“Ieri sera, prima puntata del Festival di Sanremo e il conflitto di interessi della Friends and Partners di Ferdinando Salzano, manager di Claudio Baglioni, si è materializzato. Vogliamo vederci chiaro e chiediamo alla Commissione di Vigilanza di audire Mario Orfeo, direttore generale che ha firmato il contratto a Claudio Baglioni”. Lo annuncia Gianluigi Paragone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione di Vigilanza Rai. “Salzano, agente ma anche manager interessato al vero business della discografia ovvero l’organizzazione di spettacoli dal vivo e la vendita dei biglietti – ricorda Paragone -, non rappresenta solo Claudio Baglioni ma, direttamente o indirettamente, tanti artisti sia in gara che ospiti sul palco dell’Ariston. Ieri, accanto agli spot pubblicitari riconoscibili, ce ne sono stati altri non annunciati a favore di artisti legati in qualche modo a Salzano… mi viene in mente la trasmissione di Piero Chiambretti ‘Markette’. Il caso più spudorato sul palco è stato il lancio della tourneè di Giorgia”. Il conflitto di interessi, dunque, conclude Paragone, “si è materializzato lì. D’altronde, quando in gara ci sono tantissimi artisti del manager di Baglioni, quindi del direttore, qualcosa non sta andando nel verso giusto. Il libero mercato trova in questo caso un tappo nel fatto che Sanremo è la più grande vetrina canora che c’è in Italia e che il promo regalato a questi artisti va a influire nelle aziende di Salzano rischiando chiaramente di penalizzare le altre. Vogliamo spiegazioni”.
«Ho sei mesi. Sono in braccio alla mamma. Lei mi dà dei colpetti sulla spalla per farmi addormentare, e io mi sento sicuro». Giulio Rapetti, in arte Mogol (le foto sono di Imagoeconomica), ripercorre una vita lunghissima, tra musica, pericoli scampati, successi e spiritualità. Ricorda la guerra, le bombe, la fuga nei rifugi di Carugo, in Brianza, e un piccolo cannone di legno appeso in cantina che chiamava “la mia contraerea”.
Una vita piena di avventure e miracoli
Racconta di squali in Nuova Zelanda, di immersioni solitarie a Porto Rotondo, di tempeste in mare e salvataggi in extremis. «Prego spesso. Dio mi ha salvato tante volte». Non ha mai smesso di rischiare. E nemmeno di credere.
Gli inizi alla Ricordi e l’incontro con Lucio Battisti
Cominciò traducendo canzoni, tra cui Space Oddity di Bowie, che divenne Ragazzo solo, ragazza sola. Poi l’incontro con Battisti. Nascono 29 settembre, Emozioni, Il mio canto libero. «Lucio suonava, io scrivevo: era una simbiosi». Lavoravano in ufficio o nella casa di campagna: lui sul divano, Mogol sul tappeto.
La rottura professionale e la voce di Lucio dall’aldilà
Nel 1980 la separazione: «Chiedevo equità nei guadagni». Ma non fu un addio umano. Mogol racconta di una medium che parlò di una canzone dall’aldilà. Non ci credette. Finché vide un arcobaleno sul cofano dell’auto: «Scrissi il verso che mancava. L’arcobaleno nacque così».
Mina, Morandi, Gaber, Mango: i grandi incontri
Convince Mina a cantare Il cielo in una stanza, risolleva Morandi con Canzoni stonate, scopre Gaber in un club. Mango gli “parla” dopo la morte: mentre ascoltava con suo figlio tutte le canzoni scritte per lui, apparve nel cielo un arcobaleno incastonato tra le rocce. Poco dopo, seppe della sua scomparsa.
Battisti era lontano dalla politica
«Non l’ho mai sentito parlare di politica». L’equivoco nacque da un’immagine della canzone La collina dei ciliegi, interpretata male. «Lucio era un individualista. Non credo andasse a votare».
Le sue canzoni più famose sono autobiografiche
Il mio canto libero è legato alla separazione dalla prima moglie. Anche per te nasce pensando a una ragazza madre. 29 settembre è la data di nascita della sua ex moglie, scoperta solo dopo. «Molte frasi sono nate dalla vita, da lapsus o dalla realtà».
