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Sanremo, ecco tutte le canzoni: si spazia tra migranti e amori violenti

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Queste le pagelle dei 24 brani in gara al prossimo festival di Sanremo, dopo il primo ascolto, riservato agli addetti ai lavori (nell’ordine in cui sono stati ascoltati oggi al Centro di Produzione Rai di Milano).

NEK – “Mi faro’ trovare pronto” – Un brano pop ritmato, ma non ai livelli di Fatti avanti Amore. Rischia l’effetto tappezzeria al festival. VOTO: 5

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI – “Un’altra luce” – Riuscito e inaspettato incontro a meta’ strada tra un cantante vecchia maniera e un rapper. Duetto ben assortito, che mescola italiano e napoletano. Sfida vinta dai due artisti. VOTO: 7

ULTIMO – “I tuoi particolari” – Piano e voce, nella piu’ classica della forma canzone. Ma il ragazzo vincitore tra le Nuove Proposte e’ cresciuto, nella scrittura e nell’impostazione della voce. VOTO: 7+

THE ZEN CIRCUS – “L’amore e’ una dittatura” – Folk rock distonico, senza ritornello, per la band al suo primo festival che racconta un mondo visionario, dove fanno capolino “i porti chiusi”. VOTO: 7

FEDERICA CARTA E SHADE – “Senza farlo apposta” – Tra rap e pop orecchiabile, il brano ha un retrogusto amaro di gia’ sentito. Duetto ben assortito per il pubblico piu’ giovane. VOTO: 4

ARISA – “Mi sento bene” – Un nuovo rilancio per la cantante lucana, tra sonorita’ in stile Abba e atmosfere alla Giuni Russo, con una spolverata di fiabesca magia. Gia’ ipotecato il successo radiofonico e il piedino mosso a tempo all’Ariston. VOTO: 6.5

SIMONE CRISTICCHI – “Abbi cura di me” – Brano parlato, quasi recitato, come gia’ ci aveva abituato il cantautore romano, frutto anche del suo intenso lavoro a teatro, alla ricerca della felicita’. Un po’ preghiera, un po’ predica. VOTO: 6.5

ACHILLE LAURO – “Rolls Royce” – Niente rap/trap. Botta di energia pop rock che stupira’ il festival. Il personaggio Lauro e’ pronto a sconvolgere l’Ariston. VOTO: 6

FRANCESCO RENGA – “Aspetto che torni” – Non ha osato, rimane sui binari standard della classica canzone d’amore sanremese (scritta da Bungaro). Manca la sua estensione vocale. Il brano non “buca”. VOTO: 5.5

NEGRITA – “I ragazzi stanno bene” – Tema migranti sfiorato per la band per la quale, “tra fantasmi sulle barche e barche senza un porto”, la “Liberta’? E’ non aver piu’ paura” (e “il comandante al quale conviene il gioco sporco” e’ Matteo Salvini?). Convinti e convincenti. VOTO: 7

EINAR – “Parole nuove” – Una ballad romantica per uno dei due ragazzi vincitori di Sanremo Giovani, che forse si era giocato il pezzo migliore a dicembre. Brano poco incisivo. VOTO: 4

PATTY PRAVO con BRIGA – “Un po’ come la vita” – Altro incontro generazionale e di generi, elegante e raffinato, ma il brano non decolla. VOTO: 5.5

BOOMDABASH – “Per un milione” – Rap fresco e leggero, forse anche troppo, nell’anno dell’occupazione del’hip hop all’Ariston. Il ritornello funziona, possibile tormentone (tra gli autori Federica Abbate e Cheope. VOTO: 6

ANNA TATANGELO – “Le nostre anime di notte” – Per il ritorno al Festival, la cantante di Sora non fa la scelta giusta. Brano evanescente. VOTO: 4.5

MAHMOOD – “Soldi” – Il rapporto difficile tra padre e figlio. “Ti sembrava amore ma era altro”. L’altro vincitore di Sanremo Giovani riesce a confermarsi e a non deludere le aspettative con un brano intenso. VOTO: 6.5

PAOLA TURCI – “L’ultimo ostacolo” – Mette la zampata e la sua voce graffiante su un pezzo intimistico, che trae ispirazione dalla figura paterna. VOTO: 7

