito con il blu dal nuovo corso sovranista). Tra la prima e la seconda parte, l’intervento ‘cuscino’ e’ affidato alla nuova star, Roberto Vannacci, atteso e applaudito alla sua ‘prima’ Pontida. Il ‘generale’, eletto a Strasburgo nelle liste ex lumbard, si concede un bagno di folla e selfie al suo arrivo, ed e’ osannato quando dice dal palco che manterra’ la parola, perche’ la “Lega non e’ un taxi”.
A chi glielo chiede, Vannacci non esclude l’ipotesi di una sua mozione al congresso federale (anche se non sarebbe ancora tesserato) e critica il progetto azzurro per introdurre lo ius scholae. L’altra star della giornata e’ il premier ungherese Viktor Orban, che chiude, insieme a Salvini, l’ultima parte del comizio, in cui sfilano gli alleati europei della Lega, una sorta di ‘Internazionale sovranista’, raccolta nel gruppo ‘Patrioti europei’ a Strasburgo: dall’olandese Geert Wilders allo spagnolo Jose’ Antonio Fuster di Vox, oltre al portoghese Andre’ Ventura di Chega, all’austriaca Marlene Swazek dell’Fpo, e i video messaggi di Jordan Bardella del Rassemblement national e dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
E l’intervento di Orban e’ forse anche piu’ duro delle attese, contro la burocrazia e “l’egemonia della sinistra in Europa”, che “punisce” l’Ungheria perche’ “difende i confini” Ue dall’immigrazione irregolare” e si e’ fatta “parte belligerante”, allontanando la pace nel conflitto tra Russia e Ucraina. “Se continueranno a punirci, trasporteremo i migranti da Budapest a Bruxelles e li porteremo davanti agli uffici”, minaccia il leader di Fidesz, che e’ presidente di turno del consiglio Ue. “Non dobbiamo uscire da Bruxelles ma entrare con forza, deve essere occupata, tolta ai burocrati e ridata alla gente europea”, aggiunge, chiedendo di “andare avanti sulla strada dell’unificazione della destra europea”. Orban torna a definire Salvini un “eroe” perche’ “ha chiuso i confini e ha difeso le case degli italiani; anzi, ha difeso anche l’Europa e meriterebbe una onorificenza e non un procedimento giudiziario. Quello in corso e’ una vergogna”.
Il fil rouge del raduno e’ infatti il processo Open arms al segretario leghista per aver bloccato – nell’estate del 2019, quando era ministro dell’Interno – lo sbarco dei migranti a bordo della nave dell’Ong. L’arringa difensiva di Giulia Bongiorno e’ fissata il 18 ottobre, poi e’ attesa la sentenza di primo grado, dopo la richiesta dei pm di sei anni di reclusione per sequestro aggravato. Lo slogan della manifestazione e’ ‘ Non e’ un reato difendere i confini’ e diversi sono i gadget e gli striscioni a sostegno di Salvini (Calderoli sale sul palco con una maglietta con scritto ‘Processate anche me’). Dopo l’ospite ungherese, sul palco e’ il turno del capo di via Bellerio, che ringrazia il suo popolo, i compagni di partito e gli alleati europei per la solidarieta’ dimostrata (presenti anche i cechi Ondrej Knotek di Ano e Petr Macinka Motoriste sobe).
“La Lega e’ nata da 40 anni per dare forza e territori, per dare coesione sociale e speranza ai nostri popoli – ricorda -. La Lega e’ una storia di coerenza. Dal prato di Pontida un eterno grazie a Umberto Bossi e a Roberto Maroni per averci accompagnato fin qua”. Il giorno dopo le polemiche per lo striscione ‘Tajani scafista’ esibito dai ragazzi della Lega Giovani, Salvini assicura che il governo e’ “compatto” e’ composto da “amici prima ancora che alleati”.
“Ogni tanto discutiamo ma poi si trova sempre la soluzione”, aggiunge. Ma il vice premier leghista ne approfitta per lanciare due messaggi a FI. In primo luogo, “sull’autonomia non si torna indietro”, scandisce. Poi, sullo ius Italiae, lanciato dagli azzuri, sembra tranchant: “La ricetta per i prossimi anni non e’ concedere piu’ cittadinanze o regalarle piu’ facilmente, la priorita’ per la Lega e l’Italia dovra’ essere quella di poter revocare la cittadinanza a quelli che delinquono in casa nostra”.
Il capo leghista parla anche di manovra. “Se qualcuno deve pagare qualcosa in piu’, paghino i banchieri. Il nostro obiettivo e’ abbassare le tasse alle partite Iva e aumentare gli stipendi ai lavoratori”, afferma. Prima di lui ci aveva pensato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a rassicurare i militanti. “State tranquilli e sereni”, aveva detto. “Noi siamo figli di Pontida. Siamo dalla parte della gente che lavora e produce e oggi fa sacrifici. Il ministro dell’Economia e’ figlio di un pescatore e di una operaia tessile e sa distinguire chi fa sacrifici e chi li puo’ fare”.
I tempi del comizio si sono dilatati per i tanti ospiti, i pullman dei militanti devono rientrare. Salviniaccorcia l’intervento. Ma non dimentica di auspicare la vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa. “Sara’ fondamentale, ed e’ l’auspicio mio e del popolo di Pontida, che liberamente gli americani il prossimo 5 novembre scelgano il futuro, scelgano la pace, scelgano la liberta’, scelgano i repubblicani e Donald Trump”. A leggere qualche giornale di sinistra”, a Pontida, “c’era il raduno dei ‘bad guys’, degli estremisti”, conclude. “Abbiamo parlato di progetti e di futuro contro l’unico estremismo che rimane: l’estremismo islamico e’ il cancro della Terra nel 2024”. Trump, Orban, Wilders, Rassemblement national e Vox. La collocazione dell’Internazionale e’ compiuta. E arriva il post di Elon Musk a suggellarla. Su X, il patron di Tesla plaude due fuochi (emoji) al comizio, taggando i leader intervenuti.