MAURIZIO GASPARRI E GIULIO RAPETTI MOGOL
Ancora oggi scrive, prega e fa palestra
Fa pesi ogni mattina, segue una dieta rigorosa, dorme otto ore. Ha scritto La Rinascita, un libro sulla salute: «Non è solo genetica, è disciplina». Il suo sogno? «Scrivere con Papa Francesco una preghiera universale per tutti gli uomini».
La politica, l’amicizia con Gasparri e l’apprezzamento per Meloni
Dice di aver votato Forza Italia, ma guarda alle persone, non ai partiti. Stima Franceschini, ammira Meloni: «Lavora dalla mattina alla sera». E difende Giorgia (la cantante): «Una grande artista. Mi piacerebbe lavorare con lei».
Il paradiso? È pieno d’amore
«Non credo all’inferno, Dio è troppo buono. Penso a un ritorno d’amore, come il vento che muove gli alberi». Così immagina l’aldilà, e l’ha raccontato in Dormi amore, una canzone dedicata alla moglie Daniela. La sua voce è la stessa di sempre: pacata, profonda, piena di poesia.
La scalinata di Trinità dei Monti a Roma, la sua Roma, “amica e amante”; l’abbraccio dei duemila fortunati fan che non si sono fatti fermare dalla pioggia leggera e hanno risposto alla chiamata; la voglia di esserci, di farsi sentire. Achille Lauro presenta così, con un live show annunciato solo poche ore prima, il nuovo album Comuni Mortali, in uscita il 18 aprile per Warner Music Italy. “Roma – spiega l’artista 34enne, reduce dall’ultimo festival di Sanremo con Incoscienti Giovani – è il filo conduttore di questo album, che è la sintesi di ciò che sono oggi. Roma e i suoi vicoli, che mantengono la tradizione di un mondo che non c’è più. Ma è proprio dove esiste la realtà, che esistono le grandi cose. Io rubo dalla realtà, rubo le immagini che vedo. Perché in fondo una canzone non è altro che un sentimento condiviso”.
Comuni Mortali – “un’espressione che racchiude quello che siamo tutti, fragili e uguali” – è il settimo album di Achille Lauro, quello della maturità, un nuovo passaggio per il cantautore che nei lavori precedenti ha attraversato i generi, spaziando dall’urban al glam, dal rock fino al pop. “Oggi non ha più senso parlare di generi. Qualcuno ha detto che ho provato a far saltare la mia carriera ad ogni disco, ma in realtà io mi sento molto coerente con il mio percorso. Questo è un disco che parla di me in maniera diversa, in maniera più consapevole, che mi ha fatto capire veramente chi io sia. Non è pensato per le radio ed è fuori dalle logiche del mercato discografico, che possono essere deleterie per un artista. Non rincorro più il gioco dei numeri, della canzone estiva che fa divertire. I risultati mi interessano solo relativamente a quelli che mi seguono”.
Racconta che Comuni mortali “è ispirato ai grandi del cantautorato romano e italiano. Io sono fan di De Gregori, Califano, Mia Martini, Lucio Dalla. L’ho scritto tra Los Angeles e New York, dove posso andare al supermercato e dove faccio le file fuori dai locali, ed è un disco di dediche d’amore, in tutte le sue forme perché l’amore è l’unica cosa che uno lascia sulla terra: a Roma, a mia madre (per la quale ha scritto il brano Cristina), ai miei grandi amori, ai miei amici. A tutti quelli che hanno contribuiti alla mia musica”. Come la periferia nella quale è cresciuto, alla quale guarda con affetto ma senza mitizzarla. “Sono stra-grato alla mia vita che è stata spericolata, ma anche pericolosa. So di essere stato molto fortunato, ma non mi sento in colpa per chi è rimasto lì: conosco il lato della medaglia di chi non ha niente e quello di chi vive sognando. È questo il mio grande lusso. Sono stato fortunato perché ho scoperto quello che mi piaceva. Il problema è non avere una passione”. L’amore lo canta, ma rivela di non essere ancora pronto a mettere su famiglia.