DANIELE SILVESTRI con RANCORE – “Argento vivo”: Lo stile inconfondibile del cantautore romano tra pop e – a sorpresa, anche lui – rap, un altro duetto insolito, un tema complicato come quello dell’adolescenza difficile (“Il reato e’ stato quello di nascere”). All’Ariston non passera’ inosservato. VOTO: 7.5

EX-OTAGO – “Solo una canzone” – Romantica ballad su un amore che deve fare i conti con il tempo che passa. Per la prima volta a Sanremo, forse potevano spingersi oltre. VOTO: 6+

MOTTA – “Dov’e’ l’Italia” – Tra i piu’ attesi alla prova del festival, percorre la strada della canzone d’autore senza, sembra, crederci troppo. Anche per lui attenzione puntata sui migranti. VOTO: 6.5

LOREDANA BERTE’ – “Cosa ti aspetti da me”. Una Berte’ in versione Vasco (il brano, del resto, e’ firmato da Gaetano Curreri), un po’ rock, un po’ ballad. Ritorno grintoso. VOTO: 6.5

ENRICO NIGIOTTI – “Nonno Hollywood” – Gli affetti familiari in questa ballad minimal, che confermano la buona mano di Nigiotti nella scrittura. VOTO: 6.5

IRAMA – “La ragazza col cuore di latta” – Il testo piu’ forte tra quelli presentati, con il racconto di abusi sessuali in famiglia. Irama a 22 anni, muovendosi tra rap e pop, affronta con lucidita’ e profondita’ un tema sociale che fara’ discutere. VOTO: 8

GHEMON – “Rose Viola” – Brano urban soul. Non banale e non scontato che riesce a portare un po’ del mondo di Ghemon al festival. VOTO: 6.5

IL VOLO – “Musica che resta” – Il terzetto riparte da dove aveva lasciato, con un pezzo che tra le altre porta anche la firma di Gianna Nannini. Un po’ opera lirica, un po’ rock orchestrale. Piacera’, non c’e’ dubbio. VOTO: 5

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Gigi D’Alessio il 21/12 in “Gigi for Xmas, La Festa…”

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Arriva a sorpresa con un annuncio sui social un altro regalo di Gigi D’Alessio, “Gigi for Xmas, La Festa…”: il raddoppio della data all’Unipol Forum di Milano che arriva alla fine del tour nei Palasport, il 21 dicembre prossimo. Una vera e propria strenna sotto l’albero, per concludere insieme al proprio pubblico un anno di eventi, in piena atmosfera natalizia. Una serata immersa nel clima di Natale, con musica e sorprese: gran finale di un ricco tour invernale che inizierà tra poco più di un mese e toccherà i palazzetti d’Italia. Queste le date di “Gigi Palasport”: 12 e 13 novembre Roma, 22 e 24 novembre Bari, 2 dicembre Firenze, 6 dicembre Padova, 7 dicembre Torino, 11 dicembre Milano, 13 dicembre Bologna, 15 e 16 dicembre Eboli (SA), 21 dicembre Milano.

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Coldplay, tutti i colori dell’amore nel nuovo album

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“Se vi sono mai piaciuti i Coldplay, credo che la vostra canzone preferita della band sia proprio in questo album”. Così parlò Chris Martin: i fan dei Coldplay sono avvertiti. “Moon Music”, il nuovo album dei Coldplay, che arriva dopo il successo del precedente album “Music of the Spheres” e dopo 74 Platini e 14 Ori solo in Italia, per non parlare del tour dell’estate che, in ossequio alla regola in cui nella musica contano innanzitutto i numeri, è il primo della storia ad incassare un miliardo di dollari, battendo il record nientepopodimenoche di Taylor Swift. Per capire meglio la musica di questo album che esprime benissimo la voglia, e, va detto, la straordinaria capacità, di piacere a tutti dei Coldplay, si possono usare ancora le parole di Chris Martin: “Ci sono sfide per ogni essere sulla Terra”, dice.

“Questo album parla di alcune delle nostre sfide personali, ma anche di quelle degli altri. Non c’è mai stato un momento più facile per arrendersi, e quindi questo è un disco che parla di non farlo”. Moon Music è un disco alimentato dalla speranza, dall’ottimismo e, soprattutto, dall’amore. “Più invecchio, più credo che l’amore sia l’unica risposta”, dice Martin. “Ci sono molti tipi diversi di amore, naturalmente. Ma questo album parla di tutti i colori dell’amore. E questo include imparare ad amare se stessi, nonostante tutte le folli voci critiche che abbiamo dentro. Se si riesce a farlo – e a patto che essere se stessi non implichi il tentativo di ferire qualcun altro – credo che sia più facile capire e amare tutti gli altri. In definitiva, vediamo l’amore come un atteggiamento di apertura verso tutte le cose e tutte le persone”.

Ecco, per Martin “tutti i colori dell’amore” può significare anche fare musica che possa piacere a più gente possibile, una volta si sarebbe detto per tutti i gusti: basta pensare che tra le collaborazioni ci sono Jay Z, le Little Simz come Brian Eno, c’è un campionamento della scrittrice e attivista Maya Angelou, poetessa di memorie e difensore dei diritti civili, senza dimenticare i due figli di Martin, Apple e Moses. Prodotto da Rik Simpson e Max Martin, “Moon Music” è un concept album dedicato alla connessione umana con il cosmo, raccontata attraverso i temi dell’amore, speranza, meraviglia esistenziale. Si apre con la title track, una ballata piano e voce con una lunga intro strumentale ed effetti sonici. “feelslikeimfallinginlove” è il singolo che spiega tutto: un brano pop facile facile e cantabilissimo scritto con il contributo di Apple Martin, figlia di Chris, e Max Martin.

Un bel salto nel kitsch è “We Pray”, scritto con Jay Z e Davide Rossi e con ospiti Little Simz, Burna Boy, Elyanna & Tini, mentre c’è spazio per il pop funk targato Nile Rodgers con “Good Feelings”, Victoria Canal, cantautrice spagnola nata senza l’avambraccio che ha imparato a suonare e a cantare e ha cantato “Paradise” con i Coldplay a Glastonbury. Prima di “One World”, il brano conclusivo, dove c’è Brian Eno, a dare autorevolezza al progetto, c’è spazio per “All My Love”, una ballata furbescamente maccartiano firmata an che da Moses Martin. “Moon Music” è un album a impatto zero: ogni copia contiene nove bottiglie di plastica Pet riciclata recuperate dai rifiuti post-consumo.

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I Pink Floyd vendono il catalogo a Sony Music

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Dopo anni di false partenze e animosità tra i membri della band, i Pink Floyd hanno venduto la loro musica registrata e i diritti sull’immagine a Sony Music per circa 400 milioni di dollari. Lo ha appreso il Financial Times confermato da Variety. L’accordo, che non copre le parole delle canzoni della leggendaria band britannica di The Wall e The Dark Side of the Moon ma include, secondo Variety, le iconiche copertine degli album disegnate da Storm Thorgerson, è stato concluso a dispetto dei pessimi rapporti tra Rogers Waters, uno dei fondatori nel 1965, e David Gilmour, entrato nel 1967. Pesavano – e pesano ancora – le parole di Waters contro Israele e a favore della Russia di Putin dopo l’invasione dell’Ucraina.

L’intesa, conclusa mentre la situazione in Medio Oriente ha raggiunto nuovi apici di violenza, espone Sony Music a critiche, secondo Variety. Ne beneficeranno, oltre a Waters e Gilmour, anche il batterista Nick Mason e gli eredi del tastierista Richard Wright e del cantautore Roger “Syd” Barrett, oltre a Gilmour e Waters. Il catalogo dei Pink Floyd include alcuni dei brani più ascoltati degli ultimi 50 anni come Money, Wish You Were Here e Another Brick in the Wall. Con quello dei Queen, venduto a Sony Music a giugno per un miliardo di dollari, era rimasto tra i pochi ancora sul mercato e sicuramente tra i più ostici per i negoziatori, ritardato oltre che dai dissidi tra la band, da questioni fiscali e dal valore della sterlina. Recentemente Gilmour aveva detto a Rolling Stone di essere interessato a vendere non tanto per ragioni finanziarie, “quanto per mettere la parola fine a tutte le liti che comportano le decisioni comuni”. Questo, aveva aggiunto, “sarebbe il mio sogno”.

Della vendita della musica dei Pink Floyd si parla da anni con altri aspiranti acquirenti come Hipgnosis, Warner Music e Bmg che nel 2022 si erano dati battaglia senza esito. Ora Sony ha finalmente avuto la meglio. Il colosso giapponese che ha già comprato i diritti di Bruce Springsteen e Bob Dylan, ha di recente ricevuto una iniezione di fondi da 700 milioni di dollari dal gruppo di private equity Apollo con l’obiettivo di allargare la sua presenza nel settore della musica ‘vintage’.

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