“Vivo l’amore, ma so anche stare da solo. Quando farò l’atto di coraggio di condividere la mia vita sarà una persona con cui varrà la pena. La mia libertà vale troppo. E poi sono ossessionato dalla perfezione del mio lavoro che non arriverà mai. Un figlio? Mi piacerebbe, ma ho tante cose in testa prima. E poi se esce un piccolo Achille Lauro è un grandissimo danno”. Intanto le donne impazziscono per lui. “Da questo punto di vista non ho mai avuto problemi. Basta un po’ di gentilezza. Oggi impera la cultura del machismo, ma la donna è troppo più superiore di te, ti schiaccia in tre secondi e mezzo. Una donna può rovinarti la vita. Forse sarebbe meglio ripartire dalla gentilezza”. In estate è atteso al Circo Massimo per due date il 29 giugno e l’1 luglio, sold-out. “Per quanto sembri un traguardo, vorrei che fosse un punto di inizio”. E già guarda avanti, molto avanti. “Penso a qualcosa di ancora più grande, Lo stadio nel 2026? Mi piacerebbe, vediamo”. Intanto nel cassetto ha pronto un brano per Mina “una cosa molto bella” e in ballo c’è anche qualche progetto per il grande schermo. “Il cinema si è molto mobilitato dopo il festival, ma più che fare l’attore, mi sento più persona di pensiero”. Da esplorare anche l’estero. “Mi piacerebbe che la mia musica avesse la possibilità di confrontarsi con il mondo. Magari un disco in inglese, un singolo. Quando mi confronto con gente come Drake o Kanye West su pezzi come Rolls Royce rimangono basiti”.
In occasione del lancio del monografico di Rolling Stone co-diretto da Geolier “Napoli nelle Vene” Rolling Stone Italia e BAZR, il primo live social commerce, avviano una collaborazione di diversi media per celebrare la cultura e la musica napoletana. Dall’11 al 17 aprile, Napoli diventa infatti protagonista di un’attivazione culturale progettata dall’editore Urban Vision Group che unisce fisico e digitale, mettendo in risalto la città e le sue voci più rappresentative: il centro propulsore dell’iniziativa è l’edicola di Piazza del Gesù Nuovo, che si trasforma un vero e proprio centro dell’evento musicale.
Il progetto di amplificazione del monografico “Rolling Stone Italia featuring Geolier”, si sviluppa con l’obiettivo di coinvolgimento multi-canale delle community, sposando lo spirito di partecipazione partenopeo con un numero speciale della rivista che si fa narrazione corale: dalla nuova scena urbana secondo Geolier alla musica di Pino Daniele, dal teatro napoletano secondo William Defoe, al volto emergente di Maria Esposito, e all’identità culturale di Napoli, raccontata anche attraverso uno speciale food. Oltre che in edicola, le copie del magazine saranno disponibili per l’acquisto digitale su BAZR che in più vende in esclusiva 350 copie autografate: 100 potranno essere ritirate immediatamente presso l’edicola brandizzata di Napoli, mentre le restanti 250 saranno acquistabili online con spedizione diretta a casa.
“Questo progetto è un esempio perfetto di come l’approccio di editoria cross-mediale possa creare un ecosistema di comunicazione nuovo, basato su sinergie tra il mondo fisico e quello digitale”, dichiara Gianluca De Marchi, CEO di Urban Vision Group ed editore di Rolling Stone Italia. “L’obiettivo – prosegue – è di connettere il pubblico con esperienze che non solo informano, ma emozionano. Il numero di Rolling Stone co-diretto da Geolier, con la sua rilevanza nel panorama musicale, ci ha offerto l’opportunità di celebrare la cultura napoletana su più livelli”. “Siamo entusiasti – afferma Simone Giacomo di BAZR – di collaborare con Rolling Stone Italia per un progetto così speciale. Celebrare un artista come Geolier con una copertina iconica e un’attivazione unica nella sua Napoli ha per noi un significato profondo come anche dare la possibilità ai fan di acquistare su BAZR copie autografate di questo numero”.